Donato Bilancia: chi è, cosa ha fatto e condanna

Luna Luciano

7 Ottobre 2022 - 19:05

Donato Bilancia è il nome che si nasconde dietro alla storia del «serial killer delle prostitute», conosciuto anche come il «mostro della Liguria». Ecco chi è e cosa ha fatto.

Donato Bilancia: chi è, cosa ha fatto e condanna

È un mistero tutto italiano quello che avvenne nella mente di Donato Bilancia.

L’uomo che in soli sei mesi si è trasformato in un serial killer, lasciando dietro di sé una scia di sangue e crimini violenti e che conta ben 17 omicidi (9 uomini e 8 donne) commessi dal 16 ottobre 1997 al 20 aprile 1998.

Donato Bilancia, detto Walter, è conosciuto dalla cronaca nera italiana con diversi soprannomi, come il killer delle prostitute e poi, dopo aver cambiato modus operandi, il mostro della Liguria.

Non è facile entrare e provare a capire cosa è accaduto nella vita e nella mente di chi, come Bilancia, arriva a compiere atti simili. Per tale motivo, questa sera, 7 ottobre, andrà in onda su Rai Due il docu-film Le tre vite di Donato Bilancia, il quale tenta di ripercorrere la vita e i misfatti del killer.

Ma cerchiamo di capire chi è stato, cosa ha fatto e cosa ne è stato di uno dei killer italiani più famosi di sempre e che ha macchiato irrimediabilmente le pagine di cronaca della storia italiana.

Chi è Donato Bilancia: dalla difficile infanzia alla prima vittima

Bilancia nasce a Potenza nel 1951, da una famiglia piccolo borghese. Fin da subito i rapporti con la sua famiglia si dimostrano più che complicati con un padre autoritario, madre inerte e un fratello più grande. Lo stesso Bilancia dirà: “la mia era una famiglia disgraziata, litigi, botte, un inferno”, crescendo con il complesso del fisico inadeguato.

Nel 1956 si trasferisce a Genova con la famiglia, e se fin da subito non ama la scuola, trova nella malavita i suoi veri maestri. Fin da giovane si dà alla professione di ladro, rubando Alfa Romeo e dandosi al gioco d’azzardo. Nel 1974 viene arrestato in flagranza di reato per furto e, nel 1976, per rapina; riuscendo poi ad evadere dal carcere.

Intanto Bilancia, grazie alle rapine, diventa benestante, guida Mercedes e continua a giocare d’azzardo nel Casinò di Sanremo. Quello che vince può perdere la sera successiva, ma paga ogni debito. Ad acuire però i suoi problemi e disordini psicologici è la tragedia del fratello, che nel 1987 si suicida buttandosi sotto un treno con in braccio suo figlio di 4 anni, il nipote prediletto di Donato.

Chiudendosi ancora di più in sé stesso, rimane amico solo di un certo biscazziere Maurizio Parenti. Almeno fino al 1997, quando ascolta Parenti vantarsi con il biscazziere Giorgio Centanaro di avergli portato «Walterino» (Bilancia) che avrebbe perso più di 400 milioni di lire in poche settimane di gioco truccato. Lì qualcosa scatta nella mente di Bilancia, che ucciderà prima Centanaro 16 ottobre 1997, e poi Parenti e la moglie.

Cosa ha fatto Donato Bilancia: i crimini del killer delle prostitute

Da quella notte del 1997 qualcosa scatta nella mente di Bilancia che in pochi mesi diverrà un temuto e ricercatissimo serial killer. Bilancia colpisce, ancora a Genova, uccidendo una coppia di orefici, per rapinarli. Poi un cambiavalute a Ventimiglia. Poi un metronotte, Giangiorgio Canu il 25 gennaio 1998.

Da questo momento, dopo le sue prime sei vittime, Bilancia cambia l’obiettivo dei suoi omicidi, delineando un modello per la «vittima». Le nuove vittime di Bilancia sono infatti giovani prostitute che lui invita a salire in macchina per poi uccidere e a volte rapinare: da qui «il killer delle prostitute». Non lascia mai testimoni fino al 24 marzo 1998, quando Lorena, prostituta transessuale, intuisce il pericolo e prova a scappare, grazie all’intervento di due metronotte raggiunti da colpi di pistola di Bilancia. L’assassino raggiunge la donna e la lascia a terra credendola morta.

Lorena però sopravvive e fornisce una serie di dettagli e identikit dell’assassino. Da questo momento Bilancia cambiò nuovamente e improvvisamente il suo modus operandi e la tipologia delle sue vittime. Continua a uccidere, questa volta casualmente, anche su treni regionali della Liguria, che gli valsero il nome di “mostro della Liguria”. Ultimo omicidio risale al 20 aprile 1998, quando decise di sparare a un benzinaio perché non voleva fargli credito.

Chi è Donato Bilancia: le indagini, il processo e la morte

Le forze dell’ordine sono sulle tracce dell’assassino da molti mesi, quando giunge una svolta nel caso. Si fa avanti un amico di Bilancia, Pino Monello, che, ignaro dei suoi crimini, si presenta in procura per denunciare la mancata formalizzazione del passaggio di proprietà della Mercedes che ha venduto all’amico, continuando a riceverne le multe.

Dalle indagini degli inquirenti si scopre che le multe coincidono con le date di molti degli omicidi. L’identikit corrisponde così come il dna. Bilancia viene arrestato il 6 maggio 1998 dai Carabinieri all’uscita dell’ospedale San Martino di Genova, senza che opponesse resistenza. Pochi giorni dopo confessa gli omicidi, anche quelli che non gli erano stati attribuiti.

Tutto quello che ho fatto, lo so solo io, perché l’ho fatto da solo. E non è un omicidio, non sono otto omicidi, ma sono diciassette. Ora le racconto

Questo l’incipit della sua confessione al magistrato. A seguito del processo, Bilancia viene condannato a 13 ergastoli. Morirà solo nel 2020 in carcere a causa del Covid.

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