La prescrizione della dichiarazione dei redditi, istruzioni

Nadia Pascale

3 Maggio 2024 - 12:18

Quando si verifica la prescrizione della dichiarazione dei redditi? In quale momento l’Erario non può più avanzare pretese? Ecco cosa dice la legge.

La prescrizione della dichiarazione dei redditi, istruzioni

In caso di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi entro quale termine c’è la prescrizione e quindi ogni pretesa dell’Erario è nulla?

La dichiarazione dei redditi è un appuntamento annuale che riguarda tutti i percettori di reddito con pochissime esclusioni. In Italia per la maggior parte dei tributi si applica lo schema dell’autoliquidazione dell’imposta, quindi il soggetto passivo dell’imposta effettua la dichiarazione, calcola l’imposta e versa il dovuto. Cosa succede se omette tale adempimento o se non dichiara in modo completo? In caso di accertamento il contribuente, oltre a dover versare l’imposta non versata, deve pagare anche sanzioni e interessi. Questo onere però non è eterno, infatti sono previsti termini di prescrizione.

La campagna dichiarativa parte il 30 aprile con la messa a disposizione del modello precompilato, dal 20 maggio sarà possibile apportare modifiche, c’è tempo fino al 30 settembre per presentare la dichiarazione dei redditi con il modello 730/2024, mentre con il modello Redditi Persone Fisiche il termine scade il 15 ottobre 2024.

Cosa succede se non vengono rispettati questi termini e non si presenta la dichiarazione dei redditi? Cosa succede se la dichiarazione viene presentata ma sono presenti errori? Quando c’è la prescrizione della dichiarazione dei redditi?
Ecco cosa sapere.

La prescrizione della dichiarazione dei redditi

La prima cosa da fare è considerare i termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi, scaduti i termini previsti, ad esempio 30 settembre per il modello 730/2024, ci troviamo nell’ipotesi di omessa dichiarazione dei redditi, difetto che può essere sanato presentando la dichiarazione tardiva: entro 90 giorni dalla scadenza del termine versando una sanzione pari ad 1/10 del minimo edittale. La dichiarazione omessa può, inoltre, essere presentata oltre il termine di 90 giorni attraverso l’istituto del ravvedimento operoso.

Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli, non si può però essere in eterno sotto questa sorta di spada di Damocle dei controlli, proprio per questo motivo, al fine di dare anche certezza ai rapporti giuridici, è previsto il termine di prescrizione per i controlli sulla dichiarazione dei redditi.

Nel caso in cui la dichiarazione sia stata presentata, l’eventuale avviso di accertamento deve essere notificato entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione.
In caso di omessa presentazione della dichiarazione, l’avviso di accertamento può essere notificato fino al 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata.

Prescrizione della dichiarazione dei redditi con la riforma del 2015

Fondamentale per capire la disciplina della prescrizione della dichiarazione dei redditi è la legge 218 del 2015, questa ha l’obiettivo di rendere certi per i contribuenti i termini in quanto elimina il raddoppio dei termini in presenza di violazioni per le quali è stata presentata la denuncia penale per uno dei reati tributari contenuti nel D.Lgs. n. 74/2000.

In precedenza era prevista la prescrizione della dichiarazione dei redditi trascorsi 4 anni successivi a quello di presentazione della dichiarazione. Era però prevista un’eccezione: nel caso in cui fosse stata inoltrata una denuncia per reati tributari, infatti, trovava applicazione il raddoppio dei termini.

La sospensione della prescrizione della dichiarazione dei redditi

Occorre prestare attenzione, infatti tra i termini sospesi durante la pandemia vi sono anche quelli relativi alla prescrizione per la presentazione della dichiarazione dei redditi. L’art. 67, co. 1 del D.L. n. 18/20 (decreto Cura Italia) ha stabilito la sospensione dall’8 marzo al 31 maggio 2020 dei termini relativi all’attività di accertamento.

Si tratta di 85 giorni che generano lo slittamento in avanti delle scadenze di accertamento per un periodo corrispondente a quello della sospensione. In virtù di questa norma, solo per fare un esempio, per le dichiarazioni dei redditi presentate nel 2019, relative ai redditi del 2018, i termini di accertamento non scadono il 31 dicembre 2024, ma il 26 marzo del 2025.
Per lo stesso anno di imposta, in caso di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, la prescrizione non si verifica il 31 dicembre del 2026, ma il 26 marzo del 2027

Prescrizione per attività detenute nei paradisi fiscali

Termini diversi sono previsti per gli accertamenti relativi a dichiarazioni inerenti attività detenute in paradisi fiscali, in questo caso sono più lunghi. L’articolo 12, comma 2, del D.L. n. 78/2009 prevede il raddoppio dei termini per l’accertamento

  • entro il 31 dicembre del decimo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione;
  • entro il 31 dicembre del quattordicesimo anno in caso di omessa presentazione.

Come regola generale si ricorda che nel caso in cui il termine cada in un giorno festivo la scadenza slitta al primo giorno feriale successivo, ad esempio se si tratta di un sabato slitta al lunedì successivo (art. 66 del DPR n. 600/73).

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