Conte chiede 2 fiducie in 2 giorni: crisi di Governo in arrivo?

Isabella Policarpio

2 Settembre 2020 - 16:34

La partita Governo-Parlamento si gioca a colpi di fiducia: in meno di 48 ore l’Esecutivo ha posto la mozione sul dl Semplificazioni e sulla proroga dei servizi segreti. Forti le polemiche di deputati e senatori. Cosa sta succedendo?

Conte chiede 2 fiducie in 2 giorni: crisi di Governo in arrivo?

In questo periodo più che mai il Governo sta facendo largo uso del voto di fiducia, tanto che nel giro di due giorni il premier Conte ha posto la mozione su due decreti in sede di conversione: il dl Semplificazioni riguardo lo snellimento delle procedure amministrative e il decreto che ha esteso lo stato di emergenza e prevede, tra le altre cose, la proroga dei vertici dei servizi segreti.

Eppure il diritto costituzionale insegna che il voto di fiducia dovrebbe essere una circostanza eccezionale e non una prassi per velocizzare l’iter di approvazione dei decreti e ridurre il dibattito parlamentare.

Due voti di fiducia che hanno scatenato proteste e malcontento tra deputati e senatori, soprattutto tra gli esponenti del Movimento 5 Stelle che, per la prima volta, hanno apertamente protestato contro il Governo Conte. D’altra parte anche i partiti all’opposizione contestano il largo utilizzo della fiducia, un “trucchetto” che in più occasioni ha calpestato il Parlamento.

Due voti di fiducia in due giorni: maggioranza a rischio spaccatura

Le critiche al massiccio utilizzo del voto di fiducia non sono una novità per il premier Conte ma stavolta a protestare contro il Governo è la stessa maggioranza: l’emendamento sui servizi segreti non va giù ai deputati pentastellati che dopo la proposizione della fiducia hanno reagito con una veemenza tale da causare la sospensione della seduta. Ed oggi arriva la notizia di un altro voto di fiducia, stavolta sul testo del dl Semplificazioni la cui scadenza è fissata al 14 settembre 2020.

Che il Governo sia sull’orlo di una crisi? In effetti il largo utilizzo della fiducia - anche se in parte giustificato dall’emergenza sanitaria - contrasta sia con la prassi costituzione che con il “galateo” politico, dato che l’emendamento contro la proroga dei servizi segreti che ha scatenato la reazione dell’Esecutivo è stato proposto da una pentastellata e firmato da altri 50 esponenti del Movimento a cui Conte e gran parte del Governo appartengono.

Nel frattempo Di Maio tenta di moderare i toni e ricompattare i rapporti con la maggioranza, anche se la situazione è ormai compromessa e non si esclude che il voto di fiducia di questo pomeriggio possa causare una frattura all’interno dei grillini.

Ma accanto allo spettro della fiducia, il cui esito non è affatto scontato, per il Movimento si affaccia anche il periodo di incassare una clamorosa sconfitta al referendum sul taglio dei parlamentari visto che il fronte del “NO” sembra rafforzarsi di giorno in giorno. Per i pentastellati e per l’intero Esecutivo sarebbe una catastrofe dalla quale Conte potrebbe uscire notevolmente indebolito.

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