Piano salva-casa, il condono non è gratis: quanto costerà?

Patrizia Del Pidio

7 Maggio 2024 - 15:59

Il condono edilizio per le piccole irregolarità non sarà gratis, ma avrà un costo che arricchirà le casse dei Comuni. Ecco le prime stime.

Piano salva-casa, il condono non è gratis: quanto costerà?

Il condono previsto dal piano salva-casa di Salvini non sarà gratis, ma permetterà di sanare tutte le piccole irregolarità realizzate, nel tempo, all’interno delle mura domestiche.

Matteo Salvini ci tiene a sottolineare che non si tratta di un condono edilizio perché le costruzioni abusive costruite senza permesso e dove non si può costruire, in quel caso, infatti, sottolinea che “lì c’è la ruspa”.

Il piano salva-casa, invece, ha lo scopo di regolarizzare i piccoli abusi edilizi che sono stati realizzati nelle case degli italiani come, ad esempio, un tramezzo per ricavare una camera in più, un secondo bagno, un soppalco o lo spostamento di una porta interna all’appartamento.

Ogni critica mossa al piano casa di Salvini è, quindi, smorzata con le spiegazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che, ricordiamo, aveva annunciato che entro maggio il provvedimento per sanare le piccole irregolarità avrebbe visto luce.

Piano salva-casa prima delle Elezioni Europee

Il piano salva-casa, nelle intenzioni di Salvini, dovrebbe vedere la luce prima delle prossime elezioni europee. Il vice premier ribadisce il suo punto di vista sottolineando che, mentre l’Europa impone nuove spese per gli italiani per la riqualificazione richiesta dalla direttiva case green, si lavora alla realizzazione di un provvedimento che consenta di regolarizzare le piccole irregolarità che, attualmente, pesano su moltissime case italiane (circa l’80% del patrimonio immobiliare italiano presenta difformità rispetto a quello registrato al Catasto).

Al momento l’intervento che il Mit sta elaborando sembra riguardare solo la sanatoria per le piccole irregolarità che all’epoca della realizzazione potevano essere sanate e oggi non più a causa della doppia conformità che non consente:

  • di conseguire il permesso a sanare se l’immobile non è conforme alle regole del periodo in cui l’intervento è stato realizzato e a quelle attualmente in vigore nel momento che si richiede la sanatoria;
  • non permette il cambio di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.
  • Se si eliminasse il requisito della doppia conformità limitando il rispetto delle regole solo a uno dei due tempi, molti sono gli interventi che potrebbero essere sanati.

Tutelare i proprietari

Lo scopo del piano salva-casa è quello di andare a tutelare i piccoli proprietari che devono ristrutturare o vendere il proprio immobile, ma non possono farlo a causa delle difformità che non riescono a sanare.

Con l’intervento, però, si andrebbe ad alleggerire anche il lavoro degli uffici tecnici, oggi oberati di domande di sanatoria cui non riescono a rispondere in tempi brevi.

Il problema principale è dato soprattutto dagli immobili edificati prima degli anni ’60 che, nella maggior parte dei casi non sono in possesso di una documentazione dello stato reale e la cui planimetria difficilmente corrisponde con quella presente al Catasto. Va ricordato, infatti, che prima del 1967 non servivano titoli edilizi per intervenire e l’obiettivo, quindi, sarebbe quello di far corrispondere con lo stato reale quello legittimo dell’immobile.

Il condono ha un prezzo

La sanatoria delle irregolarità, ovviamente, non sarà gratuita. Per ora non si è parlato di cifre, ma l’idea è quella di prevedere un prezzo maggiore per le irregolarità che si discostano maggiormente dalla conformità: più, quindi, la difformità è maggiore e più alto sarà il prezzo necessario a sanare.
In tutto ciò chi ci guadagnerà saranno i Comuni: una prima stima, molto grossolana, parla di 8/10 miliardi di euro anche se il Mit ancora non ha espresso stime precise.

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