Perché Erdogan sta affossando la lira turca, ora peggiore valuta emergente

Violetta Silvestri

02/06/2021

Erdogan continua a scuotere la lira turca, in costante affondo e ora considerata la peggiore valuta tra i Paesi emergenti. Cosa sta succedendo? Tutti i guai economici della Turchia.

Perché Erdogan sta affossando la lira turca, ora peggiore valuta emergente

La lira turca non trova pace e continua il suo affondo, complicando la già difficile situazione economica e finanziaria della Turchia.

Il presidente Erdogan ha rinnovato le richieste di tassi di interesse più bassi, spingendo la valuta a un nuovo minimo rispetto al dollaro. Cresce, inoltre, la pressione sul governatore della banca centrale per allentare la politica nonostante l’elevata inflazione.

Gli analisti sono piuttosto pessimisti sul futuro turco e già annoverano la valuta come la peggiore tra i Paesi emergenti, dopo che aveva conquistato negli anni l’etichetta di moneta più performante.

Che sta succedendo alla lira turca e quali guai economici si abbattono su Erdogan?

Lira turca affonda: cosa succede?

La dichiarazione di Erdogan secondo cui i tassi di interesse potrebbero essere tagliati a luglio o agosto indica un’altra estate drammatica per la lira.

Il peggioramento del sentiment, responsabile di oltre la metà del calo del 13% della valuta di quest’anno, ha già spinto la lira a un minimo record e ha trasformato quella che era la moneta dei mercati emergenti più performante fino a metà febbraio alla peggiore, secondo le analisi Bloomberg.

L’aumento dei prezzi del petrolio e dell’inflazione globale forniscono ulteriori venti contrari alla stabilità della nazione.

Nel dettaglio, la lira si è indebolita di circa il 3% all’inizio di mercoledì 2 giugno per scambiare a 8,6 dollari nella mattinata.

Il nuovo tonfo ha fatto seguito alle osservazioni di Erdogan, il quale sostiene la convinzione non ortodossa che i costi di finanziamento inferiori aiuteranno a rallentare l’inflazione, a differenza di quanto pensa la maggior parte dei banchieri centrali di tutto il mondo.

Occorre sottolineare che il livello attuale di inflazione turco rende quasi impossibile per il governatore tagliare i tassi.

Probabilmente a maggio i prezzi sono aumentati del 17,3% annuo, rispetto al 17,1% del mese precedente, secondo la stima mediana in un sondaggio Bloomberg di 25 analisti. Più della metà prevede un’accelerazione per un ottavo mese.

L’economia turca cresce, ma è piena di insidie

L’economia turca è cresciuta a un ritmo sostenuto quest’anno, un’espansione che è avvenuta a scapito della stabilità dei prezzi e del valore della valuta.

Il rilancio è stato supportato da un consumo robusto sulla scia della spinta governativa dell’anno scorso per tagliare i tassi di interesse e aumentare i prestiti.

Il PIL è aumentato del 7% rispetto all’anno precedente e dell’1,7% rispetto al quarto trimestre.

Quali insidie si nascondono dietro questi numeri? Enver Erkan, capo economista di Tera Yatirim, con sede a Istanbul ha parlato di illusione.

Il PIL pro capite in dollari USA è sceso di quasi il 40% dal 2013 a circa 7.700 dollari l’anno scorso, rendendo il modello economico della Turchia insostenibile poiché la crescita è principalmente guidata dalla spesa pubblica e dagli sforzi per aumentare i prestiti.

Il Governo ha incoraggiato le banche ad aumentare i prestiti per aiutare le imprese e i consumatori e il boom del credito è stato accompagnato da un ciclo di allentamento anticipato. Quella spinta alla crescita ha indebolito la valuta del 20% lo scorso anno e ha mantenuto l’inflazione a due cifre.

Infine, c’è il problema disoccupazione, con l’indice principale che si attesta al 13,1% e il tasso tra i giovani del Paese a circa il doppio.

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