Tfs e Tfr dipendenti pubblici, le nuove tempistiche di pagamento spiegate

Simone Micocci

12 Gennaio 2024 - 10:29

Cambiano le tempistiche di pagamento della liquidazione nel pubblico impiego? In Parlamento sono iniziati i lavori su una proposta di legge che rivede le scadenze.

Tfs e Tfr dipendenti pubblici, le nuove tempistiche di pagamento spiegate

Sono mesi di importanti novità per i dipendenti pubblici: dopo i nuovi orari delle visite fiscali, ecco l’aggiornamento delle tempistiche per il pagamento della liquidazione (Tfs e Tfr).

Modifiche necessarie alla luce delle recenti sentenze con cui la disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati è stata ritenuta incostituzionale.

Ricordiamo infatti che oggi i tempi di pagamento del trattamento di fine servizio, o rapporto a seconda dei casi, sono molto differenti tra settore privato e pubblico: se nel primo caso la liquidazione deve esserci con tempi ragionevoli, nonché in media ci vogliono circa 45 giorni, nel pubblico impiego si deve attendere diversi anni prima di ricevere tutta la somma maturata.

Una norma che era stata introdotta per non gravare troppo sulle casse dello Stato ma che la Corte Costituzionale nella sentenza pronunciata nel giugno scorso ha ritenuto incostituzionale obbligando il governo a un repentino cambio di passo. L’aspetto importante è che la Consulta ha comunque lasciato all’Esecutivo la possibilità di procedere per gradi: il pagamento immediato del Tfs e Tfr a tutti i dipendenti pubblici, infatti, rischia di compromettere la stabilità dei conti pubblici.

Ed effettivamente nella proposta di legge appena presentata in Parlamento c’è sì una riduzione delle attuali tempistiche ma probabilmente non quella attesa da chi sperava in una totale equiparazione con il settore privato (come successo con gli orari delle visite fiscali).

Quando arriva oggi la liquidazione dei dipendenti pubblici

Per capire l’importanza delle nuove norme appena presentate in Commissione lavoro, che è bene sottolineare non sono ancora ufficiali, bisogna fare un passo indietro e concentrarci su quando oggi arriva il Tfr o Tfs per i dipendenti pubblici.

Come prima cosa va detto che il Tfr o Tfs viene suddiviso in tranche di 50 mila euro ciascuna con la prima che viene accreditata in un tempo variabile a seconda della ragione che ha portato alla cessazione del rapporto di lavoro. Nel dettaglio:

  • arriva entro 105 giorni quando la cessazione è motivata da sopravvenuta inabilità o da decesso;
  • ci vogliono almeno 12 mesi, con l’Inps che ha tempo per ulteriori 3 mesi, per il pagamento in favore di coloro che hanno cessato il servizio per raggiungimento del limite di età, per termine del contratto a tempo determinato o per la risoluzione unilaterale del datore di lavoro a seguito del raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata;
  • in tutti gli altri casi, come per le dimissioni volontarie, ci vogliono invece almeno 24 mesi, fermo restando la possibilità per l’Inps di ritardare di altri 3 mesi.

Si tratta quindi di tempi biblici, specialmente quando l’importo è superiore a 50 mila euro. La seconda tranche, infatti, viene messa in pagamento solo l’anno dopo, come pure la terza, eventualmente la quarta e così via.

Per ridurre queste tempistiche nel 2023 è stata introdotta la possibilità di richiedere il Tfr anticipato all’Inps pagando un tasso di interesse piuttosto basso (1% più lo 0,5% per le spese di apertura), ma non è stato sufficiente per evitare il giudizio di incostituzionalità della Corte secondo cui le tempistiche appena indicate costituiscono una violazione del principio della giusta retribuzione come tutelato dall’articolo 36 della Costituzione.

Le nuove tempistiche

Ad avanzare la nuova proposta per la revisione delle tempistiche di pagamento del Tfr e Tfs dei dipendenti pubblici è Antonio Colucci, deputato del Movimento Cinque Stelle in Commissione Lavoro. E già questo ci fa capire perché è ancora presto per dire con certezza che queste novità saranno oggetto di approvazione da parte del governo. Va detto comunque che il presidente della Commissione Lavoro, Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, ha espresso degli apprezzamenti in merito alla proposta, quindi non è da escludere che l’iter legislativo possa arrivare a compimento.

Tuttavia, vista l’importanza del tema è comunque importante analizzare i contenuti del disegno di legge che ad esempio mantiene la rateizzazione del Tfr e Tfs ma ne rivede le soglie sulla base dell’inflazione.

Quindi, anziché tranche di 50 mila euro ciascuna si salirebbe a 63.600 euro. Per quanto riguarda le tempistiche, invece, si scende da 12 a 3 mesi.

Un primo passo verso quella che secondo la Corte Costituzionale dovrà essere la piena equiparazione tra dipendenti pubblici e privati, operazione comunque legata ai vincoli di bilancio. Ed è proprio questo l’ostacolo principale in vista del via libera alla proposta avanzata dal M5s: prima di tutto, infatti, servirà attendere il parere del ministero dell’Economia riguardo alle risorse a disposizione per ridurre i tempi di arrivo della liquidazione nel pubblico impiego.

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