Draghi-Biden, oggi l’incontro: soldi o soldati, così cambia la guerra per l’Italia?

Alessandro Cipolla

10 Maggio 2022 - 08:30

Vertice Draghi-Biden alla Casa Bianca, si parlerà di guerra e gas: Washington vorrebbe dall’Italia più soldi per inviare armi in Ucraina, ma si potrebbe “accontentare” di un maggior numero di nostri soldati da dislocare lungo i confini orientali della Nato.

Draghi-Biden, oggi l’incontro: soldi o soldati, così cambia la guerra per l’Italia?

Si terrà nel primo pomeriggio di oggi martedì 10 maggio l’incontro tra Joe Biden e Mario Draghi, con il nostro Presidente del consiglio che sarà il primo leader europeo impegnato in una visita ufficiale alla Casa Bianca da quando è scoppiata la guerra in Ucraina.

Un vertice bilaterale questo tra Joe Biden e Mario Draghi che arriva ventiquattro ore dopo il discorso di Vladimir Putin, più retorico che di sostanza, in occasione delle celebrazioni del 9 maggio in Russia.

Se Putin sembrerebbe aver preso tempo prima di dichiarare la guerra totale in Ucraina, la coscrizione alla fine potrebbe arrivare ugualmente in Russia ma in maniera più graduale, Biden al contrario avrebbe fretta di strappare due importanti sì all’Europa.

Il primo è quello in merito agli aiuti militari da fornire a Kiev, l’Italia a riguardo starebbe preparando il terzo decreto che dovrebbe prevedere l’invio anche di armi pesanti, mentre il secondo è quello del gas.

Se sulle armi Draghi è pronto a garantire che l’Italia farà la sua parte, anche se i soldi in cassa sono assai pochi e il Movimento 5 stelle è pronto a mettersi di traverso, sul gas il Presidente del consiglio oltre a ribadire la disponibilità di Roma a un embargo nei confronti della Russia potrà aggiungere ben poco.

Basti pensare che il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea, dove non è presa in considerazione la questione gas, è ancora impantanato a Bruxelles a causa del veto da parte di Orban, contrario allo stop al petrolio russo anche se per Ungheria, Slovacchia e Bulgaria il gong dovrebbe suonare a fine 2023 con un anno di ritardo rispetto agli altri.

Vertice Draghi-Biden, cosa può cambiare per l’Italia

Alla vigilia dell’incontro Oltreoceano tra Mario Draghi e Joe Biden, in Italia sono stati in molti a chiedere all’ex numero uno della Bce di non presentarsi alla Casa Bianca con il “cappello in mano”, ma di far capire a Washington che il nostro Paese, così come l’Europa, vuole mettere in campo il massimo sforzo diplomatico per cercare di raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina.

Se gli Stati Uniti e, ca va sans dire, di riflesso anche la Nato di recente stanno parlando sempre più spesso di una guerra che potrebbe essere molto lunga, allo scopo di poter togliere di mezzo Vladimir Putin e di spezzare così l’asse sino-russo, questa prospettiva sarebbe economicamente insostenibile per il Vecchio Continente senza parlare del rischio di un allargamento del conflitto proprio nel cuore dell’Europa.

Draghi così a Biden potrebbe ribadire l’assoluta fedeltà dell’Italia agli Stati Uniti e all’Alleanza atlantica, però facendo proprio il concetto espresso nelle scorse ora dal presidente francese Macron: “Lavorare per riportare la pace in Europa e quindi per il cessate il fuoco, senza umiliare Mosca perché non siamo in guerra contro la Russia”.

Di certo però il nostro Paese è pronto a fare la propria parte per quanto riguarda l’invio di armi in Ucraina: se l’Italia come ipotizzato a Washington dovesse fare uno sforzo proporzionalmente pari a quello da poco annunciato dagli Usa, visti i 20 miliardi di dollari stanziati da Biden a noi toccherebbe sborsare circa 3 miliardi.

Troppi per le nostre tasche anche perché il Movimento 5 stelle, primo partito di maggioranza, mai darebbe il disco verde a una operazione del genere. Così l’Italia potrebbe “cavarsela” mandando altri soldati a rinfoltire le fila delle truppe Nato schierate in Romania e Bulgaria.

Tra gas e Nato

Altro tema caldo sarà quello del gas. Gli Stati Uniti vogliono che l’Europa faccia come loro stoppando l’importazione dalla Russia, ma gli Usa al contrario di Italia e Germania dipendono solo in minima parte dal punto di vista energetico da Mosca.

A Washington invece si sono guardati bene dall’inserire nell’embargo i fertilizzanti, visto che senza quelli provenienti dalla Russia tutto il comparto agricolo statunitense avrebbe rischiato la paralisi. L’Italia comunque sembrerebbe essere pronta a seguire le indicazioni della Casa Bianca, ma sul gas le difficoltà sembrerebbero essere altre.

Se l’Unione europea dopo settimane di trattative non è riuscita ancora a trovare un accordo per dire basta al petrolio russo, più facile da sostituire, figuriamoci se sarà semplice arrivare a una fumata bianca per quanto riguarda il gas visto che sullo sfondo ci sarebbe lo scenario di una dura recessione.

Infine c’è la voce che vorrebbe Mario Draghi come possibile prossimo segretario generale della Nato, ruolo per cui stando ai soliti rumors sarebbero in ballo anche Enrico Letta e Paolo Gentiloni.

Il bilaterale con Biden potrebbe essere così l’occasione da parte del Presidente del consiglio per accreditarsi come possibile prossima guida della Nato anche se da qui a settembre 2023, quando scadrà il mandato il Jens Stoltenberg, con una guerra di mezzo gli scenari potrebbero mutare rapidamente.

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