Tempesta Vaia, dalla Filiera Solidale PEFC un aiuto concreto alle comunità forestali

Chiara Ridolfi

4 Marzo 2019 - 13:24

Francesco Dellagiacoma, vicepresidente del PEFC Italia, ci racconta come si sta muovendo l’associazione dopo la tempesta Vaia e quali sono i progetti.

Tempesta Vaia, dalla Filiera Solidale PEFC un aiuto concreto alle comunità forestali

La tempesta Vaia che si è abbattuta lo scorso ottobre sull’Italia ha lasciato a terra 9 milioni di metri cubi di legno, mettendo in ginocchio un ecosistema sia dal punto di vista ambientale che economico e sociale. A subirne i danni sono state soprattutto le regioni del Triveneto, dove le piccole e grandi aziende coinvolte nella filiera del legno faticano ora a trovare soluzioni al dramma presente e soprattutto prospettive per un futuro che si preannuncia ricco di difficoltà.
A darci un quadro della situazione e a raccontarci le iniziative messe in campo a supporto delle comunità forestali colpite dal maltempo, è Francesco Dellagiacoma, vicepresidente del PEFC Italia, associazione senza fini di lucro che costituisce l’organo di governo nazionale del sistema di certificazione PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), cioè il Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale.

  • Quali sono i numeri della certificazione PEFC in Italia?

Nel 2018 la superficie certificata è stata di 819.017,06 ettari, oltre 73.000 in più rispetto al 2017. Sono certificati PEFC i boschi alpini più belli e più noti come Latemar e Val d’Ega, Paneveggio e la val di Fiemme, la val Visdende e il Cadore, quelle dell’Alta val di Susa, i boschi di Ampezzo e Fusine oltre a quelli dell’Amiata e delle Colline Metallifere in Toscana.

Nel 2018 inoltre si sono aggiunte inoltre 87 nuove realtà aziendali che hanno scelto di certificare il proprio impegno nella sostenibilità e nel rispetto del patrimonio forestale, ottenendo la certificazione di Catena di Custodia, ovvero il sistema di tracciabilità a livello aziendale utilizzato per tutte le fasi di lavorazione e distribuzione di legno e carta che viene rilasciato alle aziende dopo averne verificato la conformità alla norma PEFC per la tracciabilità del flusso della materia prima.

  • Ad ottobre 2018 la tempesta chiamata “Vaia” ha colpito le foreste alpine del Nord Est: quali sono state le conseguenze a livello economico per quelle aree?

Ci sono a terra oltre 9 milioni di metri cubi di legname, in un’area dove se ne tagliano meno di 1,5 all’anno; molte strade di accesso sono state danneggiate o distrutte; varie ditte di utilizzazione (boscaioli) hanno avuto attrezzature danneggiate; gran parte del legname si può recuperare, ma a costi maggiori per il pericolo che le piante abbattute costituiscono e per le maggiori perdite legate alle rotture dei tronchi e alle minori dimensioni delle piante rispetto ai tagli ordinari di piante selezionate; la quantità addizionale di legname che entrerà sul mercato ha portato ad una aspettativa di riduzione del prezzo del legname e dei prodotti in legno che sta condizionando le vendite. Colpiti più duramente sono i proprietari forestali che si trovano ad affrontare una situazione eccezionale ora (molto legname da allestire e vendere) e in futuro: riduzione delle entrate, necessità di investire nel ripristino e di rivedere la pianificazione. Per evitare grandi perdite di valore il legname dovrà essere allestito nel giro di 2-3 anni.

  • E a livello sociale?

C’è in questo momento una carenza di mano d’opera specializzata che in un secondo tempo potrà risultare in eccesso. Sia il settore dei boscaioli che quello delle segherie non sono in grado di assorbire questa quantità addizionale e improvvisa di legname. Occorre sottolineare però che a livello di regione alpina italiana il bosco è tuttora sottoutilizzato, per cui sono possibili (e auspicabili) compensazioni all’interno dell’area, con imprese che operano su aree più ampie.

Inoltre occorre garantire il mantenimento dei servizi ecosistemici del bosco alle comunità locali e regionali e quindi puntare ad accelerare il suo ripristino (rimboschimenti) e integrare i servizi che il bosco non può svolgere adeguatamente fino alla sua ricostituzione (protezione da rotolamento massi, frane, ciclo dell’acqua).

  • In che modo il PEFC sta intervenendo per sostenere le aree colpite?

Raccogliendo le sollecitazioni di associazioni e singole persone che chiedevano cosa è possibile fare per contribuire al ripristino dei danni, PEFC ha lanciato il progetto FILIERA SOLIDALE proponendo un logo per il legname proveniente dall’allestimento delle piante abbattute da Vaia che lo accompagnerà fino ai prodotti finali con la tracciabilità attraverso le varie trasformazioni.

È un’occasione importante per la filiera del legno italiana, che è importante, ma attualmente basata sull’importazione del legno per oltre ¾: PEFC chiede alle imprese del legno di utilizzare il legno proveniente da Vaia sostituendo in parte le importazioni e ai consumatori di richiedere i prodotti fatti con questo legno, contrastando l’aspettativa di riduzione del prezzo dei prodotti: un’azione di solidarietà per il ripristino delle foreste distrutte da parte di tutto il settore (importante) del legno italiano.

  • Le istituzioni vi hanno supportato?

Stiamo discutendo con le istituzioni il progetto, chiedendo di prevedere nei contratti dei punteggi a favore del legno proveniente da Vaia. Anche la comunicazione in questo senso e la visibilità del logo della filiera solidale sono importanti. Naturalmente il primo impegno deve venire dalle regioni, province autonome e comuni direttamente interessati, che sono in gran parte già certificati PEFC.

  • Ci sono state aziende che si sono particolarmente impegnate nel supportare la vostra Filiera Solidale?
    I nostri contatti sono soprattutto con le associazioni di categoria. Varie aziende singole hanno dichiarato il loro interesse al progetto, in particolare fra quelle della parte finale della filiera, quelle della prima parte e i proprietari forestali, che nel nostro progetto sono quelli che stabiliscono l’entrata del legname nella filiera solidale, sono alle prese con problemi organizzativi immediati e con l’aspettativa di riduzione dei prezzi, per il cui contrasto è nata Filiera solidale. Anche gli organismi di certificazione, chiamati a controllare la tracciabilità del legname hanno dichiarato il loro interesse e disponibilità a sostenere il progetto, assorbendo anche una parte dei maggiori costi, come farà anche PEFC Italia.
  • PEFC Italia ha in programma anche altre iniziative da mettere in campo a sostegno delle aree colpite da VAIA?

Il CdA di PEFC ha deciso che FILIERA SOLIDALE è il progetto centrale per l’attività dell’associazione nei prossimi anni: è l’evento di gran lunga più distruttivo che ha colpito i boschi italiani da sempre, ha interessato l’area dove la certificazione è più radicata, ci sono le condizioni oggettive per operare e per dare attuazione ad una filiera corta del legno. Come in altre occasioni le situazioni di crisi sono anche opportunità importanti per fare emergere progetti, capacità, alleanze. PEFC metterà in gioco le proprie risorse in questo progetto. Nel periodo natalizio sono state fatte iniziative di solidarietà con la vendita delle punte degli alberi abbattuti come alberi di natale (compresi quelli forniti alla Camera e al Quirinale), il cui ricavato è stato destinato all’opera di rimboschimento. La comunicazione sarà essenziale: PEFC ha aperto una sezione speciale del proprio sito per dare notizia del progetto e delle iniziative collegate al ripristino dei danni causati da Vaia. La newsletter di PEFC darà sempre ampio spazio a tutte le notizie al riguardo.

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