Def, una nuova bocciatura arriva dai ’truffati’ delle banche

Elisabetta Scuncio Carnevale

24/10/2018

Il Def prevede un fondo di ristoro per i truffati delle banche, ma lo stanziamento non è sufficiente per risarcire tutti

Def, una nuova bocciatura arriva dai ’truffati’ delle banche

Il fondo di ristoro da 1,5 miliardi di euro, previsto nel Def, non copre l’ammontare delle perdite subite dai ’truffati’ delle banche.

Dopo l’Ue, una nuova bocciatura arriva all’indirizzo del documento del Governo Conte; questa volta dai risparmiatori. La somma stanziata dall’esecutivo sarebbe irrisoria e insufficiente a risarcire tutti gli azionisti coinvolti nel crac di alcuni istituti bancari.

Def, per i piccoli risparmiatori non è sufficiente

Il provvedimento di 1,5 miliardi di euro, che sarà inserito nella prossima Legge di bilancio, non basterà a risarcire tutti gli azionisti che, coinvolti nelle vicende Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, hanno visto andare in fumo anni di investimenti e risparmi. Tremila, infatti, sono solo quelli rimasti scottati dal crac di Banca Marche.

“Il fondo è del tutto insufficiente e non basterebbe a risarcire nemmeno tutti i truffati della sola Banca Marche, apprezziamo volontà e attenzione del Governo ma ne sottolineiamo le criticità”,

affermano gli azionisti, che auspicano un incontro ufficiale con i rappresentanti del Governo gialloverde.

Def, le criticità del fondo di ristoro

Tre le problematiche emerse nel provvedimento del Def ed evidenziate nel corso di una conferenza stampa a Jesi, promossa dall’avv. Corrado Canafoglia, coordinatore dell’Unione nazionale consumatori, insieme a Enrico Filonzi e a Sandro Forlani, presidenti delle associazioni rappresentate dall’Unc, Azionisti privati di Banca Marche e Dipendiamo Banca Marche.

La prima criticità è che le istanze potrebbero essere liquidate in base all’ordine cronologico di arrivo, un criterio che -se confermato- penalizzerebbe soprattutto i risparmiatori più anziani, poco avvezzi all’uso dei sistemi telematici. La soluzione, secondo le associazioni, potrebbe essere quella di determinare l’ammontare totale delle richieste ammesse e ripartire il fondo tra tutti gli azionisti, in proporzione alle richieste presentate.

A decidere sulle domande sarebbero collegi in seno all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf), istituito presso Consob. Organismo questo -hanno spiegato- che si è già pronunciato sui ricorsi dei risparmiatori truffati e che, per il caso Banca Marche, ha riconosciuto solo una minima parte rispetto a quanto effettivamente perso.

Gli azionisti hanno anche chiesto che dal ristoro restino escluse le banche e le fondazioni, ma anche chi è indagato o ricopriva un ruolo di gestione o controllo negli istituti di credito. La somma delle azioni di questi ultimi è infatti molto elevata.

Ad attendere di conoscere i contenuti del Def e del fondo di ristoro sono in migliaia; circa tremila sono le persone, tra azionisti e obbligazionisti, interessate dal crac di Banca Marche.

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