Italia: perché il debito pubblico 2015 è rivisto al rialzo da Bankitalia

Matteo Bienna

15 Aprile 2016 - 16:10

Italia: dal report di Banca d’Italia risulta una revisione al rialzo del debito pubblico del 2015. La cattiva notizia arriva a pochi giorni dal taglio sulle stime della crescita del FMI.

Italia: perché il debito pubblico 2015 è rivisto al rialzo da Bankitalia

Il debito pubblico del 2015 è stato rivisto al rialzo nell’ultimo report di Banca d’Italia “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” di oggi.

L’aumento riscontrato è pari a 1,8 miliardi di euro, per un totale aggiornato di 2.171,67 miliardi. Cresce di conseguenza anche il rapporto rispetto al PIL, che passa dal 132,6% al 132,7%, in una situazione che preoccupa l’Eurogruppo.

La revisione avrebbe come principale causa l’inclusione delle passività del Fondo di Risoluzione Nazionale, che durante lo scorso anno corse in aiuto di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara.

Tende ad allungarsi, quindi, la prospettiva di recupero del debito pubblico, dopo che le nuove stime di oggi si vanno ad aggiungere al taglio delle stime sulla crescita previste dal Fondo Monetario Internazionale e dallo stesso governo italiano.

Italia: rivisto al rialzo il debito pubblico 2015

Le ultime notizie provenienti da Banca d’Italia non sono delle migliori per il nostro paese.

Il debito pubblico dello scorso anno è stato rivisto al rialzo (+1,8 miliardi di euro), così come il suo peso nel confronti del PIL, passato dal 132,6% al 132,7%.

Il motivo è l’aver compreso anche le passività del Fondo di Risoluzione Nazionale, protagonista nel salvataggio delle quattro banche italiane, crollate nell’ultima parte dello scorso anno.

Aumenta anche il debito pubblico calcolato su base mensile, passato dai 2.214,9 miliardi di euro di gennaio ai 2.236,4 di febbraio. Aumento, questo, che conta il fabbisogno del mese (10,8 miliardi di euro) e le disponibilità liquide del Tesoro, aumentate.

Notizie positive invece giungono dalle entrate tributarie rilevate nei bilanci di Stato, in aumento del 3,4% (27,5 miliardi di euro in totale), e il valore dei titoli di Stato italiani presenti nei portafogli degli investitori esteri (696,108 miliardi di euro), entrambi dati intesi su base mensile.

Italia: più debito dopo tagli alla crescita da parte di governo e FMI

Solo una settimana fa il governo italiano si era espresso sulle nuove stime per quest’anno, con un taglio della crescita del Prodotto Interno Lordo al +1,2%, dopo la stima di +1,6% effettuata a settembre dello scorso anno.

Le stime sul PIL sono state poi oggetto anche delle analisi del Fondo Monetario Internazionale, che ha fermato la crescita dell’Italia per i 2016 al +1%, stima anche in questo caso rivista al ribasso dopo il +1,3% comunicato a gennaio.

Le revisioni al ribasso del PIL, oltretutto, non includono eventuali rischi di ulteriori sofferenze bancarie che possano ostacolare il corso naturale degli eventi, pericolo che il mercato fa capire non sia poi così remoto.

Le stime sul debito pubblico, che hanno preceduto la revisione odierna della Banca d’Italia, parlavano di un 133% del PIL previsto nel 2016 dal FMI, contro le stime (riviste comunque al ribasso) del governo che lo danno al 132,4% per quest’anno.

L’inflazione è stata prevista in lieve aumento per quest’anno dal FMI (0,2%), mentre le stime per il 2017 divergono rispetto a quelle offerte dal nostro governo, che più ottimisticamente si aspetta un 1,3%, contro lo 0,7% degli economisti di Washington.

Infine le stime sulla disoccupazione trovano vedute congiunte, con FMI e governo italiano che vedono per quest’anno una diminuzione verso l’11,4%, dopo l’11,9% dello scorso anno.

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