Contact Tracing: cos’è, come funziona e cosa c’entra con il coronavirus

Matteo Novelli

28/04/2020

Il Contact Tracing spiegato: cos’è, definizione e significato del nuovo strumento per arginare i contagi da coronavirus. Come funziona? Siamo spiati? Tutto quello che devi sapere.

Cos’è il Contact Tracing: il significato di questa definizione potrebbe essere centrale nella nuova Fase 2 dell’emergenza coronavirus, che dovrebbe accompagnarsi con la tanto vociferata app Immuni per tracciare i contagi. Ma come funziona il Contact Tracing e cosa c’entra con il COVID-19?

Molte sono le domande degli utenti in merito a questo strumento che, per certi versi, fa giù parte delle nostre vite: il Contact Tracing è sicuro? Siamo Spiati? In che modo vengono tracciati i dati e come può tornare utile questo strumento nella lotta al coronavirus?

Andiamo per gradi e cerchiano di capire come funziona esattamente questo strumento e come potrà essere utilizzato nei prossimi mesi.

Che cos’è il Contact Tracing: significato e definizione

Per Contact Tracing si intende un processo di identificazione e segnalazione di alcune precise informazioni. Tracciare i contatti: questo in sostanza l’obiettivo di questi strumenti, che guardando ad oriente (Cina e Corea del Sud) risulta uno strumento già utilizzato per arginare la diffusione di epidemie e malattie ad alta capacità infettiva.

In questo caso il concetto di Contact Tracing verrà utilizzato dall’app Immuni per tracciare i nostri contatti, rilevando un possibile contagio da coronavirus con un contatto potenzialmente infetto.

Contact Tracing e coronavirus: come funziona

Nel tentativo di arginare i possibili contagi da coronavirus il Contact Tracing potrebbe essere uno strumento utile e fondamentale per capire come entrano in contatto le persone, e con chi.

In Italia, come sappiamo, sarà Immuni l’app dedicata al Contact Tracing: l’applicazione sarà presto disponibile e verrà installata su base facoltativa dalle persone. Gli obiettivi del Contact Tracing di Immuni saranno sostanzialmente tre:

  • capire quali dispositivi entrano in contatto e come;
  • a quale distanza;
  • e per quanto tempo.

Tutto questo viene rilevato dal Bluetooth, che dovrà essere attivo, e nell’applicazione ogni contatto avrà l’apposita cartella clinica. Nel caso in cui si entra in contatto con un possibile caso di coronavirus, il personale sanitario addetto (che diagnosticherà o meno la malattia) avvierà la pratica per far partire una notifica a ciascun utente che ha avuto contatti con la persona affetta.

Si valuterà il grado di interazione con il paziente, valutandone gli effetti e i rischi: dal saluto breve alla cena di lavoro, dividendo così il fattore di rischio.

Contact Tracing e privacy: è sicuro?

Da qui si solleva la tanto chiacchierata questione della privacy: può un app come Immuni, attraverso il Contact Tracing, tracciare i nostri contatti e conoscere per quanto tempo siamo insieme a un’altra persona (e per quanto tempo)?

Il sistema di Immuni di Contact Tracing Italia, ovvero Immuni, fornirà i dati solo con gli enti ufficiali addetti (stando a quanto comunicato) e il sistema non dovrà conoscere i nostri dati nella loro completezza (indirizzo, nome, ecc) che verranno coperte da un codice alfanumerico che condividerà la distanza esatta avvenuta tra due smartphone, la durata temporale del contatto.

Non riceveremo mai una notifica con “Sei entrato in contatto con Matteo Novelli, che ha il coronavirus!” ma un avviso completamente protetto da un codice univoco.

Contact Tracing: siamo già spiati?

La risposta più comune davanti alla questione Privacy è: “tranquilli, il nostro smartphone già ci spia”. Questo è fondamentalmente vero, sopratutto per quanto riguarda il rilevamento della nostra ultima posizione via GPS (posizione che anche Immuni, avendo accesso allo smartphone, potrà conoscere seppur percorrendo altre vie e non essendo il suo primo obiettivo).

“Consenti a questa app di accedere alla tua posizione?”: Google lo fa già da tempo, è possibile vedere tutti i nostri spostamenti nel corso del tempo semplicemente accedendo ad alcune impostazioni, così come le app per incontri (da Tinder a Grindr che sfruttano proprio il GPS e le persone nelle vicinanze) e i principali social network.

Difficile che qualcuno di noi non abbia mai dato il consenso allo sfruttamento di questi dati, in cambio di benefici. Discorso diverso però riguarda lo sfruttamento dei dati da parte di un ente privato (che solitamente è regolamentato da rigidi regolamenti statali) e uno statale (come le Forze dell’ordine, che possono sempre avere accesso ai vostri dati su richiesta se sotto indagine).

Il dato certo per il momento è uno: il Contact Tracing potrà funzionare in questa ottica solo se adottato in larga scala (circa il 65% della popolazione).

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