Mercato immobiliare, COVID-19 svaluta le case troppo piccole

Mariarosaria Rizzuti

18/05/2020

Il COVID-19 ha impattato sul mercato del mattone: svalutazione delle case piccole. Aumento delle richieste per case in periferia e con giardini.

Mercato immobiliare, COVID-19 svaluta le case troppo piccole

L’emergenza sanitaria stravolge il mercato immobiliare e impone un cambiamento anche dentro le mura domestiche: si prediligono ambienti più grandi, ricercatissimi anche case con spazi verdi.

Con la trasformazione delle abitudini, i nuclei familiari costretti a casa hanno vissuto il disagio abitativo di dover condividere spazi troppo piccoli. In molti casi, le abitazioni italiane si sono rivelate poco adeguate a fronteggiare questa situazione.

I disagi hanno interessato maggiormente le città metropolitane quali Torino, Milano, Roma, Napoli, in cui molti appartamenti sono di mq ridotti, con scarsa illuminazione, senza terrazzi e né giardini.

Gli operatori immobiliari prevedono - al termine di questa emergenza - una inversione di tendenza nelle richieste abitative: la casa ideale sarà più spaziosa e con più balconi.

Case italiane troppo piccole, disagio per le famiglie

Secondo uno studio di Abitare Co. (società d’intermediazione immobiliare), le famiglie italiane hanno a disposizione una superficie media di circa 117 mq.

Una classifica delle situazioni residenziali ha svelato gli aspetti meno rosei lungo lo stivale: sono i milanesi ad avere la minore superficie media (88 mq), seguiti poi dai torinesi (91 mq).

Meno consolante anche l’ultimo censimento Istat: mostra che più di un terzo delle abitazioni occupate da persone residenti, è al di sotto degli 80 mq e il 13,4% non raggiunge neppure i 60 mq. L’ultima percentuale non è fissa, ma cresce sensibilmente fino al 22,7% per Milano, al 22,4% a Trieste, al 21% a Aosta, al 20,4% a Torino e, infine, al 18,7% a Roma.

Sulla base di questi numeri, viene difficile immaginare che i nuclei numerosi se la passino meglio; difatti, nel 2018 - sempre secondo i dati dell’Istat - il 27,8% delle persone viveva in appartamenti sovraffollati.

Nello specifico il 20,7% delle abitazioni occupate da più di 4 persone è inferiore a 80 mq. Con un’incidenza, inoltre, che arriva al 29,8% nella provincia di Milano, al 31,3% di Torino, al 32,5% di Roma, fino al 34% di Napoli.

Per il futuro sì alle case grandi e in periferia

In prospettiva futura, le famiglie italiane cercheranno casa in periferia e negli hinterland che, a parità di prezzo, consente di fruire di spazi maggiori.

Ad annunciarlo è Marco Breglia, direttore di Scenari Immobiliari, che afferma che gli italiani in questo periodo hanno rivalutato molte credenze domestiche: “Adesso si preferisce una casa molto più ampia rispetto ai canoni tradizionali, possibilmente con spazi esterni: terrazzi e giardini, dove poter trascorrere qualche momento di “relax”.

Gradite anche le abitazioni in periferia. I più penalizzati, in termini di spazi, sono stati proprio coloro che abitano nelle aree centrali o semi-centrali delle grandi città.

Gli italiani hanno una maggiore consapevolezza del bene casa in generale e della propria in particolare, mettendone in luce pregi e difetti”, spiega Fabiana Megliola, responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa.

Tra i fattori più ricercati troviamo: la luminosità, la presenza di spazi esterni vivibili, la possibilità di avere un angolo per lavorare in tranquillità. A questi si aggiungono la riconsiderazione anche dell’isolamento acustico e termico.

La preoccupazione è che i nuovi driver di scelta potrebbero penalizzare gli alloggi che non dispongono di queste caratteristiche e che, inevitabilmente, vedrebbero crollare i loro prezzi. Pertanto, nel nostro Paese, le conseguenze su questo settore potrebbero andare oltre il periodo dell’emergenza e, molto, dipenderà anche dalle richieste mercati immobiliari degli altri Stati.

Alla luce dell’emergenza del coronavirus” – afferma Megliola – “ci aspettiamo una diminuzione delle compravendite, che già nel 2019 hanno registrato una crescita più contenuta. L’attesa è di una riduzione di almeno 50mila transazioni per quest’anno e i prezzi stabili o in lieve ribasso”.

Le nuove preferenze abitative con spazi vitali, questa volta, potrebbero giocare a favore della riscoperta dei borghi di cui l’Italia è piena.

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