Il crollo della sterlina e la fine del dollaro forte

David Pascucci

30/09/2022

Ultimamente c’è stata una forte reazione del mercato valutario alla forza del dollaro. Una fiammata oppure l’inizio di un recupero?

Il crollo della sterlina e la fine del dollaro forte

Un recupero che tecnicamente ci si poteva aspettare, un rialzo delle majors contro il dollaro americano che forse potrebbe durare qualche mese, almeno in linea teorica. Il dollaro ha dimostrato nelle ultime settimane di essere molto forte, una forza che ha costretto sia la Bank of Japan che la Bank of England a intervenire a difesa delle proprie valute domestiche con interventi più o meno diretti sul mercato.

La Bank of Japan è stata sicuramente più incisiva, nel senso che è intervenuta direttamente sul mercato dei cambi mentre la sterlina viene difesa di riflesso con un intervento della BoE sul mercato obbligazionario comprando i Gilt (i titoli decennali inglesi). Per il momento, come detto in precedenza, il dollaro sta costringendo molte banche centrali a valutare interventi diretti o indiretti sul mercato valutario.

Il crollo della sterlina

Le elezioni in Italia sono quasi passate in secondo piano rispetto a quello che stava succedendo sulla sterlina proprio questo lunedì, un crollo a ridosso di area 1,0350 con un flash crash che ha spaventato non poco gli operatori. In tal merito dobbiamo considerare sempre che un crollo, o comunque un movimento forte sul mercato valutario, ha un enorme peso sul mercato finanziario in generale in quanto il Forex è il mercato più liquido al mondo, ossia il mercato dove gira un controvalore di denaro molto elevato rispetto agli altri mercati. Per non parlare poi dell’influenza che un deprezzamento o un apprezzamento di una valuta ha sulle decisioni rispetto a investimenti, consumi e risparmi.

In sostanza quello che è successo sulla sterlina in questa settimana potrebbe passare, a livello tecnico, alla storia al pari dei crolli visti durante la Brexit e durante il periodo pandemico, rispettivamente a ottobre 2016 e a marzo 2020. In sostanza, il crollo di sterlina delle ultime due settimane ha visto il passaggio da area 1,14 a 1,03, un deprezzamento contro il dollaro del 10% che rende questo movimento molto consistente ma soprattutto rilevante ai fini della storia tecnica della sterlina. Dopo questi forti movimenti abbiamo sempre assistito a recuperi altrettanto importanti, se non direttamente delle vere e proprie inversioni di tendenza che hanno avuto poi rilevanza nel lungo periodo. A livello tecnico la situazione si fa molto interessante.

La storia recente della sterlina

Parlando di analisi storica dei grafici, possiamo notare come, dopo forti deprezzamenti dovuti a situazioni di flash crash o panic selling, abbiamo visto poi delle inversioni, soprattutto se queste situazioni si sono palesate già a ridosso di minimi importanti a livello tecnico. Come nel caso della Brexit, dove l’esito del referendum inglese ha portato sterlina a battere nuovi minimi, abbiamo visto poi un mercato che ha visto quei minimi come quelli utili per ripartire al rialzo.

A qualche mese dalla Brexit, la quale ha dato il via a un deprezzamento di natura strutturale, il cambio GbpUsd è arrivato a toccare area 1,16, area toccata grazia a un panic selling che è stato recuperato in modo molto forte e che ha portato poi a una inversione che ha visto il suo apice a ridosso di area 1,43 per metà 2018. In sostanza un recupero del 23% in poco più di un anno e mezzo. Stessa cosa è successa durante la pandemia, con forti situazioni di panic selling e poi recuperi fulminei che hanno portato a inversioni di tendenza di lungo periodo.

Anche in questo caso il recupero della sterlina da area 1,15 fino a 1,42 segna un apprezzamento della valuta britannica di oltre il 20% in circa un anno e mezzo. Nella situazione attuale abbiamo una configurazione tecnica veramente molto simile e che potrebbe portare a ulteriori recuperi nei prossimi mesi

Sterlina e un possibile recupero Sterlina e un possibile recupero il grafico mensile evidenzia la dinamica di prezzo ribassista che poi ha portato sempre ad un recupero nel lungo periodo

Cosa ci possiamo aspettare

La sterlina potrebbe fare da “spia” per le altre valute. In sostanza, visto quanto detto prima sull’andamento storico del cambio GbpUsd, possiamo tranquillamente ipotizzare la possibilità di vedere una forte inversione di tendenza dai minimi toccati in area 1,0350. In sostanza, questi minimi potrebbero essere quelli assoluti per l’anno in corso e quelli dai quali potrebbe ripartire un trend rialzista dell’ordine del 20% di rendimento da qui a 18 mesi.

Questo starebbe a significare un ritorno della sterlina verso area 1,25-1,30 entro la fine del 2023, un movimento più che plausibile viste le condizioni macroeconomiche con un dollaro fortissimo sul valutario, condizione assolutamente anomala riconosciuta dalle banche centrali globali e soprattutto condizione necessaria per una ripresa delle economie occidentali contro un’inflazione che potrebbe solamente peggiorare se il dollaro americano dovesse proseguire con questa forza.

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