Che differenza c’è tra B Corp e Società Benefit

Mirko Malgieri

09/09/2022

Pur non essendo la stessa cosa, entrambe definiscono un nuovo paradigma di business e stanno aumentando in Italia e in tutto il mondo.

Che differenza c’è tra B Corp e Società Benefit

Quando parliamo di B Corp e Società Benefit ci riferiamo ad aziende promotrici di un nuovo paradigma di business: entrambe sono organizzazioni “for profit”, che perseguono i propri obiettivi economici applicando metodologie e processi in grado di generare un impatto positivo nell’ambiente in cui operano.
Tra le due però la distinzione da fare è formale e sostanziale (sebbene proprio ‘B Corp’ rappresenti di fatto la sigla di “Benefit Corporation”): le società benefit e le B Corp certificate non sono la stessa cosa.

Pur essendo due aspetti complementari di un modo di pensare l’impresa, la Società Benefit è una forma giuridica che una società può assumere, mentre la B Corp è un’azienda che ha ottenuto una certificazione superando un assessment di valutazione sulla sostenibilità delle proprie performance Esg.

Cos’è la certificazione B Corp e come richiederla

Nata nel 2006 con il lavoro di una non profit statunitense - la B Lab - la certificazione B Corp viene ottenuta dalle aziende che soddisfano elevati standard di trasparenza, responsabilità e sostenibilità.

Non valuta prodotti o servizi, ma l’intera performance sociale e ambientale di un’organizzazione: le operazioni e il modello di business dell’azienda, la trasparenza, l’etica, l’inclusione, il trattamento di dipendenti e lavoratori, la relazione con la comunità, l’impatto sull’ambiente e sui clienti.

Riconosciuta ovunque nel mondo, la certificazione B Corp viene assegnata alle organizzazioni che totalizzano un punteggio minimo di 80 punti rispondendo al Benefit Impact Assessment (o Bia), il questionario compilabile gratuitamente e composto da 200 domande categorizzate in 5 ambiti di impatto: dipendenti, comunità, clienti, governance, ambiente.

Le B Corporation che superano l’assessment devono corrispondere una quota annuale (che può variare tra i 500 € e i 50.000 € in base al fatturato annuale) per utilizzare il logo ‘Certified B Corp’ e accedere a servizi di supporto da parte del brand B Lab.

Inoltre, a garanzia dell’affidabilità e della coerenza di questo standard, devono rinnovare la certificazione ogni 3 anni: questo rigore richiede infatti alle aziende di mantenere un impegno costante nel tempo e, di conseguenza, di strutturare standard sostenibili all’interno dei propri processi di business.

In Italia, ad esempio, le imprese B Corp devono obbligatoriamente assumere lo status formale di Società Benefit entro 2-3 anni, pena il decadimento della certificazione stessa.

Quando nasce e cos’è una Società Benefit

Con la legge 208 del 28 dicembre 2015, l’Italia è stata la prima nazione europea a introdurre nel proprio ordinamento la formula della Società Benefit, uno status giuridico che alle imprese richiede di indicare nel proprio statuto un Beneficio Comune specifico, definito dalla legge come un concreto impatto positivo sulla società e sull’ambiente che può essere valutato da terze parti indipendenti dal punto di vista qualitativo e quantitativo.

Le aziende di nuova formazione possono costituirsi come società benefit presso un notaio o seguendo i normali iter previsti dalla legge, mentre le imprese esistenti possono diventarlo modificando il proprio statuto ed esplicitando il proprio oggetto sociale.

Questo non vale per le organizzazioni non profit che, non essendo “double purpose” e non generando utili, non rientrano nella ratio di questa forma giuridica.

Annualmente le Società Benefit devono pubblicare una relazione di impatto che utilizzi uno standard riconosciuto (come, per l’appunto, il Bia) per rendicontare attività, risultati raggiunti e obiettivi futuri.

Nel caso le linee guida della legislazione non fossero rispettate, un ruolo “sanzionatorio” lo ricopre l’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), che applica la regolamentazione in materia di pubblicità ingannevole e di pratiche commerciali scorrette.

B Corp e Società Benefit in Italia: numeri ed esempi

Attualmente in Italia si contano più di 1.000 Società Benefit e 140 certificate B Corp. Secondo i dati diffusi da B Corp Italia, nel 2021 il numero di queste imprese è cresciuto del 26%, con un fatturato complessivo di 8 miliardi di euro e oltre 15mila persone impiegate.

Un trend positivo, nonostante le conseguenze economiche della pandemia, rilevabile anche in Europa (con 1.400 certificate B Corp) e in 75 paesi nel mondo, dove oltre 4.600 imprese generano un volume d’affari di 155 miliardi.

Nel nostro Paese la maggior concentrazione di B Corp si rintraccia nel nord-ovest, in particolare in Lombardia, in Emilia-Romagna e Veneto, seguite da Piemonte, Lazio e Toscana.

Anche guardando al settore merceologico si registrano delle particolarità: molte delle B Corp italiane appartengono infatti a settori portanti dell’economia nazionale, come il settore alimentare, quello manifatturiero e dei servizi professionali e tecnici.

Tra queste troviamo tante startup e Pmi, ma anche società con storia e dimensioni considerevoli come 24Bottles, Alessi, Danone, Florim, Fratelli Carli, Illy, Reda.

Questo a dimostrazione del fatto che non sono soltanto le organizzazioni “più agili” a intraprendere questo percorso di certificazione e a rendere più sostenibile il proprio modello di business.

Al di là della dimensione, d’altronde, i vantaggi risultano evidenti: nell’ultimo bienno e nonostante la crisi, a livello globale circa il 66% delle B Corp ha registrato un aumento di fatturato e ampliato il proprio organico.

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