Pnrr, dove verranno indirizzati i fondi della terza rata

Valentina Menassi

10 Ottobre 2023 - 14:59

Il terzo pagamento da 18,5 miliardi di euro per il Pnrr verrà dedicato a investimenti nell’ambito delle politiche sociali e della digitalizzazione.

Pnrr, dove verranno indirizzati i fondi della terza rata

È stata versata la terza rata del Piano Nazionale di resilienza e ripresa da 18,5 miliardi di euro. L’Italia ha quindi ricevuto la somma tanto attesa e la premier Giorgia Meloni ha annunciato: “All’esito di un lavoro lungo e importante, la nostra Nazione incassa oggi la terza rata del Pnrr”.

A questo proposito è importante comprendere in quali settori verranno indirizzati i fondi in questione e come l’esecutivo ha intenzione di investire l’erogazione della terza rata del Piano che contribuirà allo sviluppo del Paese in vari settori. Un occhio di riguardo è stato dedicato all’Alta Velocità, con l’obiettivo di migliorare le linee ferroviarie al fine di implementare la circolazione dei treni merci tra l’Italia e i Paesi Membri.

Pnrr, investimenti dalla terza rata in questi settori

In merito a come verranno investiti i fondi della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono delle specifiche che il governo italiano ha dovuto comunicare a Bruxelles. Innanzitutto, i settori principali in cui verrà impiegata l’erogazione riguardano la giustizia, l’istruzione e la gestione dell’acqua. Inoltre il pagamento, come specificato dalla portavoce della Commissione europea Veerle Nuyts, riguarda investimenti mirati nelle politiche sociali, nei processi di digitalizzazione e nelle energie rinnovabili.

Una parte dei fondi verrà anche dedicata al traffico sull’Alta Velocità e su altre linee ferroviarie per consentire ai treni merci che provengono dagli stati europei di circolare più facilmente all’interno del territorio italiano. Questo aspetto sarà cruciale al fine di migliorare i processi di scambi commerciali.

I fondi previsti

La Commissione ha valutato il raggiungimento dei 54 obiettivi e traguardi che il Pnrr prevede e, di conseguenza, ha ritenuto l’Italia idonea a ricevere i fondi in questione. Come ricordato dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, il Belpaese ha ricevuto 85,4 miliardi di euro, complessivamente si tratta del 44% del totale del Piano.

L’esecutivo dovrà ora lavorare per collaudare gli interventi previsti entro giugno 2026, in caso contrario è prevista la revoca dei fondi erogati. Nel caso in cui non venisse rispettata la deadline sarà il governo a dover coprire in termini economici i lavori già avviati e parzialmente svolti. Si tratta quindi di una sfida importante per utilizzare al meglio i fondi in questione.

Le risorse del Pnrr

Complessivamente le risorse che il Next Genereation EU ha assegnato al Pnrr sono 191,5 miliardi di euro. Di questi fondi 122,6 milioni di euro devono essere restituiti all’Unione Europea nelle tempistiche previste mentre 68,9 milioni sono sovvenzioni. Ricordiamo che l’Italia ha l’obbligo di investire almeno il 37% delle risorse in interventi che riguardino il clima e l’ambiente e il 20% per misure che promuovono la transizione digitale, per questa ragione anche la terza rata verrà investita in questo settore.

Inoltre, il Belpaese ha l’obbligo di mantenere le scadenze previste altrimenti non verranno erogate le sovvenzioni in questione. In questo frangente è proprio la Commissione Europea che supervisiona il tutto e le quattro macro aree di intervento riguardano: semplificazione, competitiva, giustizia e Pubblica Amministrazione.

La distribuzione dei 191,5 miliardi

Complessivamente i 191,5 miliardi vengono distribuiti in diversi settori. In primis, come anticipato, viene posta attenzione nei confronti della rivoluzione verde e transizione ecologica, al cui ambito vengono dedicati 59,47 miliardi di euro.

Anche la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività e la cultura ricoprono una fetta importante del Piano che ammonta a 40,32 miliardi di euro. Inoltre, i fondi vengono dedicati anche al mondo dell’istruzione e della ricerca nella misura di 30,88 miliardi di euro. Per facilitare gli scambi commerciali viene indirizzata una quota anche a infrastrutture per una mobilità sostenibile per una cifra di 25,40 miliardi di euro. Chiudono il settore della salute e quello dell’inclusione e coesione, che rispettivamente assorbono investimenti per 15,63 e 19,81 miliardi di euro.

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