Partita Iva, chi non fattura paga le tasse?

Patrizia Del Pidio

6 Maggio 2024 - 17:50

Aprire una partita Iva spaventa per gli oneri economici che ci si impegna a versare a titolo di tasse a contributi, ma chi non fattura deve pagare lo stesso? Scopriamo come funziona.

Partita Iva, chi non fattura paga le tasse?

Se un lavoratore autonomo non fattura deve pagare le tasse e i contributi? La preoccupazione più grande per chi si accinge ad aprire una partita Iva è quella degli impegni economici con il Fisco e con la previdenza sociale. Quando si avvia una attività professionale o di lavoro autonomo, ovviamente, non si può prevedere quanto e come si andrà, poi, a fatturare. Si deve mettere in conto che ci saranno periodi buoni, altri buonissimi, ma anche periodi in cui si fatturerà meno (o anche niente).

Oltre a scegliere il regime fiscale da applicare alla propria partita Iva (che può essere ordinario o forfettario) è necessario iscriversi anche alla cassa previdenziale, nel caso di professionisti con cassa sarà quella obbligatoria, se non esiste una cassa professionale si procederà all’iscrizione alla Gestione Separata Inps. Un capitolo a parte va dedicato agli artigiani e commercianti, non solo per l’iscrizione alla propria cassa previdenziale, ma anche perché rappresentano un’eccezione nel pagamento dei contributi (ma non delle tasse).

Se si sceglie come regime fiscale quello forfettario, l’aliquota sostitutiva si applica sul reddito imponibile. Allo stesso modo se si sceglie il regime ordinario l’aliquota Irpef va applicata lo stesso al reddito imponibile. Vediamo che tasse e contributi deve pagare chi non fattura nulla nel corso dell’anno di imposta.

Partita Iva, cosa accade se non fatturo?

Anche se, ovviamente, quando si decide di aprire una partita Iva si prevede di fatturare, può capitare di aver fatto una previsione errata e nonostante l’avvio dell’attività non si fattura nulla. Cosa accade in questo caso? Le tasse vanno pagate lo stesso? E i contributi?

La partita Iva a zero reddito in un anno di imposta non prevede nessuna conseguenza: le tasse si pagano solo su compensi o ricavi. Se in un anno di imposta non risultano entrate e non si emettono fatture, non ci sono tasse da versare.

Da mettere in conto, però, che i costi vivi dell’attività vanno sostenuti anche se non si fattura (l’iscrizione all’eventuale albo professionale o il compenso del commercialista che mantiene la contabilità, per esempio).

Attenzione, anche in mancanza di reddito e di fatturazione, la dichiarazione dei redditi annuale deve essere in ogni caso presentata indicando nel reddito imponibile “zero” (nella casella che riguarda le somme percepite durante il periodo di imposta).

Nella maggior parte dei casi, poi, anche i contributi vanno versati, nell’aliquota percentuale prevista dalla propria cassa previdenziale, in percentuale sul reddito prodotto. Se non c’è reddito, quindi, non si verseranno neanche i contributi. A quest’ultima affermazione, però, c’è un’eccezione rappresentata dagli artigiani e dai commercianti.

Artigiani e commercianti, pagano anche se non fatturano

Fermo restando che anche artigiani e commercianti, in mancanza di fatturazione, non sono tenuti al pagamento delle tasse, hanno l’obbligo del versamento contributivo indipendentemente dal fatturato.

Queste categorie di lavoratori autonomi, indipendentemente dai guadagni, devono versare annualmente circa 4.300 euro di contributi. Per chi aderisce al regime forfettario, però, può richiedere la riduzione dei versamenti contributivi. Lo sconto è pari al 35%, ma va tenuto presente che versando questo importo non si riesce ad avere l’annualità intera coperta da contribuzione.

Quanti contributi si versano?

Illustrata l’eccezione rappresentata da artigiani e commercianti, coloro che svolgono la libera professione avendo una cassa professionale, per i versamenti dovranno seguire le regole previste dalla stessa. I medici, ad esempio, versano i contributi fissi sulla base della propria cassa previdenziale.

Per i liberi professionisti senza cassa, che versano i propri contributi alla Gestione Separata Inps, i contributi da versare sono pari a circa il 26% del fatturato lordo: in mancanza di fatturato, però, per l’anno in questione non sono dovuti contributi.

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