Elezioni Abruzzo: cosa cambia per governo e sinistra con la vittoria di Marsilio

Alessandro Cipolla

11/03/2024

Marco Marsilio ha vinto le elezioni regionali in Abruzzo e Giorgia Meloni ha tirato un bel sospiro di sollievo: cosa cambia adesso per il governo e per il centrosinistra.

Elezioni Abruzzo: cosa cambia per governo e sinistra con la vittoria di Marsilio

Marco Marsilio ha vinto le elezioni regionali Abruzzo 2024, con i risultati ufficiali che hanno attestato un buon 53,5% al presidente uscente di Fratelli d’Italia che così ha sconfitto Luciano D’Amico che si è fermato al 46,5%.

Dopo aver perso in Sardegna, il centrodestra è riuscito a tenere in Abruzzo nonostante alla vigilia fossero molti i timori per una possibile debacle di Marsilio, visto che dell’altra parte c’erano tutte le opposizioni che si sono compattate nel cosiddetto campo largo.

Emblematiche sono state le parole pronunciate dal presidente una volta che sono apparsi chiari i risultati delle elezioni regionali in Abruzzo: “Ha vinto la verità contro la calunnia. Il campo largo non sarà il futuro del Paese”.

Un riferimento quello al campo largo non casuale, visto che il voto in Abruzzo potrebbe essere fondamentale per la tenuta del governo come lo è stato nel 2020 quello in Emilia-Romagna, quando la vittoria di Bonaccini evitò di mandare in frantumi il Pd e segnò l’inizio del declino della Lega.

Giorgia Meloni adesso può guardare con maggiore tranquillità ai prossimi appuntamenti elettorali: le elezioni regionali in Basilicata ad aprile e, soprattutto, le europee di giugno che saranno accorpate con il primo turno delle amministrative e con le regionali in Piemonte.

Elezioni in Abruzzo: Meloni tranquilla, sinistra ridimensionata

Pochi giorni prima delle elezioni regionali in Abruzzo la supermedia dei sondaggi politici di YouTrend ha suonato come un campanello d’allarme per il centrodestra: tutti i partiti in calo con in testa Fratelli d’Italia.

In particolare il campo largo del centrosinistra che è andato in scena alle regionali in Abruzzo sarebbe al 50,4% a livello nazionale, mentre il centrodestra si fermerebbe al 44,2%. Numeri preoccupanti per Giorgia Meloni.

La vittoria in Abruzzo così potrebbe avere un duplice risvolto: riportare serenità all’interno della maggioranza di governo dopo i veleni derivanti dal voto in Sardegna, oltre a troncare sul nascere ogni velleità unionista del centrosinistra.

Non è un mistero che Conte, Calenda e Renzi, sotto lo stesso tetto ci stanno obtorto collo e a livello nazionale i rispettivi elettorati difficilmente andrebbero a perdonare simili alleanze. Per il Partito Democratico di conseguenza l’unica cosa da fare è seguire il modello Sardegna dove ha vinto insieme a 5 Stelle, sinistra e liste civiche.

Al massimo potrebbe esserci una spiraglio per allargare la coalizione ad Azione, ma mettere insieme Conte e Calenda potrebbe avere un effetto simile a quello della nitroglicerina.

Come detto da Marsilio, la premier Meloni la notte delle elezioni in Abruzzo “è andata a dormire tranquilla”, anche se a turbare i sonni della presidente del Consiglio dovrebbero essere incubi che rispondono ai nomi di Patto di Stabilità, Pnrr, Pil e manovra correttiva.

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