Case green Ue, l’alleato che non ti aspetti: la sponda della Bce a Meloni contro le ristrutturazioni obbligatorie

Stefano Rizzuti

24 Gennaio 2023 - 13:02

Giorgia Meloni e il governo italiano trovano un alleato inatteso nella battaglia per il rinvio della direttiva Ue sulla ristrutturazione green delle abitazioni: la Bce di Christine Lagarde.

Case green Ue, l’alleato che non ti aspetti: la sponda della Bce a Meloni contro le ristrutturazioni obbligatorie

La battaglia del governo Meloni contro la direttiva europea sulle case green potrà contare su un nuovo, e inaspettato, alleato. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha infatti ricevuto una sponda inattesa - per quanto non direttamente rivolta a lei - nella Bce e nella sua presidente Christine Lagarde.

Le posizioni tra Meloni e Lagarde sono sicuramente diverse: la bocciatura dell’Italia non ha nulla a che vedere con il giudizio della Banca centrale europea, critico più su alcuni aspetti specifici che sull’impianto della direttiva. Ma, alla fine, il governo italiano ha trovato una sponda nella posizione di Francoforte, nella speranza che le nuove regole vengano riviste e la loro approvazione rinviata.

La direttiva europea sulle case green verrà votata, per la prima volta, dall’Europarlamento il 9 febbraio con la discussione in commissione Industria, ricerca ed energia. Prima di questa data, però, Lagarde ha inviato una lettera per esprimere le sue preoccupazioni e sottolineare rischi di squilibrio.

Sulla direttiva si attende il via libera finale entro marzo e i tempi, già così, sembrano stretti per poi attuare la direttiva sull’efficienza energetica degli edifici. I dubbi di Lagarde potrebbero rallentare ulteriormente i tempi, a tutto favore di Meloni, che spera in un rinvio.

Direttiva Ue sulle case green, i dubbi

Sulla direttiva Ue i dubbi sono molti e non provengono solo dall’Italia, che teme costi record per adeguare milioni di edifici con quella che viene ritenuta una ristrutturazione forzata. Anche la Germania, per esempio, chiede un approfondimento sull’impatto degli obiettivi di decarbonizzazione, sottolineando la differenza delle situazioni tra i diversi Paesi dal punto di vista degli edifici.

Bce, Lagarde contro le ristrutturazioni green?

La Bce sostiene l’idea di una rivoluzione green degli edifici, promuovendo lo sforzo e gli obiettivi della direttiva. Ma le regole non piacciono a Lagarde, soprattutto per il metodo da utilizzare per la definizione delle nuove classi Epc (Energy performance contract), che servono per certificare la classe energetica di un edificio.

La bozza della direttiva prevede che gli edifici residenziali raggiungano almeno la classe energetica F dal gennaio del 2030 e poi la classe E dal 2033. Però, secondo la Bce, manca un’armonizzazione delle definizioni da utilizzare e delle metodologie. La lettera della Bce è di primaria importanza, considerando che sul mercato immobiliare si possono mettere a rischio gli asset bancari, soprattutto per il peso degli immobili in garanzia presso le banche europee.

I rischi della direttiva Ue per la Bce

Senza un’armonizzazione, sottolinea Lagarde, è difficile una comparazione tra gli Stati membri, rischiando così di venir fuori squilibri tra le diverse banche in Ue. In più il timore è legato all’utilità del sistema di certificazioni per il rischio relativo a uno specifico immobile.

Infine la Bce ha dubbi sulla discrezione lasciata agli Stati membri, con soglie troppo diverse che potrebbero “portare a un’allocazione inefficiente del capitale all’interno dell’Ue”. Infine, il rischio è che Epc e obiettivi di ristrutturazione vadano a incidere sulla valutazione del patrimonio immobiliare, senza che esista un reale legame con il rendimento energetico e l’impatto sui costi energetici.

Case green, come può cambiare la direttiva

Secondo la Bce bisogna quindi modificare la direttiva, puntando su di una metodologia armonizzata. Che sarebbe utile per la Bce nelle sue funzioni di vigilanza e per l’impatto dell’efficienza energetica sull’esposizione degli istituti di credito. Per Lagarde, dunque, servono dati affidabili e uno standard univoco in tutta l’Ue.

Direttiva Ue su ristrutturazione case, Bce alleata dell’Italia?

La Bce sembra voler dire che serve più tempo per questa direttiva, ritenendo necessario qualche aggiustamento. Bisognerà fare con più calma, anche per l’armonizzazione che richiede, sicuramente, tempi lunghi. Forse molti mesi. Bisognerà considerare le diverse situazioni, per esempio quelle tra i Paesi del Nord e del Sud, partendo dalle differenze sul patrimonio storico e sul numero di edifici da ristrutturare.

Questa battuta d’arresto proveniente dalla Bce regala all’Italia di Giorgia Meloni un’alleata insperata nella battaglia sulle case green. La mossa di Lagarde potrebbe rallentare l’iter per l’approvazione delle nuove regole, permettendo anche di modificare alcuni criteri e dando in parte ragione a Palazzo Chigi. Meloni, quindi, ha trovato una nuova alleata nei tavoli europei sulla direttiva Ue: anche se partendo da posizioni distanti l’obiettivo di rallentarla potrebbe far approdare governo italiano e Bce su un fronte unitario.

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