Dollaro in rally: cosa spinge il biglietto verde?

Violetta Silvestri

20/09/2021

Balzo del dollaro, con i mercati guardano con interesse e timore a USA e Cina. Tutti i fattori che stanno spingendo il biglietto verde, sempre più importante come valuta rifugio.

Dollaro in rally: cosa spinge il biglietto verde?

Il dollaro è salito ai massimi del mese in Asia, mentre l’incombente default di China Evergrande aggiunge ulteriori timori a uno stato d’animo già cauto nei mercati.

Gli investitori si preparano alle prossime mosse della Federal Reserve, attesa con le nuove decisioni mercoledì 22 settembre. Si intensificano le indiscrezioni su primi segnali di tapering, con il biglietto verde a beneficiarne.

Intanto, la coppia EUR/USD amplia le perdite e viaggia sull’ 1,17. Il dollaro rifugio sempre più richiesto: tutti i motivi.

Il dollaro è il rifugio del mercato? C’è il rally

Negli scambi di mercato assottigliati dalle festività in Giappone, Cina e Corea del Sud, l’euro scende a $ 1,1713 il minimo dalla fine di agosto.

Il dollaro australiano perde lo 0,5% a $ 0,7019, mentre la sterlina e il kiwi neozelandese toccano ribassi plurisettimanali sul biglietto verde in rialzo. L’indice del dollaro cresce dello 0,1% a 93,356, il massimo dal 23 agosto.

“Il dollaro USA sta avendo un po’ di rimbalzo”, sostiene l’analista di Westpac Imre Speizer, traendo sostegno, ha aggiunto, sia dall’aspettativa di imminenti riduzioni degli acquisti di asset da parte della Fed, sia dalla cautela mentre la vendita degli asset di rischio aumenta.

Con il terremoto cinese trainato dall’affare Evergrande e le incognite sulla reale ripresa economica globale, tra inflazione e variante Delta, il biglietto verde come valuta rifugio sta aumentando appeal.

Tutti i fattori di spinta del dollaro

In generale, quel che si legge negli andamenti di queste ultime settimane e giornate è che la paura ha preso il sopravvento sui mercati e sta pesando sulle valute, come sulla coppia EUR/USD.

Anche se potrebbero esserci dei movimenti oscillanti, la pressione probabilmente continuerà fino a giovedì 23 settembre, dopo la Fed e i nuovi sviluppi intorno a Evergrande.

L’incertezza sulle implicazioni di un possibile fallimento del colosso cinese per i fornitori, le altre imprese di costruzione e l’ulteriore contagio è un’ombra piuttosto intensa.

I timori sono esacerbati dal lungo weekend cinese che si concluderà mercoledì, con una decisione della banca centrale. Giovedì, intanto, Evergrande dovrà affrontare un sostanziale pagamento del debito, che probabilmente non riuscirà a coprire.

La Cina ha guidato il boom post-crisi finanziaria, stimolando l’economia e spingendo verso l’alto la domanda globale, non questa volta. Il dollaro rifugio beneficia, quindi, delle preoccupazioni sulla crescita globale e sugli sviluppi della questione cinese.

Il biglietto verde è anche sostenuto dalle tensioni sulla decisione della Federal Reserve di mercoledì 22 settembre. Sebbene sia improbabile che la banca centrale più potente del mondo annunci il tapering del suo schema di acquisto di obbligazioni, i tempi di tale mossa rimangono incerti.

Secondo i dati pubblicati la scorsa settimana, l’inflazione core statunitense è scesa al 4% su base annua ad agosto, aumentando le possibilità che la Fed possa aspettare fino a dicembre. Se Jerome Powell segnalasse il ritiro dello stimolo già a novembre, potrebbe smorzare ulteriormente l’umore del mercato.

Infine, il voto in Germania ormai alle porte agita l’Europa. Sarà Scholz, con potenziali alleanze a sinistra che poco piacciono ai mercati, a sostituire la Merkel. Anche questa incognita pressa l’euro e alimenta il dollaro.

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