Case green e auto Euro 7, la stretta si allenta: cosa cambia per le classi energetiche?

Nadia Pascale

16 Ottobre 2023 - 09:17

Potrebbe slittare l’entrata in vigore dell’obbligo di rinnovare il parco auto con Euro 7 e la Direttiva Case Green, novità attese dai governi e dai cittadini oberati di spese.

Case green e auto Euro 7, la stretta si allenta: cosa cambia per le classi energetiche?

Novità importanti per l’attuazione della direttiva Case Green e per la stretta sulle auto inquinanti, potrebbe essere concesso più tempo ai Paesi UE per adeguarsi ai nuovi standard. Ecco cosa sta succedendo.

L’Italia era in apprensione a causa dei costi da sostenere per l’adeguamento del patrimonio immobiliare italiano alla Direttiva Case Green, che prevede parametri molto stringenti per le emissioni inquinanti, e per la necessità di rinnovare il parco auto per adeguarlo ai criteri Euro 7.

Ecco come stanno procedendo i lavori delle Istituzioni europee dopo la pausa estiva.

Auto Euro 7, slitta di 7 anni l’adeguamento

L’adeguamento del parco auto ai criteri Euro 7 crea allarme non solo per chi ha difficoltà nell’acquisto di un nuovo veicolo, ma anche per le case costruttrici obbligate ad adeguare in breve tempo le produzioni con il rischio di perdere un’importante fetta di mercato. A rischio naturalmente anche i posti di lavoro.

Gli standard Euro 7 non incidono solo sulle emissioni derivanti dai carburanti, ma anche sulle componenti inquinanti di freni e pneumatici.

La commissione Ambiente dell’Europarlamento, con 52 sì, 32 no e 1 astenuto, ha approvato una bozza di testo di cui è stato relatore l’europarlamentare ceco Alexandr Vondra che prevede un rallentamento dell’obbligo di sostituire il parco mezzi circolante su strada con veicolo omologati Euro 7.

La bozza ha ricevuto il via libera dal Parlamento dell’UE e dovrà essere ora approvata dal Consiglio (prima di passare alla fase dei negoziati), ma di fatto prevede l’avvento dei nuovi standard Euro 7 al 1° luglio 2030 per auto e furgoni e al 1° luglio 2031 per autobus e camion. In precedenza era previsto tale passaggio epocale rispettivamente per il 2025 e il 2027. Ci saranno 7 anni in più che per imprese costruttrici e cittadini rappresentano una vera manna dal cielo.

I rappresentanti italiani nel Parlamento Europeo hanno accolto positivamente questa notizia, sostenendo che trattasi di un approccio più realistico alla transizione ecologica. L’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, ha affermato che la linea portata avanti dall’Italia alla fine ha avuto successo ed è stata condivisa. Anche dall’Italia arrivano apprezzamenti per questa scelta in particolare dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e dal ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, che ha parlato di una visione pragmatica e realistica del problema.

Direttiva Case Green, obiettivo spostato dalla singola abitazione al complesso

Per quanto riguarda la direttiva Case Green, il processo è in fase avanzata, infatti sono già iniziati i negoziati, fase finale per arrivare all’adozione definitiva. Proprio per questo la strada appare in salita.

Molti Governi UE stanno chiedendo una linea più morbida rispetto alle decisioni finora adottate, in particolare attualmente è previsto che l’obiettivo delle emissioni zero sia calcolato sul singolo edificio, linea che mette in difficoltà molti proprietari di abitazioni costruite parecchi anni fa, quando non vi erano le attuali conoscenze e non erano disponibili materiali all’avanguardia.

Gli stessi proprietari spesso abitano in vecchi stabili proprio perché hanno difficoltà nella gestione delle spese di ristrutturazione, allo stato dei fatti non vi sono molte risorse per incentivare lo svecchiamento del patrimonio immobiliare.
Per evitare questi problemi si sta pensando di riferire l’obiettivo della riduzione delle emissioni inquinanti al patrimonio immobiliare nel suo complesso.

In questa delicata fase, Parlamento europeo e Commissione europea puntano all’efficienza dei singoli edifici, ma i Governi non sono d’accordo sul punto. La stretta finale potrebbe essere determinata dalle elezioni di giugno, ormai alle porte, infatti, molti ritengono che Bruxelles potrebbe decidere di cedere ai Governi per sbloccare la situazione prima del voto.

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