Multa da 5.000 euro per chi fa i lavori in casa senza questo importante documento

Simone Micocci

3 Maggio 2024 - 14:13

Lavori in casa? La certificazione di congruità della manodopera, oltre a essere obbligatoria per fruire delle detrazioni fiscali previste, può far scattare una sanzione fino a 5.000 euro.

Multa da 5.000 euro per chi fa i lavori in casa senza questo importante documento

Oggi tanto i cantieri pubblici quanto quelli privati hanno l’obbligo di certificare la congruità della manodopera, intesa come l’incidenza del lavoro sul costo complessivo dell’opera. Un adempimento necessario per poter beneficiare delle detrazioni fiscali sul costo dei lavori sostenuti ma che fino a oggi non prevede alcuna sanzione per chi non è in regola, salvo il caso dei lavori pubblici oltre i 150 mila euro e quelli privati che superano i 500 mila.

Il limite oltre cui scattano le sanzioni per chi non accerta la congruità della manodopera, come previste dal decreto Pnrr, la cui legge di conversione (n. 56 del 2024), è stata pubblicata lo scorso 30 aprile in Gazzetta Ufficiale, sta per essere abbassato.

A prevederlo è il cosiddetto Decreto 1° maggio, del quale tuttavia non disponiamo ancora del testo approvato a inizio settimana dal Consiglio dei ministri.

Cos’è la certificazione di congruità della manodopera e perché è importante

Con il documento di congruità della manodopera si va a specificare l’incidenza che il costo sostenuto per la manodopera ha avuto in merito allo specifico intervento realizzato, tenendo conto di informazioni essenziali dichiarate dall’impresa principale che ha svolto i lavoro alla Cassa Edile, quali:

  • valore complessivo dell’opera;
  • valore dei lavori edili previsti per la realizzazione della stessa;
  • committenza;
  • eventuali imprese subappaltatrici e sub-affidatarie.

Si tratta di fatto di un passaggio essenziale ai fini del contrasto al lavoro nero, la cui incidenza nel settore edile è ancora molto rilevante. Dalla certificazione, infatti, emerge il costo sostenuto per la manodopera, il quale ovviamente deve essere proporzionato all’incarico affidato all’impresa. In questo modo vengono smascherate quelle ditte che non sono in regola con le percentuali fissate dalla Commissione nazionale paritetica per le Casse edili in merito ai costi minimi per il lavoro, spendendo meno di quanto dovrebbero (ad esempio perché applicano dei contratti differenti da quello dell’edilizia) e facendo così concorrenza sleale agli altri cantieri.

Per chi si applicano le nuove sanzioni

A tal proposito, con il Decreto 1° maggio viene stabilito che a rischiare una sanzione in mancanza del documento attestante la congruità della manodopera sono tanto i cantieri edili pubblici quanto quelli privati il cui valore supera i 70 mila euro. Di fatto, considerando i costi attuali, la maggior parte dei cantieri aperti per la ristrutturazione di un immobile saranno interessati da tale attività.

Per chi non la fa scatta quindi la sanzione che nel migliore dei casi è di 1.000 euro, nel peggiore può salire fino a 5.000 euro.

Cosa cambia concretamente per le famiglie

Va detto comunque che per quanto si tratti di una preoccupazione in più per le famiglie, e in alcuni casi anche di un costo maggiore, la novità in esame non dovrebbe comportare chissà quali novità rispetto a oggi.

D’altronde, per l’apertura di un cantiere che prevede un esborso superiore a 70 mila euro una famiglia è solita rivolgersi all’assistenza di un professionista, il quale ovviamente sa come comportarsi procedendo con tutti gli adempimenti necessari per la validità del cantiere. E dal momento che la suddetta congruità è comunque necessaria per fruire dei vari bonus edilizi, questo passaggio solitamente viene già effettuato.

Senza dimenticare che in alcuni casi farsi assistere da un professionista è persino obbligatorio, ossia per tutti quei lavori che richiedono un permesso di costruire, di una Cila o di una Scia.

I soli interventi che non lo richiedono sono quelli di edilizia libera, per i quali tuttavia è difficile arrivare a una spesa superiore a 70 mila euro, cifra che appunto fa scattare la sanzione in mancanza della suddetta congruità.

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