Cassa integrazione, bloccate migliaia di domande nelle Regioni: ecco perché

Martino Grassi

30/04/2020

Migliaia di domande di cassa integrazione restano bloccate all’interno delle Regioni, in forte ritardo nella trasmissione delle richieste all’INPS. Ecco perché e cosa è successo.

Cassa integrazione, bloccate migliaia di domande nelle Regioni: ecco perché

Cassa integrazione bloccata? Le vicissitudini per i lavoratori in cassa integrazione non sembrano essere ancora finite. Ancora attese e ritardi per l’assegno di marzo per 5 milioni di lavoratori, sugli 11 milioni di aventi diritto: molte Regioni sono in affanno nella gestione della deroga. Perché?

La buona notizia arriva delle aziende del settore privato che hanno deciso di erogare in anticipo ai propri dipendenti il saldo previsto dalla cassa integrazione riservandosi poi la facoltà di compensare tale cifra con i contributi dovuti all’INPS. La situazione peggiore in Italia si ha in Lombardia dove sono state ultimate solamente 40 pratiche. Quali sono i motivi di questi ritardi? Ecco cosa sappiamo.

Cassa integrazione bloccata e in ritardo: è caos nelle Regioni

La situazione riportata dall’INPS illustra un’incapacità diffusa delle Regioni di completare l’iter burocratico per lo stanziamento della cassa integrazione, dipingendo una situazione davvero sconcertante.

La causa dei ritardi nell’erogazione del saldo sarebbe da ritrovarsi nelle Regioni che non avrebbero trasmesso le richieste all’INPS, come conferma anche il consigliere regionale della Lombardia Pietro Bussolati:

“In Lombardia sono 40mila le richieste presentate dalle aziende per la cassa integrazione in deroga ma solo 765 sono state inviate all’INPS”.

In Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia e Veneto sono state autorizzate circa il 50% delle pratiche, mentre in Lombardia la situazione è decisamente più problematica. Nonostante siano state autorizzate circa 4.500 domande su un totale di 8.000, il pagamento è stato concluso solo per 40 aziende con circa 60 lavoratori che hanno beneficiato dell’assegno

Una nota di plauso va alla Regione Marche che ha autorizzato 6.075 domande su 5.456 decretate e ha provveduto a pagarne già 3.283 inviando l’assegno a circa 7.000 lavoratori.

Il caso della Sicilia: aperta un’indagine dall’assessorato

La situazione più disastrosa è senza dubbio quella della Sicilia, che a fronte di un sistema imprenditoriale molto folto e colpito duramente dalla crisi vede decretate al momento solamente 1.175 domande di cui solo 945 sono state autorizzate dall’INPS.

L’indennità è stata percepita solamente da 178 lavoratori provenienti da 76 aziende. All’inefficienza della Regione si aggiungono anche dei problemi al sistema informatico regionale che hanno contributo notevolmente ai ritardi ed hanno richiesto il supporto dell’ANPAL.

Il termine ultimo per gestire e inviare le domande all’INPS è stato fissato per il 15 maggio, mentre i pagamenti saranno effettuati non prima della fine del prossimo mese, l’atipicità di questa situazione ha spinto l’assessorato ad aprire un’indagine per comprendere quali siano state le criticità che hanno portato a questi disguidi all’interno della Regione.

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