Buco nero cresce troppo in fretta: cosa sappiamo e conseguenze

Alessandro Nuzzo

11 Dicembre 2023 - 19:51

C’è un buco nero in una galassia lontanissima dalla Terra cresciuto vertiginosamente in poco tempo. Una crescita per gli astronomi incomprensibile.

Buco nero cresce troppo in fretta: cosa sappiamo e conseguenze

C’è un buco nero scoperto da un po’ di tempo che sta mandando in confusione gli astronomi di tutto il mondo. Esso si trova nella galassia GN-z11, una delle più lontane dalla Terra con una dimensione però più piccola della via Lattea. Ciò che è strano è che questo buco nero ha delle dimensioni enormi di 1,6 milioni di masse solari e sta continuando a crescere a ritmo sostenuto inghiottendo tutto ciò che gli passa accanto.

Ciò che gli astronomi non riescono a capire è come mai sia cresciuto così rapidamente in un tempo molto breve, considerato che si è formato quando l’universo era giovanissimo e aveva solo 420 milioni di anni, ovvero il 3% della sua età attuale. Un fatto insolito a cui gli esperti hanno provato a dare tre differenti teorie.

Buco nero cresciuto troppo in fretta: lo studio

A fare la scoperta di questo particolare buco nero è stato il telescopio spaziale James Webb gestito da Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese. Coordinata dall’Università britannica di Cambridge, la ricerca è stata condotta in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa. Il risultato è stato pubblicato su arXiv, la piattaforma che accoglie gli articoli non ancora sottoposti al vaglio della comunità scientifica.

Il rompicapo che gli esperti stanno cercando di risolvere è non solo come sia stato possibile che questo buco nero così enorme sia nato in una galassia così piccola ma anche come abbia fatto a crescere così rapidamente in un periodo così breve, considerato che si è formato dopo il Big Bang.

Sono tre le piste seguite

Gli astronomi seguono tre piste per provare a dare una risposta al dilemma. La prima è che il buco nero è nato durante il Big Bang, quando la materia era sottoposta ad altissime densità e continue fluttuazioni.

La seconda teoria è che ha saltato tutte le fasi della crescita, come si credeva che i buchi neri facessero, diventando così rapidamente adulto. La terza ipotesi, che è anche la più straordinaria e impensabile, è che i buchi neri siano in grado di incrementare la loro massa in maniera vertiginosa. Molto più rapida di quanto si è sempre immaginato.

Non è facile dare una risposta. Secondo Roberto Maiolino, ricercatore italiano dell’Università di Cambridge «è nato appena 440 milioni di anni dopo il Big Bang. Impossibile, per quanto ne sappiamo, che abbia potuto mangiare tanto e raggiungere in così poco tempo una massa equivalente a un milione di Soli, guadagnarsi l’etichetta di supermassiccio». Eppure lo ha fatto.

Per Maiolino che ha guidato lo studio, c’è un solo modo per capire come sia stato possibile: cercando altri buchi neri progenitori supermassicci formatesi prima ancora delle stelle. Maggiori informazioni potrebbero arrivare dalla costruzione del telescopio ELT dell’ESO (European Southern Observatory) nel deserto di Atacama in Cile. Questo telescopio ha uno specchio 5 volte più grande di Webb e regalerà immagini ancora più nitide. E questo aiuterà circa la difficile ricerca dallo Spazio e dalla Terra.

Maiolino ha poi voluto tranquillizzare sul fatto che la Terra non corre pericoli. «Non c’è ragione di inquietarsi. Sono oggetti molto affascinanti e noi non corriamo alcun pericolo», ha detto.

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