Il crollo del rublo, l’aumento dell’inflazione e il calo della spesa preoccupano Putin

Flavia Provenzani

1 Settembre 2023 - 10:22

Russia: l’aumento dei prezzi causato dal crollo del valore del rublo sta facendo sentire tutto il peso della guerra e delle sanzioni occidentali ai cittadini russi.

Il crollo del rublo, l’aumento dell’inflazione e il calo della spesa preoccupano Putin

Si moltiplicano le conseguenze del recente crollo sperimentato dal rublo russo.
Ad agosto, la valuta della Russia è scesa ai minimi di 16 mesi rispetto al dollaro americano (USD/RUB). Vladimir Putin cerca di mantenere un tono fiducioso, sottolineando come l’economia sia di nuovo in crescita, come anche i salari, ma gli effetti della svalutazione della moneta si fanno sempre più innegabili. Un nuovo vento contrario soffia sull’economia russa, rafforzato dal recente crollo del rublo.

Lo stesso Putin ha ammesso come “i dati oggettivi mostrano che i rischi inflazionistici sono in aumento, e il compito di frenare la crescita dei prezzi è ora la priorità numero uno”, rivolgendosi puoi al Governo e alla Banca centrale chiedendo “di tenere la situazione sotto costante controllo”.

Crolla il rublo, aumentano i prezzi

L’aumento improvviso dei prezzi, causato dal crollo del 20% del valore del rublo da inizio giugno a metà di agosto, e la continua immissione di fondi governativi verso il settore della difesa, insieme, stanno concretizzando un risultato non ancora sperimentato ma altamente atteso: ora molti russi stanno subendo gli effetti della guerra in Ucraina e delle sanzioni occidentali.

Se è vero che i cittadini russi, fino ad ora, sono stati immuni dalle conseguenze degli sviluppi politici generati dal proprio Paese, dal tasso di inflazione non si scappa. I prezzi aumentano, prodotti e servizi costano di più, e la ricchezza individuale diminuisce. Una dinamica innegabile.

Secondo le stime della Banca centrale russa l’inflazione raggiungerà il 6,5% entro la fine del 2023. Gli economisti, invece, sono più pessimisti: la recente e rapida svalutazione del rublo potrebbe alimentare un’ulteriore impennata dei prezzi nei prossimi 3-6 mesi e il tasso di inflazione potrebbe raggiungere le due cifre entro la fine dell’anno. Ad agosto la Banca centrale aumentato il tasso di interesse di riferimento portandolo al 12% per cercare di contrastare tale tendenza.

Guai in vista per Mosca

I cittadini russi hanno già iniziato a ridurre la spesa. Uno studio pubblicato il 16 agosto dalla più grande agenzia di ricerche di mercato in Russia, Romir, ha rilevato che il 19% degli intervistati ha iniziato a ridurre gli acquisti di beni di prima necessità come dentifricio, detersivo e cibo a luglio, rispetto al 16% del mese precedente.

Il fatto che il rublo abbia perso oltre un terzo del suo valore rispetto a novembre dello scorso anno è in larga misura il risultato delle sanzioni imposte alle esportazioni energetiche della Russia alla fine del 2022, quando l’Unione Europea ha messo al bando la maggior parte delle importazioni di petrolio russo e il G7 ha imposto un tetto massimo alle vendite di greggio russo, decretando che il petrolio russo non possa essere venduto per più di 60 dollari al barile.

Tali misure, insieme alla riduzione delle esportazioni di gas russo verso l’Europa, hanno tolto al bilancio russo una fonte fondamentale di entrate. Le entrate provenienti dalle esportazioni di energia sono diminuite del 47% nella prima metà del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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