Conti corrente: cosa controlla davvero il Fisco

Lorenzo Baldassarre

16 Settembre 2017 - 09:00

L’Agenzia delle Entrate Riscossione non ha solo la facoltà di controllare i conti corrente, ma anche di prelevare denaro in determinate occasioni. Scopriamo come e quando il Fisco ci controlla.

Conti corrente: cosa controlla davvero il Fisco

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può prelevare denaro direttamente dai conti corrente dei cittadini che hanno un debito nei confronti dello Stato. Ma cosa può davvero controllare il Fisco? In quali casi può adottare questa misura e in quali no? Non tutti sanno che anche i soldi messi sotto al materasso potrebbero essere tassati senza una documentazione valida circa la provenienza.

Prelievo forzoso sui conti corrente e decisione della Corte Costituzionale

È bene ricordare che prima del prelievo l’Agenzia delle Entrate Riscossione, che è subentrata a Equitalia nella riscossione dei debiti, è tenuta ad avvisare il cittadino dal quale intende prelevare denaro, il quale avrà 60 giorni per contestare la scelta, documentando le sue motivazioni. Inizialmente il Fisco voleva tassare i prelievi effettuati dai lavoratori autonomi perché sarebbero potuti essere un investimento per la propria attività e dunque dovevano essere soggetti a tassazione.

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del cosiddetto prelevometro, perché è assolutamente arbitrario presumere che quei fondi prelevati siano poi investiti nella propria attività.

La stessa Corte ha però sostenuto che lo stesso discorso non vale per i versamenti dei lavori autonomi sul proprio conto corrente, questi potrebbero essere soggetti a un accertamento fiscale.

Controllo sui versamenti

Tutti i contanti versati sul proprio conto corrente sono considerati parte di reddito dal Fisco. Come già detto, il cittadino ha la possibilità di spiegare da dove provengono questi soldi, che potrebbero essere frutto di donazioni, eredità o vincita a giochi, in sostanza da attività riconosciute come non tassabili. Qualora il cittadino non dovesse avere prove documentabili della provenienza monetaria, il Fisco passerebbe all’azione e oltre alla tassazione di quei fondi, farebbe scattare anche le sanzioni.

Come controlla l’Agenzia delle Entrate Riscossione se un versamento possa essere dubbio o meno? Grazie al redditometro, che si basa su un ragionamento molto semplice: se guadagni 100, non puoi spendere 200. Perciò se un cittadino con un reddito modesto versasse un numero di contanti fuori dalla sua portata sul conto corrente scatterebbe l’accertamento fiscale.

Tale misura nacque infatti per scovare gli evasori fiscali, che altrimenti avrebbero versato il denaro guadagnato grazie a un lavoro in nero sul proprio conto corrente senza pagare un euro di tasse.
È altresì evidente che queste operazioni del Fisco risultano ingombranti per il cittadino medio, che non sempre può documentare anche un semplice regalo da parte di amici o parenti, ma anche psicologicamente non deve essere facile ricevere un avvertimento dall’Agenzia delle Entrate.

Controllo sui risparmi

Come già annunciato, anche i risparmi sono sottoposti a verifica e talvolta a tassazione. Il redditometro entra in azione anche quando il risparmio accumulato in banca è eccessivo e soprattutto quando non si preleva con la frequenza necessaria.

Per esempio le persone che hanno a carico delle spese fisse e dichiarano che l’unica fonte di reddito sia il loro stipendio, ma non ritirano abbastanza soldi per pagare le spese quotidiane, potrebbero essere soggette a controllo. Dunque anche ciò che non viene acquistato è sottoposto ad accertamenti. Il Fisco può supporre nel caso appena spiegato che il cittadino ha un’altra fonte di reddito non dichiarata e può procedere alla tassazione del risparmio in banca (più le sanzioni).

Come per le altre situazioni il cittadino può documentare la provenienza dei suoi fondi e non essere sottoposto a prelievo forzoso.

Sostanzialmente i soldi non sono al riparo dal Fisco nemmeno sotto il materasso.

Quali strategie adottare per difendersi

Come già detto, documentando tutto si può evitare la tassazione e il prelievo, ma c’è chi ha voluto prevenire a priori tale eventualità, anche solo per evitare lo stress di avere a che fare col Fisco. Qualcuno ha escogitato sistemi per evitare la grande mano del Fisco sul proprio conto corrente.

Prelevare sempre e lasciare il conto a zero è il metodo più comune, se non ci sono soldi, nessuno può prelevarli. Altri lasciano il conto perfino in rosso, nei limiti del possibile, così che gli estremi per un prelievo forzoso non vengano mai alla luce.

Cointestare il conto con una seconda persona, come per esempio un familiare, può essere un’alternativa valida. Infatti l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può prelevare soldi dal conto in quanto il 50% di quest’ultimo appartiene a una persona totalmente estranea dai fatti.

Il consiglio migliore che si possa dare è invece un altro. Documentare sempre tutto ciò che si versa. Chi non ha infranto nessuna legge perché dovrebbe preoccuparsi se il Fisco gli osserva il conto corrente?

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