Dollaro ai massimi da un anno: cause e previsioni

Mauro Speranza

01/10/2021

Quotazioni del dollaro sempre in crescita tra le previsioni di una stretta monetaria della Fed e le preoccupazioni di un aumento dell’inflazione.

Dollaro ai massimi da un anno: cause e previsioni

Non si ferma la corsa del dollaro USA, sempre più bene rifugio per gli investitori tra i timori della stretta monetaria da parte della Federal Reserve e un’inflazione sempre a testa alta.

Nelle ultime ore, la coppia EUR/USD scende ai minimi da luglio 2020 e viene scambiata a 1,1580, con il quinto rialzo consecutivo per il biglietto verde.

Stesso andamento per il Dollar Index che segue il trend verso le altre sei valute del suo paniere a quota 94,40 punti, ai massimi dal settembre 2020.

Lo scatto di ieri della moneta americana arrivava in un contesto caratterizzato dalle vendite di Wall Street, dove i principali indici chiudevano in rosso, spingendo gli investitori verso i beni rifugio come il dollaro.

Il tapering rafforza il dollaro americano

La forza del dollaro deriva anche dalla sua caratteristica di bene rifugio, al quale gli investitori si rivolgono in tempi di incertezze.
La riunione della Fed della scorsa settimana ha rafforzato le aspettative di una riduzione degli acquisti di asset a partire da quest’anno e avvicinato un aumento dei tassi a partire dal 2022 o inizio 2023.

Finché i mercati rimangono fiduciosi che gli Stati Uniti inizieranno a stringere la politica monetaria entro un periodo di tempo ragionevole, il dollaro dovrebbe rimanere ben sostenuto e alla fine salire del 5-10% dai livelli attuali”.

Ipotizza Kit Juckes, strategist di Société Générale.

La prospettiva che la Banca centrale europea mantenga i tassi sotto lo zero, mentre la Fed li aumenta, dovrebbe mantenere l’euro/dollaro nel range post-2014, con un centro di gravità intorno a 1,12-1,16 dollari”, ha aggiunto Juckers.

Dello stesso avviso anche gli analisti di Wstpac, i quali individuano tra le cause della corsa del dollaro proprio una combinazione della prospettiva del rialzo dei tassi USA e il tapering della Fed che prevedono imminente.

Il tetto di spesa del governo USA

Ieri il Congresso USA ha approvato un provvedimento che permette al governo di alzare momentaneamente il tetto di spesa, allontanando così lo spettro dello shutdown, ma a Washington il clima resta teso.
In particolare, all’interno del Partito Democratico sono in corso una serie di ricatti incrociati che lasciano presagire un ridimensionamento o un rinvio degli ingenti piani di spesa pubblica presentati dal Presidente Joe Biden.

L’approvazione della proposta arriva dopo un lungo impasse che nei giorni scorsi aveva sostenuto il dollaro, mentre l’accordo trovato ieri ha rallentato la sua corsa ma non invertito il trend positivo del biglietto verde.
La partita del tetto del debito, però, non si è conclusa definitivamente, in quanto l’accordo trovato ha valore fino al 3 dicembre e una volta superata tale data, l’esecutivo dovrà trovare una nuova intesa.

Inflazione e disoccupazione

I rischi di un venir meno di un’importante spinta alla crescita, inoltre, si inserivano in un contesto caratterizzato anche da due ulteriori situazioni di stress attualmente presenti nell’economia americana, individuate dal presidente della Fed, Jerome Powell, nell’alta inflazione e nella crescente disoccupazione.

I dati macro diffusi ieri hanno evidenziato un aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione nel corso di questa settimana, arrivate a 362 mila nuove domande, cifra maggiore delle 335 mila previste e in aumento rispetto alle precedenti 351 mila.
Inoltre, oggi sono attesi i dati sui prezzi negli Stati Uniti che potrebbero evidenziare una corsa dell’inflazione anche oltre Atlantico, dopo quelli diffusi ieri relativi all’Europa dove la crescita del prezzo delle materie prime continua ad aumentare la loro spinta inflazionistica nel vecchio continente.

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