Covid e restrizioni: quali Paesi UE hanno le regole più severe?

Laura Pellegrini

12 Aprile 2021 - 13:24

Quali Paesi hanno adottato misure restrittive più severe di quelle italiane? Dalla Spagna alla Francia, fino all’Argentina, ecco le regole degli altri Stati per contenere la pandemia da Covid-19.

Covid e restrizioni: quali Paesi UE hanno le regole più severe?

Le varianti del coronavirus hanno imposto l’introduzione di restrizioni severe in tutti gli Stati europei e in giro per il mondo, ma quali Paesi hanno introdotto misure più dure di quelle italiane?

Mentre l’Italia si tinge sempre più di arancione, altri Stati, come Francia e Germania, entrano in lockdown o pensano di inasprire le regole. Anche in Belgio, Polonia, Olanda e Argentina si sono rese necessarie regole più severe per limitare il contagio.

Ecco le strategie adottate dai Paesi europei (e non solo) per fronteggiare l’emergenza.

I Paesi con le regole più dure contro il Covid-19

La Francia ha introdotto una stretta a partire dal 3 aprile, prima delle festività pasquali, per contenere l’andamento dei contagi e ridurre la diffusione del coronavirus e delle sue varianti: il Paese è in lockdown fino al 30 aprile.

Il presidente Macron ha introdotto il divieto di uscire di casa dalle ore 19, mentre per tutti gli spostamenti superiori a 10 km dalla propria residenza o abitazione è necessario presentare l’autocertificazione.

I negozi non essenziali devono restare chiusi, così come sono chiuse le scuole di ogni ordine e grado almeno fino al 26 aprile. Il presidente francese pensa di programmare la riapertura a partire dal mese di maggio nel rispetto di tutte le norme di contenimento del Covid.

La Germania, invece, ha introdotto l’obbligo di utilizzo delle mascherine chirurgiche o FFP2 nei negozi e sui mezzi pubblici. Nonostante le restrizioni, però, i contagi sembrano non diminuire: ogni giorno la cifra si aggira sui 20 mila casi, mentre le terapie intensive sono ancora piene.

Molti medici ed esperti ritengono necessaria l’introduzione di un nuovo lockdown, così come la Cancelliera sembra a favore dell’introduzione di restrizioni più severe almeno per un breve periodo. I Lander, invece, sono sul piede di guerra e invocano l’allentamento delle misure restrittive.

Merkel intende proporre una legge che preveda l’adozione automatica di restrizioni più severe al superamento dei 100 contagi su 100 mila abitanti nei sette giorni precedenti. In questo modo, l’autonomia decisionale dei Lander rimarrebbe intatta sotto la soglia dei 100 contagi.

Non solo: il vicecancelliere Olaf Scholz ha anticipato anche la possibile introduzione di un coprifuoco nazionale, sempre in caso di superamento della soglia limite. La chiusura delle scuole, infine, è prevista nel caso in cui vengano registrati oltre 200 contagi ogni 100 mila abitanti.

Le regole nel resto d’Europa

Anche il resto dell’Europa - ad eccezione del Regno Unito - si trova alle prese con il contenimento della pandemia.

In Belgio sono state confermate le misure restrittive almeno fino al 25 aprile, ma senza lockdown. Restano chiusi i parrucchieri e i centri estetici, mentre sono aperti i negozi, anche quelli non essenziali. Le scuole sono chiuse almeno fino al 19 aprile, mentre i viaggi non essenziali sono vietati.

I cittadini possono, però, accogliere in casa al massimo una persona esterna al nucleo familiare, mentre all’aperto il numero massimo di persone che si possono incontrare rimane fisso a quattro.

L’Olanda ha optato per un lockdown fino al 20 aprile: il primo ministro Mark Rutte ha invitato i cittadini a evitare i viaggi all’estero almeno fino al 15 maggio. Il coprifuoco è stato confermato dalle ore 22 fino alle ore 4:30. I ristoranti, i bar e i locali - come avviene anche in Italia - sono aperti solo per le vendite da asporto.

In Polonia, infine, le restrizioni restano in vigore almeno fino al 18 aprile: non è possibile riunirsi in più di 5 persone nei luoghi al chiuso e all’aperto. A Varsavia i ristoranti, i locali e i bar possono effettuare soltanto delivery e take away.

Il caso dell’Argentina: stretta fino al 30 aprile

Non solo in Europa: la pandemia colpisce tutti gli Stati del mondo e costringe i vertici ad adottare regole severe.

In Argentina, dopo il boom di 22.000 contagi in un solo giorno, il presidente Alberto Fernandez ha introdotto nuove restrizioni almeno fino al 30 aprile: è previsto un coprifuoco nazionale dalle ore 24 alle ore 6 del mattino, mentre sono sospese tutte le attività sociali. I bar, i ristoranti e i locali devono chiudere dopo le ore 23; fino a fine aprile restano chiusi nightclub, casinò e sale per feste.

I servizi pubblici potranno essere utilizzati soltanto per spostarsi per motivi di lavoro o per recarsi a scuola. Il decreto firmato da Fernandez, infine, prevede il divieto di organizzare viaggi di gruppo nel Paese o all’estero, oltre al divieto di riunirsi in più di 20 persone anche all’aperto.

Iscriviti a Money.it