Amaterasu, cosa sappiamo sul raggio cosmico che ha colpito la Terra

Ilena D’Errico

28 Novembre 2023 - 08:25

Ecco cosa sappiamo su Amaterasu, il raggio cosmico che ha colpito la Terra il 27 novembre 2023, e quali potrebbero essere le spiegazioni secondo la scienza.

Amaterasu, cosa sappiamo sul raggio cosmico che ha colpito la Terra

La Terra è stata colpita da un raggio cosmico proveniente dallo spazio. La scoperta è stata fatta dal team di Toshihiro Fujii dell’Università metropolitana di Osaka, che ha spiegato dell’accaduto sulla rivista Science e soprannominato il raggio con il nome della dea del Sole della mitologia giapponese, Amaterasu.

Amaterasu ha un livello di energia altissimo, ben superiore a quello del Large Hadron Collider del Cern di Ginevra, l’acceleratore di particelle più potente al mondo. L’energia di Amaterasu raggiunge i 240 exa-elettronvolt ed è per questo seconda a quella prodotta dal raggio scoperto nel 1991, che con 320 exa-elettronvolt è stato chiamato “Oh my God”, in modo molto evocativo.

Il team di scienziati ha fornito diverse spiegazioni per l’accaduto, vagliando le ipotesi da quelle più convenzionali alle teorie più estreme. Si tratta della quarta particella di questo tipo proveniente dallo spazio e rilevata dagli strumenti terrestri, ma ancora non se ne conoscono le precise origini. Ecco cosa sappiamo per ora grazie al parere condiviso dagli esperti.

Cos’è un raggio cosmico

A dispetto del nome che risulta fantascientifico per i non addetti ai lavori, la sola esistenza di un raggio cosmico non è un evento così straordinario. Si tratta, spiegano gli esperti, di particelle subatomiche ad alta energia che viaggiano nello spazio a velocità elevate, molto vicine a quella della luce.

I raggi cosmici possono essere originati da diverse fonti, sia galattiche che extragalattiche, ma anche dal nostro Sole. La straordinarietà del raggio che ha colpito la Terra il 27 novembre sta più che altro nella sua velocità, non solo per i valori altissimi ma anche perché gli stessi ne rendono complicata l’individuazione.

Basti pensare che vengono definiti raggi ad altissima energia quelli che superano un extra-elettronvolt, una misura quasi un milione di volte superiore dall’energia raggiunta dalle particelle nel più potente acceleratore costruito dagli esseri umani.

I raggi che superano i 200 extra-elettronvolt sono quindi rarissimi, queste particelle arrivano sulla Terra circa ogni secolo, una per chilometro quadrato. Ad oggi ne sono stati registrati soltanto 4, un ulteriore ostacolo alla comprensione delle sue origini.

Cosa sappiamo su Amaterasu

Amaterasu è stato rilevato dagli scienziati grazie ai sensori del Telescope Array, ma ogni sforzo per rintracciarne l’origine è stato vano. Si sa semplicemente che l’origine è extragalattica, dato che la particella proviene da una zona del cosmo fuori dalla nostra galassia (la Via Lattea), anche se nelle sue prossimità.

Le analisi svolte dagli esperti hanno poi infittito il mistero, poiché i calcoli effettuati in base al moto dei raggi cosmici e alle loro interazioni con i campi magnetici degli oggetti celesti (che il team ha sottolineato essere molto ridotte) indicano che nella zona di provenienza del raggio non c’è nulla di rilevante a spiegarne l’origine. Niente galassie, esplosioni stellari o buchi neri, pur ampliando la zona in esame.

Nonostante ciò, l’ipotesi del buco nero resta quella più plausibile secondo le conoscenze accumulate sinora. Secondo John Belz dell’Università dello Utah (co-autore dell’articolo su Science), potrebbe trattarsi di un super buco nero, non rilevato a causa di un campo magnetico che ha deviato la particella in arrivo.

In effetti, gli scienziati hanno messo in conto che i modelli sui raggi cosmici utilizzati possano essere in parte errati. Amaterasu potrebbe così provenire da una zona del cosmo diversa e avere una spiegazione più evidente.

Gli esperti non escludono, però, che ci possano essere fenomeni fisici ancora non del tutto conosciuti. Infine, le ipotesi più suggestive: il raggio cosmico potrebbe essere stato causato da un difetto nella struttura spazio-tempo o da una collisione di stringhe cosmiche. “Quasi idee folli” hanno precisato, in attesa di svolgere indagini più precise nella speranza che possano risolvere il mistero.

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