Perché c’è incertezza sulla crescita dell’Italia: cosa può accadere?

Violetta Silvestri

01/08/2023

Italia: tornano i dubbi sulla capacità di crescita del Paese con il Pil trimestrale in contrazione. Tutti i fattori di rischio da considerare secondo alcuni analisti.

Perché c’è incertezza sulla crescita dell’Italia: cosa può accadere?

Torna incertezza sulla ripresa economica dell’Italia dopo la lettura (preliminare) del Pil del secondo trimestre. La contrazione registrata nel periodo aprile-giugno ha riacceso i riflettori su elementi ancora preoccupanti che minacciano il pieno rilancio della nostra nazione.

Come evidenziato dall’Istat, infatti, sebbene i dati siano ancora da confermare in modo definitivo, il Prodotto interno lordo ha mostrato una diminuzione dello 0,3% su base trimestrale per la debolezza di 3 elementi: settore primario, industria e domanda interna.

In un contesto di generale incertezza, con la Germania motore d’Europa che arranca in uno stato di recessione, i tassi Bce che aumentano pressando l’accesso al credito, l’inflazione in calo ma non abbastanza soprattutto per il carrello della spesa, la performance negativa dell’Italia ha fatto risuonare l’allarme su cosa potrebbe ancora andare storto.

Ci sono, infatti, diversi fattori da considerare nell’analisi sulla ripresa economica dell’Italia. Dal Pnrr all’influenza tedesca, così il nostro Paese è in allerta.

Italia: la crescita si è fermata? Cosa osservare

Lo scenario economico europeo e globale non aiuta l’ottimismo, anche se finora l’Italia si è distinta per il suo rilancio economico, vincendo il confronto con la ripresa della Germania, per esempio.

Tuttavia, diversi nodi stanno tornando al pettine dopo la lettura preliminare del Pil trimestrale nazionale, scivolato in contrazione. Sul Corriere, Luca Paolazzi, advisor di Ceresio Investors e direttore scientifico della Fondazione Nord Est ha sottolineato che l’industria italiana ha sofferto per la recessione tedesca e per il rallentamento economico francese causato dal periodo caotico degli scioperi.

L’influenza della Germania, per esempio, non è così di poco conto. Come spiegato dall’esperto, infatti, l’andamento dell’economia tedesca pesa anche sull’export. Malgrado a giugno le esportazioni abbiano registrato un lieve incremento su base mensile sui mercati extra-Ue, quelle di beni strumentali e beni intermedi sono in calo”.

Da monitorare, inoltre, il settore costruzioni, anch’esso sotto pressione per la fine dei sussidi e per i ritardi relativi all’attuazione del Pnrr.

Per Stefania Tomasini, senior partner e responsabile delle previsioni per l’Italia di Prometeia e intervenuta sempre sul Corriere, il focus cade anche sull’inflazione, ancora capace di diminuire i redditi familiari e sui tassi Bce che stanno colpendo la richiesta di prestiti, le rate dei mutui e gli investimenti delle imprese.

Non c’è recessione in Italia, ci ha tenuto a precisare Tomasini. Tuttavia, il mix di prezzi al consumo alle stelle e conseguente aumento record del costo del denaro hanno impattato con una crescita che si è fermata.

E in più, sta aumentando l’incertezza: “Stiamo vivendo una fase caratterizzata da grande incertezza, di cui è espressione l’erraticità degli andamenti del Pil, che hanno visto l’alternarsi di segni positivi e negativi: ciò suggerisce che, più che ai singoli andamenti, l’analisi dovrebbe allungarsi agli ultimi nove mesi nel loro insieme”, ha aggiunto.

Una nota di ottimismo l’ha espressa Lucio Poma, capo economista di Nomisma, secondo il quale è davvero prematuro considerare la flessione del Pil trimestrale come l’inizio del declino. Basta ricordare che su base annuale il Prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,8%, l’export è rimasto comunque positivo, la situazione occupazionale è buona secondo l’economista.

In questo quadro complesso, probabilmente è l’incertezza su cosa accadrà che domina gli scenari. Anche l’Italia rischia di scivolare su ostacoli imprevedibili, legati a inflazione, prezzi energetici e alimentari, mosse della Bce e tensioni geopolitiche non calcolabili.

Argomenti

# PIL
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