Giochi online, come pagano le tasse i gamer professionisti?

Nadia Pascale

31 Marzo 2024 - 11:15

I gamer professionisti devono dichiarare i proventi dei giochi online? Come sono tassati e in quali casi si deve aprire la partita Iva? Ecco come evitare sanzioni.

Giochi online, come pagano le tasse i gamer professionisti?

Il settore dei giochi online è in costante crescita e sempre più spesso si pone il dilemma su come dichiarare e come sono tassati i proventi del gioco online, soprattutto nel momento in cui si assume il profilo di gamer professionista.
Vediamo quali possono essere le entrate economiche di un gamer professionista, come sono tassate e in quali casi è necessario aprire una partita Iva.

Nel mondo online sempre più spesso sono organizzati tornei di vari sport che naturalmente possono essere giocati attraverso l’uso di un dispositivo, come un computer o un tablet.
Naturalmente i tornei prevedono dei premi e questi premi sono finanziati attraverso pubblicità e sponsorizzazioni. Maggiore è il seguito di un torneo/sport e maggiori sono gli importi dei premi, questo implica che per chi partecipa e vince dei premi, le soddisfazioni economiche possono essere importanti, ma è risaputo che in Italia le entrate devono essere tassate.

Ecco, quindi, quali principi si applicano alla tassazione del gioco online e in quali casi il gamer professionista deve aprire una partita Iva per la tassazione del gioco online.

Quale imposizione fiscale per i gamer professionisti con giochi online?

La prima cosa da dire è che per i gamer professionisti non vi è una regolamentazione fiscale, quindi le norme sulla tassazione devono essere desunte dalle norme generali previste nel nostro ordinamento.

La prima cosa da fare quindi è inquadrare le varie tipologie di redditi che si possono produrre con il gaming.
I gamer professionisti sono giocatori di videogiochi che partecipano a tornei e competizioni ufficiali organizzate da veri e propri team. Naturalmente si tratta di persone che giocano a livelli alti, che si allenano, elaborano strategie anche in squadra e che quindi riescono in modo costante a portare risultati. Come avviene, ad esempio, in una squadra di calcio.

Una particolarità è data dalla possibilità tramite la rete di giocare in contesti internazionali, i mercati in cui il gaming è maggiormente sviluppato sono Asia, Nord America e Europa. In Europa i Paesi in cui il gaming è più sviluppato sono Svezia, Germania e Regno Unito. Naturalmente i più bravi facilmente vengono notati, ma è molto importante attivarsi per avere una posizione in questo settore.

Le entrate per i gamer professionisti possono arrivare da:

  • vincite di premi nei tornei di giochi online;
  • collaborazione con team di gamer;
  • pubblicità online e sponsorizzazioni.

Questi proventi devono essere dichiarati nella sezione dei “redditi diversi” e sono tassati con le aliquote Irpef previste dal nostro ordinamento. Per il 2024 gli scaglioni di reddito sono 3:

  • 23% fino a 28.000 euro;
  • 35% da 28.000 euro a 50.000 euro;
  • 43% oltre 50.000 euro.

Naturalmente i redditi da gaming si accumulano a eventuali altri redditi prodotti, ad esempio reddito da lavoro dipendente. Tale reddito deve essere inserito nel quadro D del modello 730 o nel quadro RL del modello Redditi P.F. L’art. 69 del TUIR indica che l’importo da dichiarare è composto dalla mera vincita lorda ottenuta senza tener conto dei costi sostenuti per l’attività, ad esempio l’acquisto di un pc.

In quale caso il gamer professionista deve aprire la partita Iva?

Ci sono dei casi in cui il gamer professionista deve aprire la partita Iva per la gestione dei proventi derivanti dalla sua attività. Tale obbligo scatta quando trattasi di un’attività abituale e non occasionale.
L’attività può essere considerata abituale quando vi è l’assunzione da parte di un team o la prestazione di lavoro autonomo in un team.
Nel momento in cui si apre una partita Iva si può scegliere il regime ordinario o il regime forfettario, sempre nel caso in cui si verifichino le condizioni per accedere al forfettario.
Attraverso la partita Iva si possono fatturare tutti i proventi legati all’attività, ad esempio anche proventi da sponsorizzazioni.

I codici Ateco tra i quali è possibile scegliere sono 3:

  • 82.99.99, attività di Gamer vera e propria (“altri servizi alle imprese”);
  • 73.11.02, conduzione campagne di marketing e altri servizi pubblicitari;
  • 63.12.00, specifico per gestione portali web.

Si ricorda che nel modello modello AA9/12 da utilizzare per l’apertura della partita Iva, i tre codici possono essere inseriti tutti, in questo modo è possibile dichiarare i vari proventi dell’attività con i codici specifici.

Adempimenti complementari

Chi decide di aprire la partita Iva per svolgere l’attività di professionista nei giochi online non è obbligato a iscriversi alla Camera di Commercio, ma deve iscriversi alla Gestione Separata Inps e versare i contributi previdenziali. L’iscrizione a questa gestione è possibile accedendo con le proprie credenziali al cassetto previdenziale sul sito INPS, accedendo alla sezione dedicata alla gestione separata.

Tassazione internazionale

Potrebbero sorgere dei dubbi nel caso in cui il professionista abbia contratti con soggetti residenti all’estero. In questo caso il gamer potrebbe trovarsi di fronte a ritenute in uscita dal Paese della fonte del reddito e quindi a situazioni di doppia imposizione. In questo caso con molti Paesi vi sono accordi per evitare la doppia imposizione fiscale e occorre fare riferimento alla loro regolamentazione. Infine, vi è un’ulteriore casistica, cioè il caso in cui il gamer decida di trasferire la residenza all’estero, approfittando anche di tassazioni agevolate. In questi casi bisogna porre attenzione ed evitare trasferimenti fittizi che potrebbero essere sanzionati.

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