Qual è il Pos più economico?

Giulia Manzi

16/05/2022

Il Pos sta prendendo sempre più piede, ma richiede il sostegno di alcuni costi. Vediamo quali sono i Pos più economici e come sceglierli.

Qual è il Pos più economico?

Il Pos (Point Of Sale) è un elemento sempre più presente negli enti commerciali, il cui uso già diffuso è esploso durante la pandemia da Covid-19, fino a toccare il +23% di utilizzi a discapito del contante a inizio 2022.

Il dispositivo permette di accettare pagamenti con carta di credito, debito e prepagata; i modelli più recenti accettano transazioni anche attraverso i wallet più famosi, come Google Pay o Apple Pay.

Accettare pagamenti digitali tramite Pos è un grosso vantaggio per gli esercenti. Consente infatti di massimizzare le vendite e restare competitivi in un mercato grazie a un’esperienza di pagamento molto più fluida ed efficiente, senza i limiti imposti dal contante.

Ciò nonostante, il Pos presenta anche dei costi di installazione, acquisto e manutenzione, oltre alla tassa di commissione per effettuare le operazioni di pagamento e a un eventuale canone mensile.

Vediamo quindi qual è il Pos più economico e come risparmiare sulle spese.

Quale banca conviene per il Pos

Tra i fattori da valutare nella scelta del Pos più economico e adatto alle proprie esigenze c’è la scelta della banca associata, a meno di non prediligere l’idea di un Pos senza banca.

Bisogna tenere in conto che la convenienza di un Pos associato a una banca riguarda le grandi imprese, o esercenti con un elevato volume d’affari. Inoltre, risultano più economici se l’istituto di credito da cui si acquista il Pos coincide con quello del proprio conto corrente.

Detto questo, sono diverse le banche che forniscono i mezzi per accettare pagamenti digitali. Tra le migliori offerte proposte dalle banche, troviamo:

  • Banca Sella: offre un servizio di noleggio Pos gratuito, con un transato minimo di 6.000 euro al mese, con costo di attivazione e di recesso gratuiti. Le commissioni ammontano allo 0,95% su transato circuiti internazionali, incluse carte business, e allo 0,45% su transato PagoBancomat. L’accredito avviene in 24h lavorative su qualsiasi conto corrente, anche non associato alla banca.
  • Monte dei Paschi di Siena: la banca senese mette a disposizione dei suoi clienti la possibilità di noleggiare tre tipologie diverse di Pos (Nexi SmartPOS®, SmartPOS Mini o Pos Tradizionale) a condizioni esclusive, che prevedono zero costi di attivazione e canone gratuito fino al 30 giugno 2023; commissioni agevolate sui principali circuiti, PagoBancomat incluso, e zero commissioni per pagamenti al di sotto dei 10 euro fino al 31 dicembre 2023. Achi, invece, desidera diventare cliente, Monte dei Paschi offre la possibilità di scegliere tra un Pos tradizionale con canone fisso a 15 euro al mese + Iva, o Nexi SmartPos, con canone fisso mensile di 29 euro + Iva. Inoltre, permette micropagamenti fino a 10 euro senza commissione, 1000 euro di transato incluso ogni mese e una commissione unica oltre la soglia di 1,2% su Mastercard, Visa e PagoBancomat.
  • Unicredit: con un’offerta a vicina scadenza (30 giugno 2022), l’offerta Unicredit per Pos si posiziona tra quelle più economiche. L’istituto di credito, infatti, offre i servizi Pos a zero costi di attivazione per le imprese con fatturato inferiore a 5.000 euro annui, per cui sono comprese anche le microtransazioni di importo inferiore a 10 euro senza commissione. Se la commissione per volume transato si assesta su uno 0,9% per PagoBancomat, BancomatPay, Visa e Mastercard (intra Eea), ciò che rende interessante l’offerta è il canone mensile di soli 2,90 euro fino al 31 dicembre 2023.

Quale Pos costa meno

Se, invece di affidarsi a un istituto di credito, si preferisce essere completamente autonomi nella gestione delle transazioni digitali, le aziende produttrici mettono a disposizione di chi ricerca un Pos economico, in grado di soddisfare le esigenze della propria piccola-media impresa, una serie di prodotti e servizi indipendenti dalla banca, la maggior parte dei quali non prevede un canone mensile.

SumUp Air

SumUp è una delle ditte di produzione di Pos più conosciute e utilizzate dai piccoli esercenti. Tra i suoi prodotti, spicca SumUp Air, il dispositivo di pagamento elettronico più adatto per chi riceve molti pagamenti in contanti e solo una piccola parte con carta.

SumUp Air è privo di costi fissi e di vincoli contrattuali, motivo per cui la spesa complessiva - oltre all’acquisto effettivo del dispositivo - dipende solo dal volume di transazioni elaborate. In pratica, se per un periodo di tempo non si accettano pagamenti con carta, non ci sono spese da sostenere.

Il modello Air funziona associato via Bluetooth a un comune smartphone Android o iOS/Apple, gestibile attraverso l’apposita app. Il prezzo è economico: solo 16 euro + Iva e zero costi mensili, ma il costo di commissione si assesta sull’1,95% a transazione effettuata.

SumUp Air Caratteristiche
Tipologia Mobile
Prezzo d’acquisto 16€ + Iva
Commissione massima 1,95%
Canone mensile Nessuno
Pagamenti Contactless e chip, compresi Apple Pay e Google Pay
App Efficiente, con servizio di fatturazione elettronica

Nexi Mobile

Nexi è il più grande operatore italiano nel settore dei pagamenti digitali per le grandi imprese e istituti di credito. Tuttavia, si è adattato anche alle piccole attività con un transato elettronico di medie dimensioni, in modo da garantire Pos più economici ai piccoli esercenti.

L’offerta Nexi Welcome Special, in particolare, strizza l’occhio alle piccole-medie imprese, con un Pos Nexi Mobile a canone 0, al momento in offerta a soli 15 € (di solito 29 €) di costo d’attivazione e commissione unica al 1,89%. In aggiunta, le transazioni entro 10 euro sono esenti da commissioni.

Come con SumUp, anche qui l’esercente pagherà solo in base all’uso. Tuttavia, è da segnalare la presenza di disservizi nell’uso della app gestionale.

Pos Nexi Mobile Caratteristiche
Tipologia Mobile
Prezzo d’acquisto 15€ + Iva
Commissione massima 1,89%
Canone mensile Nessuno
Pagamenti Contactless e chip
App Da migliorare, nessuna fatturazione elettronica

Android PAX A910

Offerto dall’azienda Axerve, Android PAX A910 a commissione è senza canone, ma con costo d’acquisto elevato: 170 euro (al momento, con le scontistiche, 100 euro + Iva).

Tuttavia, il prezzo iniziale è compensato dalla bassa commissione dell’1,00%, che rende questo Pos molto conveniente sul lungo termine, soprattutto perché consiste in un dispositivo a stampante con connettività in wi-fi e 4G, mediante sim inclusa con traffico illimitato.

Attenzione al costo d’attivazione, che ammonta a 16 euro d’imposta di bollo.

Android PAX A910 Caratteristiche
Tipologia Mobile con sim
Prezzo d’acquisto 170€ + Iva (o 100€ + Iva)
Commissione massima 1,00%
Canone mensile Nessuno
Pagamenti Contactless e chip, compresi Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay
App Efficiente

Come risparmiare sulle spese del Pos

Scegliere il Pos più economico e vantaggioso per la propria impresa non è semplice, ci sono diversi fattori da tenere in considerazione per valutare l’effetto generale delle spese, tra cui:

  • Costi di attivazione e installazione;
  • Costo del terminale Pos (se acquistato);
  • Canone mensile/annuo (se presente);
  • Commissioni sulle transazioni;
  • Tipi di carte accettate;
  • Volume dei guadagni mensili/annuali con i pagamenti via carte.

È possibile, tuttavia, risparmiare sui costi dei terminali Pos, con delle piccole attenzioni:

  • Valutare attentamente il volume d’affari della propria impresa, per capire qual è la media dei guadagni attraverso carte;
  • Controllare se ci sono agevolazioni in corso;
  • Confrontare le offerte dei vari Pos sul mercato.

Se si possiede già un Pos, ma non si è soddisfatti del servizio e dei costi sostenuti, è opportuno valutare:

  • gli incassi mensili con i pagamenti via carte;
  • i circuiti più utilizzati dai propri clienti;
  • costo dell’attuale terminale in dotazione (canone, commissione, ecc.).

A questo modo, è possibile comprendere se la spesa sostenuta tra costi fissi e costi variabili è superiore rispetto a quella da pagare per il proprio giro di clientela e per il tipo di pagamento effettuato con maggior frequenza da questa.

Da un confronto tra i calcoli, si potrà valutare se sia meglio scegliere un terminale che offra condizioni più vantaggiose, o se quello che si possiede è adeguato alle proprie spese mensili.

Un altro modo per risparmiare sulle spese del Pos, è utilizzare il credito d’imposta, un’agevolazione rivolta a tutti gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni con ricavi inferiori a 400mila euro annui, che si applica su tutte le transazioni effettuate con carta da privati, fino al 30 giugno 2022.

Il credito d’imposta permette di detrarre il 30% delle commissioni addebitate per l’utilizzo del Pos, tramite la compilazione del modello F24 (codice tributo: 6916) e la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate.

Sempre entro il 30 giugno 2022, il credito d’imposta può essere utilizzato anche per l’acquisto dei terminali, fino a un massimo di 160 euro di spesa. La percentuale del credito varia a seconda dei guadagni conseguiti nell’anno fiscale precedente e ammonta al:

  • 70% per ricavi inferiori a 200mila euro;
  • 40% per ricavi tra 200mila e 1 milione di euro;
  • 10% per ricavi tra 1 milione e 5 milioni di euro.

Quanto costa un Pos all’anno

È assai complesso riuscire a stabilire a quanto ammonti la spesa annuale per un Pos, in quanto in fattori da valutare sono per lo più variabili e riguardano:

  • l’aver scelto un Pos con canone o senza canone;
  • la presenza di costi d’attivazione o meno (d’impatto solo il primo anno);
  • le commissioni a tasso fisso, o a tasso variabile;
  • l’ammontare delle transazioni con carta annuali (più pagamenti si ricevono con carta, più aumenta il dato);
  • il circuito di pagamento più utilizzato dai clienti dell’esercizio (se presenti commissioni a tasso variabile);
  • costi vari, come: costo di installazione, configurazione e disinstallazione, interventi del tecnico, storno delle transazioni, assistenza telefonica (caratteristici dei Pos bancari).

In media, un Pos impatta sul guadagno effettivo dell’esercente per circa il 2%, mentre i costi complessivi variano tra stime di 460 e 9.180 euro.

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