Flat tax incrementale 2023: cos’è, chi può aderirvi e quando conviene

Claudia Cervi

28/11/2022

Nella bozza della legge di Bilancio 2023 prende forma la flat tax incrementale del 15% sui redditi aggiuntivi delle partite iva fino a 40mila euro. Ecco cos’è, chi può aderirvi e quando conviene.

Flat tax incrementale 2023: cos’è, chi può aderirvi e quando conviene

La flat tax incrementale 2023 prende forma nella prossima legge di Bilancio ma solo per partite iva che non rientrano nel perimetro dei forfettari (legge n.190/2014), permettendo a professionisti e autonomi di applicare un’aliquota del 15% sull’incremento di reddito del 2023 rispetto al triennio precedente, al posto delle aliquote Irpef per scaglioni di reddito.

Legge di bilancio 2023 - Bozza aggiornata al 27112022
Fonte Mef

Secondo le logiche del nuovo governo, la flat tax incrementale incentiva la crescita di ricavi e compensi senza aggravare la posizione fiscale: l’aliquota fissa al 15% viene infatti applicata alla differenza tra il reddito conseguito nel 2023 e il maggiore fra quelli del triennio precedente (ossia 2020, 2021 e 2022).

Definitivamente abbandonata l’opzione di una tassa piatta anche per il reddito incrementale dei lavoratori dipendenti per i quali verranno potenziate le agevolazioni fiscali previste per i premi di produttività fino a 3.000 euro, saranno introdotti bonus assunzioni e sgravi contributivi.

Vediamo allora nel dettaglio cos’è la flat tax incrementale 2023, chi può aderirvi e quando conviene.

Cos’è la flat tax incrementale 2023

A fornire le prime anticipazioni sulla flat tax era stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso dell’audizione del 9 novembre alla Camera sul Nadef, lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni di finanza pubblica e anticipa gli obiettivi contenuti nella legge di Bilancio di fine anno.

L’ultima bozza della legge di Bilancio (aggiornata al 27 novembre 2022) chiarisce che la flat tax incrementale sarà un un regime sostitutivo opzionale per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato per il solo 2023 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti e nel limite massimo di 40mila euro.

Facciamo un esempio per chiarire meglio il funzionamento della flat tax.
Un professionista con partita iva in regime ordinario registra i seguenti redditi d’impresa e di lavoro autonomo nei periodi d’imposta tra il 2020 e il 2023:

Periodo d’imposta Reddito di riferimento
2023 90mila euro
2022 52mila euro
2021 55mila euro
2020 48mila euro

Per calcolare la base imponibile sulla quale applicare l’aliquota del 15% facciamo la differenza tra:

  • 90mila euro conseguiti nel 2023
  • il reddito più alto nel triennio (55mila euro)

La differenza è pari a 35mila euro ed è inferiore al limite di 40mila indicato nella legge di Bilancio. Una eventuale eccedenza rispetto a questo importo verrebbe soggetta ad Irpef ordinaria. Per il calcolo della base imponibile è prevista anche una franchigia pari al 5% dell’importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, che resterà assoggettata regolarmente all’Irpef (pari a 2.750 euro).

La base imponibile assoggettata al 15% sarà pari a 32.250 euro (35mila - 2.750). La flat tax da versare sarà di 4.837,50 euro.

Oltre a questo importo il professionista dovrà versare l’Irpef ordinaria sulla differenza tra il reddito 2023 e la base imponibile, calcolata sulla differenza tra 90mila e 32.250 euro. Senza considerare possibili detrazioni e deduzioni le imposte da versare sono pari a 17.733 euro.

Il carico fiscale complessivo sarà dunque di 22.570,50 euro, con un risparmio di 9.029,50 euro (31.600 euro - 22.570,50 euro) rispetto all’applicazione dell’aliquota marginale sull’intero reddito 2023.

Per avere conferma del funzionamento della flat tax si dovrà comunque attendere che la legge di Bilancio venga approvata dal Parlamento e venga pubblicata successivamente in Gazzetta Ufficiale.

Chi può aderire alla flat tax incrementale

L’articolo 13 della bozza della legge di Bilancio stabilisce che la flat tax incrementale è applicabile, per il solo anno 2023, ai redditi incrementali dei contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfetario, perché superano la soglia di ricavi o compensi o per convenienza fiscale, nel caso in cui le detrazioni fiscali siano maggiori rispetto allo sconto forfettario.

Sono quindi esclusi i lavoratori dipendenti ma anche i contribuenti in regime forfettario con reddito annuo inferiore a 85mila euro (se l’Unione europea darà il via libera all’innalzamento della soglia dagli attuali 65mila euro), per i quali esiste già un’aliquota sostitutiva agevolata.

Si aggiunge poi una clausola, in linea con la direttiva UE 2020/285, che prevede l’uscita dal regime forfettario partire dall’anno stesso in cui i ricavi/compensi superano l’ammontare di 100mila euro.

La spesa stimata di questa misura per il 2023 è di 280,7 milioni di euro.

Quando conviene la flat tax incrementale

La flat tax incrementale 2023 si applica sul guadagno aggiuntivo registrato nel 2023 rispetto al picco di entrate dei tre anni precedenti.

La scelta di questa opzione conviene alle partite iva in regime ordinario che pagano l’aliquota marginale Irpef e che hanno significative oscillazioni di reddito da un anno all’altro.

Facciamo un nuovo esempio, con un professionista in regime ordinario che registra i seguenti redditi d’impresa e di lavoro autonomo nei periodi d’imposta tra il 2020 e il 2023:

| Periodo d’imposta| Reddito di riferimento|
|2023| 65mila euro|
|2022| 60mila euro|
|2021| 55mila euro|
|2020| 48mila euro|

Procedendo in modo analogo a prima, calcoliamo la base imponibile con questi semplici passaggi:
65.000 - 60.000= 5.000 euro
60.000 x 5% = 3.000 euro

La base imponibile assoggettabile all’aliquota del 15% è pari a 2.000 euro, con una flat tax di 300 euro. Il professionista in questo caso dovrebbe poi pagare l’Irpef sulla differenza tra i 65mila conseguiti nel 2023 e la base imponibile, quindi su 63mila euro, con un’imposta lorda totale di 19.990 euro.

Il carico fiscale complessivo sarà dunque di 20.290 euro, con un risparmio di sole 560 euro. Nel caso di un reddito incrementale basso, la flat tax non evidenzia alcun vantaggio.

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