Draghi sostiene l’adesione dell’Ucraina all’Ue, ma è davvero possibile? Le tempistiche e cosa cambierebbe

Stefano Rizzuti

22/03/2022

Zelensky ha presentato richiesta per l’adesione dell’Ucraina all’Ue e Draghi annuncia il sostegno all’ingresso di Kiev nell’Unione: ma è davvero possibile? E cosa cambierebbe concretamente?

Draghi sostiene l’adesione dell’Ucraina all’Ue, ma è davvero possibile? Le tempistiche e cosa cambierebbe

L’Ucraina chiede di entrare nell’Ue. Ma l’adesione di Kiev all’Unione europea non è un procedimento semplice, né tanto meno breve o scontato. E neanche il conflitto scatenato dalla Russia con l’invasione del territorio ucraino sembra motivo sufficiente per poter accogliere subire Kiev all’interno dell’Ue. Nonostante il sostegno di sempre più Paesi, come dimostrato anche da Mario Draghi, all’ipotesi di un ingresso nell’Unione.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato la richiesta ufficiale per l’ingresso dell’Ucraina in Ue. La normale procedura per l’adesione di un nuovo stato membro richiede però negoziati lunghi, che possono durare molti anni. La speranza di Zelensky è che l’invasione russa e la necessità di una risposta immediata possano far attivare una procedura urgente e quindi tempi più rapidi.

Nelle ultime ore il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è rivolto a Zelensky dopo il suo intervento alla Camera per ribadire il sostegno dell’Italia all’ingresso di Kiev nell’Ue: “L’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo, l’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue”. Ma l’adesione dell’Ucraina all’Ue è realmente possibile? E quali sarebbero le conseguenze di un’eventuale adesione? Entriamo nel dettaglio.

Ucraina in Ue, il voto del Parlamento europeo

L’Europarlamento ha votato negli scorsi giorni a favore di una risoluzione che chiede l’adesione dell’Ucraina all’Ue. Una misura non vincolante, ma che rappresenta di fatto una dichiarazione d’intenti con l’impegno di adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di candidato all’ingresso.

Il voto potrebbe favorire il processo di adesione di Kiev, ma questo non vuol dire che le tempistiche possano essere realmente ridotte né che si attivi una procedura emergenziale considerando il conflitto scatenato dalla Russia.

L’Ucraina può davvero entrare nell’Ue?

Per l’adesione dell’Ucraina, però, i passi da compiere sono molti. Innanzitutto è richiesta l’approvazione della richiesta da parte della Commissione e del Consiglio europeo, il che vuol dire che serve l’unanimità dei 27 Stati membri. E poi iniziano i negoziati, che spesso richiedono diversi anni.

Un’apertura da parte delle istituzioni Ue c’è stata, ma solo parziale. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha espresso il suo parere favorevole, ma senza indicare tempistiche. Più dubbi vengono sollevati da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, secondo cui in Ue “ci sono opinioni e sensibilità diverse” sull’allargamento.

Ancora più scettico Josep Borrell, alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue: per lui l’adesione dell’Ucraina non è all’ordine del giorno. La procedura richiederà molti anni e invece ora serve una risposta immediata: di ore e non di anni.

Quanto tempo serve per l’adesione dell’Ucraina all’Ue

I tempi per l’adesione di un paese all’Ue non sono brevi. Per esempio, la Croazia, ultimo ingresso, è entrata nel 2013: dieci anni dopo la richiesta. In più ci sono cinque Paesi che oggi sono già candidati: Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Turchia.

Inoltre per l’adesione ci sono una serie di clausole a partire da quelle riguardanti il rispetto della libertà e dei diritti nello Stato richiedente. In più vanno soddisfatti anche alcuni criteri economici. L’adesione è tutt’altro che semplice.

Cosa succede se l’Ucraina entra nell’Ue

Un eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Ue - come detto, al momento improbabile, almeno in tempi rapidi - cambierebbe completamente la situazione, anche in merito al conflitto. In quel caso Putin avrebbe aggredito non solamente un Paese amico della Nato, ma addirittura un membro dell’Ue.

Verrebbe quindi considerata come una sorta di dichiarazione di guerra a tutta l’Ue, come previsto dalla clausola di difesa reciproca. In particolare l’articolo 42, paragrafo 7, del Tue parla di assistenza a uno stato membro vittima di aggressione armata:

Qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Ciò non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri.

Non si parla esplicitamente di possibile risposta militare, ma l’aiuto e l’assistenza con tutti i mezzi possibili sembrano andare proprio nella direzione di un intervento di sostegno armato. L’ipotesi di un ingresso dell’Ucraina, comunque, è ancora abbastanza lontana.

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