Italia, debito pubblico a rischio da metà 2024. L’analisi

Violetta Silvestri

20 Dicembre 2023 - 12:57

La seconda metà del 2024 sarà cruciale per mettere alla prova la stabilità del debito italiano: perché i titoli di Stato sono a rischio e cosa può accadere.

Italia, debito pubblico a rischio da metà 2024. L’analisi

Il 2023 si sta chiudendo con una nota positiva per il debito pubblico italiano.

Le analisi, infatti, mostrano che le obbligazioni del Belpaese hanno attirato una forte domanda quest’anno, grazie a rendimenti interessanti e stanno archiviando l’anno meglio delle attese, dopo che una serie di revisioni potenzialmente pericolose da parte delle agenzie di rating del credito hanno mantenuto un tono di cauto ottimismo sulla sostenibilità del debito.

I circa 2.800 miliardi di euro di indebitamento italiano rappresentano uno dei più grandi mercati di titoli di Stato al mondo e gettano comunque un’ombra sui conti pubblici nazionali. Non a caso, l’Italia è stata a lungo vista come un potenziale anello debole per la stabilità del blocco valutario composto da 20 paesi.

Tali preoccupazioni sono state esacerbate da una serie record di rialzi dei tassi da parte della Bce a partire dallo scorso anno, che ha portato il costo del denaro al 4,5% (aumentando gli oneri che lo Stato paga sull’emissione del suo debito).

In questo contesto, nonostante lo spread Btp-Bund decennali sia sotto controllo e lasci presagire un’assenza di grandi sconvolgimenti, la seconda metà del 2024 potrebbe rivelarsi pericolosa per il debito italiano.

Debito italiano: sostenibilità a rischio da metà 2024. I motivi

Il debito pubblico italiano e l’andamento delle obbligazioni emesse dallo Stato sono nel mirino degli analisti intenti a prevedere cosa può accadere nel 2024.

Il più grande gestore patrimoniale del mondo, BlackRock, si è detto “neutrale” sui Btp, stessa posizione che ha sugli altri bond europei. Più ottimista Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, secondo il quale l’anno prossimo sarà senza problemi per i titoli di Stato italiani, sostenuti dalla stabilità del governo di Giorgia Meloni. Lo spread Btp-Bund potrebbe addirittura scendere a 120-130 punti base entro la fine dell’anno.

“Con l’Italia fuori dal mirino delle agenzie di rating, gli acquirenti stranieri potrebbero aumentare ulteriormente le loro partecipazioni nel debito italiano nel 2024”, ha affermato Luca Cazzulani, responsabile della ricerca strategica di UniCredit.

Tuttavia, l’anno prossimo non sarà privo di nubi per l’Italia. Il quadro potrebbe diventare meno brillante a partire dalla metà dell’anno, avvertono gli analisti, con i rischi posti dalla graduale eliminazione degli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, dalle nuove regole di bilancio dell’Ue e dalle elezioni del Parlamento europeo.

L’annuncio della scorsa settimana che dal 30 giugno la banca centrale metterà fine al reinvestimento totale dei titoli acquistati nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) potrebbe avere un impatto significativo sull’Italia, il principale beneficiario del programma.

Le elezioni del Parlamento europeo del 6-9 giugno potrebbero anche danneggiare il debito italiano se fornissero un risultato forte per i partiti meno impegnati nell’integrazione, lasciando i Paesi fiscalmente più deboli come l’Italia in una posizione più vulnerabile, secondo gli analisti.

Entro l’estate dovrebbe essere chiaro anche l’esito dei negoziati dell’Ue per rinnovare le regole fiscali del blocco. Se il nuovo Patto di Stabilità e Crescita richiederà una forte riduzione del debito, gli esperti fanno notare che è più probabile che l’Italia non riesca a rispettarne i termini.

Ciò aumenterebbe l’attrito con Bruxelles e il rischio che la Bce si rifiuti di sostenere Roma attraverso il suo nuovo strumento di protezione della trasmissione (TPI), disponibile solo per i paesi che rispettano il quadro fiscale dell’Ue.

Le sfide per il debito italiano sono tutt’altro che semplici nel 2024. Si prevede ancora una forte attenzione nei confronti dei titoli di Stato. E della fiducia che il nostro Paese riuscirà a infondere negli investitori.

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