Vaccino bronchiolite come soluzione all’epidemia, quando arriva in Italia?

Ilena D’Errico

08/11/2023

Il vaccino contro la bronchiolite è la soluzione all’epidemia annuale che colpisce soprattutto i bambini, insieme al nuovo anticorpo. Ecco cosa sappiamo per adesso.

Vaccino bronchiolite come soluzione all’epidemia, quando arriva in Italia?

Anche quest’anno con l’arrivo del freddo è cominciata l’epidemia di bronchiolite tra i bambini, provocata dal virus sinciziale respiratorio (Vrs). La stagione invernale porta inevitabilmente con sé i tipici malanni, che talvolta possono avere anche conseguenze gravi. Se per il Covid e l’influenza sono già disponibili i vaccini, non è lo stesso per il Vrs. Ma presto le cose potrebbero cambiare, visto che il vaccino contro la bronchiolite è in arrivo anche in Italia, manca soltanto l’approvazione dell’Aifa.

È una notizia molto importante, perché non esistono ancora delle cure specifiche contro questo virus, il cui trattamento deve concentrarsi soprattutto sulla prevenzione. Oltre alle buone abitudini per il sistema immunitario e alle norme igieniche, il vaccino rappresenta un passaggio fondamentale per la protezione dei più piccoli (e non solo). Anche perché la maggior parte delle conseguenze gravi si presentano al primo contagio, mentre dalle seguenti reinfezioni i sintomi sono perlopiù trascurabili.

Vaccino contro la bronchiolite da Vrs e cura

L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha già approvato alcuni mesi fa il vaccino Abrysvo e l’anticorpo monoclonale Nirsevimab, i due tasselli primari nella lotta contro l’infezione da virus respiratorio sinciziale. In realtà, da alcuni decenni è già presente sul mercato un anticorpo, il palivizumab, riservato però ai lattanti a rischio per la prematurità o patologie.

Il nuovo anticorpo, di casa Senofi-Astra Zeneca, invece sarà indicato per tutti i neonati. Gli anticorpi monoclonali, tuttavia, funzionano stimolando l’immunizzazione passiva, permettendo il trattamento dei pazienti già infetti. Il vaccino, invece, è estremamente efficace dal punto di vista della prevenzione, in quanto attiva l’autonomia del sistema immunitario.

Il vaccino contro il Vrs di Pfizer dovrà essere somministrato alle donne al terzo trimestre di gravidanza, così che dalla nascita il bambino sia protetto per 6 mesi. Il vaccino è indicato anche per gli over 60, specie in presenza di condizioni che potrebbero essere aggravate dalla bronchiolite (come la broncopneumopatia cronica ostruttiva).

La vaccinazione dovrebbe garantire una protezione dell’80% dalla malattia grave, riducendo drasticamente le conseguenze più temibili dell’infezione. Nel mondo, ha spiegato il dottor Paolo Bonetti (direttore Uoc Pediatria e Patologia neonatale all’Irccs ospedale Sacro cuore Don Calabria a Negrar), il virus respiratorio sinciziale colpisce circa 33 milioni di bambini, provocandone il ricovero di 3,2 milioni e il decesso di oltre 100.000, in particolar modo nei Paesi meno sviluppati. Soltanto a Negrar ci sono stati 71 ricoveri tra dicembre 2022 e gennaio 2023 e diversi bambini hanno necessitato di un supporto ventilatorio.

Come illustrato dal dottor Andrea Lo Vecchio (presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica) l’incremento dei casi è stato in parte causato anche dall’Immunity Gap, il deficit immunitario causato dalla minore esposizione agli agenti patogeni per via delle restrizioni contro la pandemia.

Quando arriva in Italia il vaccino? È sicuro?

Non si può definire con certezza l’arrivo del vaccino in Italia, ma non si prospettano tempi lunghi dato che manca soltanto l’ultimo tassello, ovvero l’approvazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

L’Ema, infatti, ha approvato l’immissione in commercio del vaccino e dell’anticorpo monoclonale un paio di mesi fa. Il secondo passaggio presso l’Aifa, invece, riguarda esclusivamente il costo del vaccino. L’attesa prima dell’effettivo arrivo del farmaco è necessaria alla conclusione della negoziazione con le aziende produttrici, con l’Aifa che naturalmente chiede la rimborsabilità dei vaccini dal Servizio sanitario nazionale.

La valutazione dell’Agenzia italiana del farmaco, pertanto, non riguarda la sua sicurezza, che è già stata assodata nelle precedenti fasi di sviluppo. Ovviamente, si suppone che anche questo vaccino possa avere degli effetti collaterali con basse probabilità, così come tutti i farmaci. Quando sarà effettivamente disponibile e potranno iniziare le vaccinazioni i cittadini saranno quindi informati dagli operatori sanitari e chiamati a prestare il consenso.

Esattamente come il vaccino contro il Covid e quello contro l’influenza, il vaccino contro la bronchiolite non sarà obbligatorio, nemmeno per le categorie a rischio per cui è strettamente consigliato dai medici.

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