Digital Innovation Days 2021 (10-13 novembre) per parlare di innovazione sostenibile

Redazione

27/10/2021

L’evento Digital Innovation Days 2021 coinvolgerà 120 speaker, selezionati tra i più influenti in tutto il mondo attivi nel settore, al Talent Garden Calabiana di Milano.

Digital Innovation Days 2021 (10-13 novembre) per parlare di innovazione sostenibile

John Sculley - ex presidente di Pepsi Cola ed ex CEO Apple - sosteneva che “l’innovazione non è mai arrivata attraverso la burocrazia e la gerarchia. È sempre arrivata attraverso gli individui”. Una visione, quella del manager americano, che si inserisce perfettamente nella scia delle grandi trasformazioni che attendono il genere umano, alla vigilia di un periodo storico che si annuncia carico di idee e investimenti.

Perché sia efficace in ogni sua espressione, occorre che l’attività di innovazione sia preceduta da un’accurata analisi sociale e da una rigorosa valutazione delle possibilità che la ricaduta di questo processo promette di avere, specialmente in una prospettiva di piena sostenibilità.

Digital Innovation Days: tutti i dettagli

Una nuova sfida ci attende, dunque, nella quale ciascun individuo è chiamato a ridefinire il concetto stesso di ricchezza, inteso sia in chiave individuale quanto collettiva. E proprio di questo si discuterà nel corso dei Digital Innovation Days 2021, in programma dal 10 al 13 novembre al Talent Garden Calabiana di Milano.

L’evento sarà proposto in formato phygital - 2 giornate dal vivo e 4 online - e coinvolgerà oltre 120 speaker tra i più influenti del settore provenienti da tutto il mondo, per parlare di formazione, idee, networking, suggestioni e spunti di ispirazione.

Un’anticipazione delle quattro giornate è stata proposta in forma riservata alla stampa durante la serata di lunedì 25 ottobre nella sede del MADE Competence Center, del Politecnico di Milano, alla quale hanno preso parte alcuni esperti di vari ambiti coinvolti dall’argomento.

Sviluppo sostenibile e smart city in focus

Ad aprire gli interventi è stata Barbara Cominelli, CEO JLL Italy, leader mondiale nei servizi immobiliari. Cominelli ha ricordato come già oggi il 55% della popolazione mondiale viva già in città, con una previsione di raggiungere il 70% nel 2050.

Da qui, l’urgenza di ripensare al concetto di «smart-city», sempre più orientato ad una funzione policentrica e connessa. «Le città intelligenti dovranno essere soprattutto sostenibili - ha ribadito Cominelli - a cominciare dalle tecniche e dai materiali utilizzati nella costruzione dei nuovi edifici, fino alla loro gestione operativa».

L’importanza di tecnologia e persone

Massimo Canducci, Chief Innovation Officer, ha rimarcato come l’innovazione debba diventare un valore reale e condiviso. «Sono due le direttrici tecnologiche che ci aiuteranno in questo passaggio - ha chiarito -. Penso agli assistenti vocali, in grado di rispondere ad esigenze sempre più complesse, e gli smart glasses, che permetteranno di svolgere gran parte delle funzionalità oggi realizzate dagli smartphone».

Una previsione che ha spostato la riflessione sul rapporto che lega le persone alla tecnologia. Nicola Neri di Ipsos Italia ha presentato una serie di dati relativi alle attese e ai timori che oggi caratterizzano la relazione tra l’uomo e la tecnologia, secondo i quali la paura più rilevante è rappresentata dal timore di rimanere esclusi dai vantaggi prodotti dall’evoluzione tecnologica.

Un nuovo Umanesimo

Roberto Pancaldi di Mylia Advancing Humanity, ha approfondito il tema delle competenze digitali necessarie ad affrontare un mondo in continua trasformazione. «Assistiamo al mutamento di interi processi produttivi che si evolvono con la tecnologia. Siamo nel pieno di un Nuovo Umanesimo, nel quale l’incrocio tra tecnologia e l’essere umano ci spinge a dover cercare un equilibrio comune a tutti noi».

A chiudere il tavolo degli interventi, è stato Marco Perrone di Deloitte, che ha messo in luce come oggi solo il 20% delle aziende oggi sia disposta a investire di più sul legame tra innovazione e sostenibilità: «Serve favorire le sinergie tra centri di ricerca, università e imprese per migliorare i luoghi in cui viviamo», ha precisato.

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