Tonfo lira turca: Erdogan cambia (ancora) i vertici della banca centrale

Violetta Silvestri

14 Ottobre 2021 - 11:36

La lira turca ha toccato il minimo storico dopo che Erdogan ha deciso un nuovo ciclo di licenziamenti ai vertici della banca centrale. Il presidente continua a interferire nella politica monetaria.

Tonfo lira turca: Erdogan cambia (ancora) i vertici della banca centrale

La lira turca affonda dopo l’ultima mossa di Erdogan nei confronti dei vertici della banca centrale nazionale.

Come già successo in precedenza, il presidente è intervenuto pesantemente sull’assetto dell’istituto finanziario del Paese, ordinando un nuovo ciclo di licenziamenti e sostituzioni.

C’è un clima di nervosismo in Turchia, dove l’inflazione viaggia su livelli massimi ed Erdogan cerca di guadagnare consensi per le elezioni del prossimo anno.

L’ultima decisione del presidente turco ha impattato sulla valuta, caduta a picco negli scambi notturni.

Erdogan spinge (di nuovo) la lira turca ai minimi

La lira turca, già sotto pressione a causa di un dollaro USA forte e delle preoccupazioni degli investitori sulla politica economica ed estera di Ankara, è scesa dell’1% negli scambi notturni arretrando al minimo storico di 9,19 contro il dollaro.

La lira era stata messa sotto pressione a che la scorsa settimana, dopo che Reuters aveva riferito che Erdogan aveva perso fiducia in Kavcioglu, nominato a marzo, anche se il mese scorso ha tagliato a sorpresa il tasso di riferimento della banca al 18% quando l’inflazione annuale era al 19%.

La valuta, intanto, ha perso il 59% del suo valore rispetto al dollaro dall’inizio del 2018.

L’ultimo scossone alla debole lira turca è arrivato con il decreto firmato a tarda notte da Erdogan in sui è stata ordinata l’ennesima raffica di licenziamenti.

Nel dettaglio, è stato rimosso Ugur Namik Kucuk, vicegornatore, unico ad opporsi a un taglio dei tassi che ha scioccato gli investitori internazionali il mese scorso, secondo indiscrezioni.

Il secondo vice governatore licenziato è stato Semih Tumen, che ha perso il posto insieme a Abdullah Yavas, membro del comitato di politica monetaria.

Credibilità della Turchia a rischio

Erdogan ha acquisito un controllo senza precedenti sulla banca centrale, nominalmente indipendente.

Le sue interferenze stanno danneggiando la fiducia nei confronti della nazione come promettente mercato emergente secondo diversi analisti.

Il presidente, un oppositore degli alti tassi di interesse, si è scontrato con una serie di governatori mentre cercava di dare priorità a una crescita elevata dell’economia e dei prestiti a tutti i costi, anche spingendo l’inflazione. Ha licenziato il capo della banca centrale tre volte dalla metà del 2019, oltre a sostituire numerosi altri funzionari.

La sua teoria di abbassare i tassi per favorire i prestiti si scontra con prezzi al consumo ai massimi di due anni nella nazione, con un +19,58% registrato a settembre.

Piotr Matys, analista senior di In Touch Capital Markets, ha ricordato che “in un momento in cui i prezzi globali delle materie prime sono alti e potrebbero aumentare ulteriormente, la Turchia ha bisogno di una valuta stabile o addirittura più forte.”

Tuttavia, la lira resta debole e i costi di petrolio e altri beni importati dalla nazione sono sempre più alti.

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