Covid nei pipistrelli: nuove prove dell’origine naturale

Giorgia Bonamoneta

20 Febbraio 2022 - 16:00

Scoperti tre nuovi virus simili al SARS-CoV-2 nei pipistrelli. Uno è compatibile al 96,8% e questo permette agli esperti di avvicinarsi alla risposta dell’origine del virus che causa la Covid-19.

Covid nei pipistrelli: nuove prove dell’origine naturale

Da dove viene il SARS-CoV-2? Nel corso degli ultimi due anni gli esperti hanno cercato di rispondere a questa domanda. Al di là di teorie del complotto e cospirazioni, le opzioni sul tavolo sono sempre state tre (per farla molto semplice): fuga da laboratorio, ma origine naturale; fuga da laboratorio, ma origine artificiale; zoonosi tra un animale ancora sconosciuto (pipistrello e pangolino in cima ai sospettati) e l’essere umano.

La scoperta di tre nuovi virus simili al SARS-CoV-2 nei pipistrelli delle caverne a Nord di Laos è un ulteriore passo verso l’origine naturale e riaprono il dibattito sulla prevenzione e la preparazione in caso di nuovi virus capaci di entrare in contatto con l’essere umano.

La scoperta non risponde ancora a tutte le domande, anzi potrebbe essere definita come un “anello” ma non l’anello mancante. L’immunologa Antonella Viola ha commentato la notizia dello studio pubblicato su Nature spiegando che lo studio rafforza l’ipotesi dell’origine naturale e conferma che molti altri virus sono pronti a fare il salto di specie. “Bisogna imparare la lezione”, ha scritto in conclusione sul suo profilo Facebook.

Scoperti due virus simili a SARS-CoV-2 nei pipistrelli

Ha fatto il giro del mondo la scoperta di tre nuovi virus, molto simili al SARS-CoV-2, presenti in un gruppo di pipistrelli studiati nelle caverne di Laos. Lo studio, pubblicato da pochi giorni su Nature, espone i risultati di un test su 645 pipistrelli appartenenti a 46 specie diversi che coabitano nelle caverne a Nord del Paese.

Secondo quanto emerso dalla ricerca nei pipistrelli esistono le prove di tre virus appartenenti allo stesso gruppo dei coronavirus di cui fa parte anche il “nostro” SARS-CoV-2. Due di questi sono molto simili al virus che abbiamo imparato a conoscere, differendo in una o due posizioni rispetto alla proteina Spike del SARS-CoV-2.

I tre coronavirus scoperti prendono il nome di Banal-52, Banal-103 e Banal-236. In particolare è Banal-52 ad avere più somiglianze con il coronavirus responsabile della pandemia attuale (96,8%).

Perché la scoperta rafforza l’ipotesi dell’origine naturale del virus Covid

Lo studio del gruppo di scienziati della National University e dell’Institut Pasteur del Laos segna un passo avanti nella ricerca dell’origine del virus che causa il Covid-19. Marco Gerdol, ricercatore dell’Università di Trieste, rispondendo all’Ansa, ha commentato: “Questi nuovi virus riempiono un buco evolutivo che ci aiuta a capire quali sono i genitori di SARS-CoV-2”.

Oltre tutte le teorie del complotto, nate per rispondere in maniera semplice a crisi complesse, gli scienziati continuano a ricercare l’origine dei coronavirus in vista di quella che è stata definita “età delle pandemie”.

Non solo illumina la strada verso la scoperta dell’origine del virus, ma ci permette di riallineare l’attenzione verso un futuro incerto dal punto di vista sanitario. Non possiamo arrivare impreparati alla prossima pandemia e bisogna imparare a migliorare la gestione della crisi, lo studio dei vaccini e molto altro.

Tutta colpa dei pipistrelli: perché sono un “serbatoio” di virus

Ma è possibile che c’entrino sempre i pipistrelli? La risposta è sì. Non ci addentreremo nella spiegazione scientifica e minuziosa, ma tenteremo di rispondere al perché.

I pipistrelli sono stati definiti “animali serbatoio”, poiché incorporano molti virus senza che questi facciano troppi danni all’organismo ospite. Un animale malato, che presenta sintomi, potrebbe anche morire di quel virus e interrompere il passaparola dell’infezione. Ma i pipistrelli no.

I pipistrelli hanno sviluppato la capacità di sopravvivere a virus e altre patologie grazie a una riparazione veloce del DNA e dei tessuti. Sono “portatori sani” potremmo dire.

Qualcuno potrebbe pensare che sia una buona idea eliminare i pipistrelli ed evitare così la diffusione di nuovi virus. Non è così semplice e chi studia la biodiversità si starà sicuramente mettendo le mani tra i capelli. La soluzione infatti non è diminuire la biodiversità che ci tiene in vita - i pipistrelli sono impollinatori, mangiano zanzare etc - ma evitare di invadere lo spazio degli habitat animali. Soluzione più semplice a dirsi che a farsi.

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