Capire i rischi della tecnologia fa bene alle relazioni

Dario Colombo

16 Giugno 2023 - 12:55

I rischi di un uso improprio del digitale e dell’AI vanno immaginati e arginati, per poter avere relazioni umane e professionali adeguate. Ne abbiamo parlato con Maria Enrica Angelone, ceo di Wallife.

Capire i rischi della tecnologia fa bene alle relazioni

Se intendiamo la vita umana come un percorso di continua evoluzione caratterizzata da progressi tecnologici, sappiamo anche che per ogni innovazione che si afferma si deve sempre considerare il potenziale uso distorto che se ne potrebbe fare.

Non è una visione pessimistica, ma realistica, considerato che si può avere una vista limitata sugli effetti delle tecnologie, in particolare modo di quelle digitali.

Wallife è un’azienda che si dedica proprio a cercare risposte in materia di sicurezza e protezione da rischi ancora sconosciuti: studia e indaga i nuovi confini originati dal progresso tecnologico e scientifico, legati all’esistenza stessa dell’essere umano, sia a livello biologico che digitale.

In occasione di Conn@ctions ne abbiamo voluto parlare con Maria Enrica Angelone, ceo di Wallife.

Cosa significa identificare e codificare i nuovi rischi che vengono creati dal progresso tecnologico? Che cosa determinano una volta che li si collega alle dinamiche sociali dell’essere umano e quali decisioni scaturiscono?

Identificare e codificare i nuovi rischi creati dal progresso tecnologico significa riconoscere e comprendere, attraverso un percorso di studio e di ricerca, quali sono gli impatti negativi e soprattutto le conseguenze indesiderate che le nuove tecnologie possono avere sulla società, ma in particolare sul singolo individuo.

Questi rischi possono manifestarsi in vari modi, come la violazione della nostra identità digitale e l’uso improprio dei dati personali, o per analizzare un campo più sensibile, il pericolo che dispositivi medici, come il pacemaker o protesi di ultima generazione, possano essere oggetto di un attacco hacker che ne comprometterebbe il funzionamento.

Wallife ha un team interno dedicato all’innovation e si avvale della collaborazione di un Advisory Board composto da docenti, esperti e ricercatori di livello internazionale che non solo hanno il compito di aiutarci nel processo di identificazione e codifica dei rischi, ma anche supportarci nella creazione di prodotti assicurativi che con l’ausilio di tecnologie consentono di mitigare gli effetti negativi delle innovazioni e imparare ad utilizzarle in maniera più consapevole.
Possiamo contare anche sul supporto di uno Young Advisory Board, composto da giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni che recentemente si è riunito per ottenere preziose intuizioni sui principali rischi emergenti e per fornire una prospettiva unica sui potenziali prodotti assicurativi futuri .

Le relazioni professionali e ancora prima quelle personali sono ormai simbiotiche con la tecnologia, che ne determina lo svolgimento. Voi portate avanti il tema della protezione. In cosa consiste?

Al giorno d’oggi la tecnologia è diventata una parte integrante della nostra vita quotidiana influenzando profondamente la natura delle relazioni umane.
L’uomo è sempre più dipendente dalla tecnologia e dai suoi strumenti, basti pensare nel contesto lavorativo quanto l’utilizzo di e-mail, piattaforme di collaborazione online e social network professionali abbiano trasformato il modo in cui le persone lavorano insieme.

Nel contesto delle relazioni personali, questo rapporto simbiotico con la tecnologia ha consentito all’uomo di poter trasporre in digitale la propria vita, composta da tutta una serie di dati personali (come immagini, documenti, dati sanitari, password e credenziali di acceso ai conti correnti online) che potrebbero essere soggetti a violazioni o furti.

In questo scenario subentra il tema della protezione, che noi di Wallife portiamo avanti. Il nostro primo prodotto assicurativo, Wallife Biometrics ID, lanciato sul mercato lo scorso autunno ne rappresenta l’esempio principale. La polizza assicura l’identità digitale e protegge l’accesso allo smartphone ai conti correnti, strumenti di pagamento online e account social. Il prodotto è supportato da una tecnologia proprietaria potenziata dal machine learning: un’app specifica che contiene al suo interno funzionalità di protezione dell’identità digitale, come uno scan in grado di rilevare più di 60 minacce informatiche e un sistema di rilevazione anti-phishing.

L’intelligenza artificiale è l’emblema della tecnologia che sta cambiando e cambierà anche il modo di tenere le relazioni. Esistono o esisteranno soluzioni assicurative in grado di tener conto di questa trasformazione?

L’intelligenza artificiale sta avendo e avrà sempre di più un impatto significativo sulle nostre vite, sicuramente come tutte le innovazioni il suo utilizzo può apportare dei rilevanti benefici, anche nel campo delle relazioni umane; tuttavia, ritengo sia fondamentale tenere alta l’attenzione verso una tecnologia il cui utilizzo tra la popolazione ha una diffusione recente e i cui effetti negativi non sono ancora stati del tutto studiati o scoperti.

Wallife ha già iniziato a raccogliere dati sugli effetti che un uso distorto di queste tecnologie potrebbe portare al genere umano, e che in parte si sono già manifestati, per esempio si stima che le email di phishing generate tramite ChatGPT abbiano un tasso di successo più alto del 135%.

Penso che l’AI possa contribuire a trasformare il settore assicurativo, non solo perché l’adozione di questa tecnologia consente una valutazione dei rischi più accurata, una personalizzazione dei prodotti da offrire al cliente e un’automazione dei processi, ma lo sviluppo di soluzioni assicurative volte alla protezione degli individui dai rischi legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, si posiziona in un ambito innovativo per il nostro settore.

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