Perché la malattia di Marburg preoccupa l’Oms

Giorgia Bonamoneta

2 Aprile 2023 - 00:17

La malattia di Marburg sta facendo segnalare sempre più contagi e l’Oms ha fatto richiesta ai governi delle nazioni colpite di non nascondere i dati. Ecco perché Marburg preoccupa gli esperti.

Perché la malattia di Marburg preoccupa l’Oms

Il virus Marburg continua a preoccupare l’Oms. Da quando nel 2021 è stato lanciato l’allarme in seguito alla prima vittima di Marburg, il virus non si è fermato e ha continuato a rappresentare una minaccia per salute delle persone in Africa. L’Oms torna a concentrarsi su Marburg dopo mesi di silenzio per segnalare i nuovi contagi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti le autorità africane potrebbero star nascondendo i casi di infezione e le vittime del virus Marburg per qualche ragione.

Il virus Marburg segna così l’ennesima preoccupazione per l’area africana e non solo, in un’epoca che è stata già consegnata alle pandemie.

Che cos’è il virus Marburg?

Il virus Marburg, noto come Marburg marburgvirus (MARV), è la causa della malattia da virus Marburg (MVD), precedentemente nota come febbre emorragica di Marburg.

Il virus è stato scoperto (cioè descritto) per la prima volta nel 1967, solo in seguito a due epidemie di febbre emorragica avvenute contemporaneamente in alcuni laboratori a Francoforte e a Marburg (in Germania), e a Belgrado in Serbia (ex-Yugoslavia). Come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, in quell’occasione ci furono 31 infezioni e 7 morti.

Dal 1967 a oggi si sono verificati episodi sporadici di focolai, che negli ultimi tempi hanno però visto il numero dei casi crescere.

Nuovi casi di Marburg: cosa dice l’Oms

Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che al momento ci sono 9 casi segnalati in Guinea Equatoriale e 7 decessi riconosciuti. La particolarità dei casi segnalati - e da questo dato la preoccupazione dell’Oms per la malattia di Marburg - è la distanza tra questi.

Le segnalazioni arrivano infatti da 3 province a 150 chilometri di distanza l’una dall’altra, a riprova di una più ampia trasmissione del virus. L’Oms ha infatti dichiarato di essere a conoscenza di ulteriori casi non segnalati ufficialmente dal governo locale. Michael Ryan, direttore delle emergenze dell’Oms, ha voluto ricordare che i Paesi hanno l’obbligo di segnalare le informazioni sui contagi e che i ritardi possono essere un grave danno al contrasto della malattia.

Cosa sappiamo della malattia di Marburg?

Del virus e della malattia Marburg sappiamo che si trasmette in ambiente densamente popolati. La trasmissione avviene attraverso la pelle lesa o le mucose degli occhi, del naso o della bocca attraverso liquidi come sangue o altri fluidi corporei. Anche il contatto con superfici e oggetti contaminati, come vestiti e lenzuola, permette la trasmissione.

I sintomi (dopo un periodo di incubazione di 5-10 giorni) sono simili a quelli di altre febbri emorragiche, come quelli causati da Ebola. Tra i sintomi si annoverano:

  • febbre alta (39° in su)
  • grave cefalea
  • brividi
  • malessere generale
  • dolori muscolari
  • nausea e vomito
  • diarrea
  • rash maculopapulare (dal settimo giorno)
  • febbre emorragica (petecchie, emorragie mucosali e gastrointestinali)

Infine possono manifestarsi sintomi come disorientamento, convulsioni e agitazioni. Dal 1967 a oggi non è stato ancora formulato un vaccino. Per la malattia di Marburg non esistono neanche terapie antivirali approvate, ma solo cure di supporto e per la sopravvivenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta però discutendo della possibilità di iniziare studi su vaccini e trattamenti, ma è anche in attesa di casi da poter monitorare e per questo la richiesta ai governi locali coinvolti è di non nascondere i dati in loro possesso.

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