Assegno di mantenimento nell’Isee: quando va indicato e quanto incide sul calcolo

Simone Micocci

31 Gennaio 2023 - 15:44

Assegno di mantenimento nell’Isee: quanto incide sul valore finale e come va indicato? Ecco tutto quello che gli ex coniugi devono sapere.

Assegno di mantenimento nell’Isee: quando va indicato e quanto incide sul calcolo

L’assegno di mantenimento, sia se riconosciuto all’ex coniuge che direttamente ai figli, va indicato nell’Isee. Sul valore dell’attestazione, infatti, incidono tutti i redditi percepiti dai componenti del nucleo familiare, compresi gli assegni di mantenimento qualora versati dall’ex coniuge o comunque dal genitore non sposato né convivente.

Più è elevato l’assegno di mantenimento, quindi, e più c’è il rischio di Isee alto che limita l’accesso a bonus e agevolazioni. A tal proposito, di seguito vedremo in che modo l’assegno di mantenimento incide sull’Isee, oltre a fare chiarezza su alcuni casi particolari: ad esempio, se l’assegno di mantenimento è venuto meno nell’ultimo anno è possibile richiedere l’Isee corrente?

Assegno di mantenimento nell’Isee

Come noto, nella Dsu ai fini Isee si tiene conto di redditi e patrimoni riferiti a due anni prima: lo stesso vale per l’assegno di mantenimento, per il quale bisogna indicare la cifra complessivamente percepita due anni prima dalla presentazione della dichiarazione.

Tuttavia, bisogna distinguere dall’assegno di mantenimento spettante all’ex coniuge da quello eventualmente versato ai figli. Per quanto riguarda il primo:

  • l’assegno di mantenimento non va indicato da coloro che hanno presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi. In tal caso, infatti, l’importo percepito sarà incluso nel reddito complessivo;
  • l’assegno di mantenimento va indicato, precisamente nel quadro FC8, se la dichiarazione dei redditi non è stata presentata.

Facciamo un esempio: Caia nel 2021 ha percepito 3.000 euro di assegno di mantenimento da Tizio. Tuttavia, Caia nel 2022 ha presentato regolarmente dichiarazione dei redditi, riferita quindi al periodo d’imposta 2021, e per questo motivo non deve indicare nuovamente l’importo dell’assegno di mantenimento percepito nella Dsu ai fini Isee in quanto questo è già agglomerato nel reddito complessivo.

Nel caso dell’assegno di mantenimento riconosciuto ai figli, invece, va sempre data comunicazione nella Dsu ai fini Isee (nel quadro FC5).

Non è componente aggregato al nucleo il genitore che paga l’assegno di mantenimento

Come noto, quando l’attestazione è necessaria per accedere a bonus e agevolazioni rivolte ai minori, bisogna richiedere l’Isee minorenni.

La differenza rispetto all’Isee ordinario è che nel nucleo familiare rientrano, in qualità di componente aggregata, anche i genitori non sposati e non conviventi dei minori per i quali si intende richiedere la prestazione. Ciò significa che nel calcolo dell’attestazione riferita al minore si terrà conto anche di redditi e patrimoni del genitore che di fatto non è presente nel nucleo familiare.

Tuttavia, non è così quando l’altro genitore sia tenuto a versare gli assegni periodici per il mantenimento dei figli laddove stabiliti con provvedimento giudiziario. Il genitore che paga gli “alimenti”, quindi, non dovrà essere considerato componente aggregata al nucleo e per questo non sarà necessario indicarne redditi e patrimoni.

Quanto incide l’assegno di mantenimento sull’Isee?

L’Isee viene calcolato con la seguente formula:

(ISR + 20%ISP)/SE

dove:

  • ISR è la somma di tutti i redditi;
  • ISP è la somma dei patrimoni;
  • SE è la scala di equivalenza, con valore variabile a seconda del numero dei componenti.

Nell’ISR si considerano tutti i redditi, compresi appunto eventuali assegni di mantenimento. Consideriamo ad esempio una famiglia con un solo genitore nel nucleo più due figli minori con:

  • reddito da lavoro: 10.000 euro l’anno;
  • patrimonio mobiliare 5.000 euro

La scala di equivalenza è pari a 2,24, quindi l’Isee viene così calcolato:

(10.000 + 0*)/2,24

*In quanto i primi 15.493,71 euro non si considerano

Il risultato, quindi, è un Isee di 4.464,28 euro.

Adesso consideriamo che l’altro genitore, non convivente e non sposato, versi 3.000 euro di assegni di mantenimento ogni anno. Tale somma si aggiunge all’ISR, con l’Isee che viene così ricalcolato:

(13.000 + 0*)/2,24

L’Isee, quindi, aumenta così a 5.803,57 euro. Di fatto, l’assegno di mantenimento si considera per intero sull’Isee e incide quanto qualsiasi altro reddito: più è alta la scala di equivalenza e meno sarà l’impatto sul valore finale dell’attestazione, e viceversa.

Si può fare l’Isee corrente se si perde l’assegno di mantenimento?

Mettiamo il caso che tra il 2021 (periodo preso in considerazione per l’Isee 2023) e il 2022 ci sia stata la perdita dell’assegno di mantenimento: in tal caso è possibile presentare l’Isee corrente considerando così i redditi percepiti nell’ultimo anno?

Dipende se si tratta dell’assegno di mantenimento erogato in favore dell’ex coniuge o dei figli. Come ci ricorda l’Inps, infatti, da un punto di vista fiscale l’assegno di mantenimento erogato all’ex coniuge a seguito di separazione legale ed effettiva o in caso di divorzio rappresenta un reddito assimilato a lavoro dipendente. Per questo motivo, qualora nell’ultimo anno l’assegno di mantenimento non sia stato pagato, e laddove ciò abbia comportato una variazione dell’indicatore della situazione reddituale superiore al 25%, sarà possibile richiedere un Isee corrente.

Diversamente, gli assegni per il mantenimento di figli pur concorrendo a formare il reddito ai fini Isee non vengono presi in considerazione ai fini del calcolo dell’Isee corrente. Ciò significa che anche se non vengono più erogati non giustificano da soli la possibilità di richiedere l’Isee corrente.

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