Draghi crolla nei sondaggi: il 56% degli italiani non ha fiducia in lui

Alessandro Cipolla

20/04/2022

Per un sondaggio di Termometro Politico il 55,9% degli italiani avrebbe poca o per nulla fiducia in Mario Draghi: nella stessa indagine fatta a gennaio il presidente del Consiglio poteva contare su un gradimento maggiore di sette punti percentuali.

Draghi crolla nei sondaggi: il 56% degli italiani non ha fiducia in lui

Gli italiani non avrebbero più fiducia in Mario Draghi. Questo è quanto emerge da un sondaggio realizzato tra il 12 e il 14 aprile da Termometro Politico che, da quando l’ex numero uno della Bce è approdato a Palazzo Chigi, in maniera sistematica ha cercato di “pesare” quello che sarebbe l’indice di gradimento nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio.

Sondaggio fiducia Draghi 14 aprile Sondaggio fiducia Draghi 14 aprile Fonte Termometro Politico

Come si può vedere, nel complesso il 55,9% degli italiani in questo momento avrebbe poca o alcuna fiducia in Mario Draghi, a fronte di un 43,7% che invece sostiene l’operato del capo del Governo.

Lo stesso sondaggio realizzato da Termometro Politico a metà gennaio, faceva registrare invece un 50,6% di italiani complessivamente fiduciosi nei confronti di Draghi e un 48,6% di insoddisfatti.

Mettendo i due sondaggi a confronto, in soli tre mesi il livello di fiducia del presidente del Consiglio in Italia sarebbe crollato di circa sette punti percentuali, con il numero degli scontenti che per la prima volta ha superato quello dei cittadini soddisfatti dalle politiche di Palazzo Chigi.

Draghi a picco nei sondaggi

Poco più di un anno dopo dalla nascita del suo esecutivo, l’idillio tra Mario Draghi e gli italiani sembrerebbe essersi già interrotto. Un crollo questo nei sondaggi che in sostanza sarebbe coinciso con lo scoppio della guerra in Ucraina.

Probabilmente non è piaciuta molto la prospettiva di dover scegliere tra “la pace o il condizionatore acceso”, così come la questione dell’invio delle armi all’Ucraina non sembrerebbe essere piaciuta a una buona fetta della popolazione.

In generale Draghi e l’Italia finora hanno svolto un ruolo secondario a livello internazionale in merito al conflitto ucraino, con Roma che si è quasi totalmente appiattita sulle posizioni atlantiste tanto da aver accettato ormai anche la prospettiva di un embargo al gas e al petrolio russo nei prossimi mesi.

L’appeal di Draghi tra gli italiani comunque sarebbe in crisi già da prima dell’inizio della guerra in Ucraina, visto che dopo il mancato trasloco al Quirinale è trapelata la notizia di una sorta di “operazione simpatia” lanciata da Palazzo Chigi per cercare di ridare lustro all’immagine del presidente del Consiglio.

Di certo il dover gestire una maggioranza variopinta e litigiosa, specie adesso che la campagna elettorale si sta avvicinando, non ha aiutato il capo del Governo che probabilmente pensava di poter gestire più facilmente i partiti.

Sta di fatto che viste le alte aspettative, pompate ad arte dai mass media, gli italiani probabilmente si aspettavano di più da parte del governo Draghi che finora ha partorito tutte riforme azzoppate dai vari veti incrociati da parte dei partiti.

In una recente intervista Mario Draghi ha fatto intendere che la sua esperienza politica potrebbe terminare al termine di questa legislatura, tanto che diverse voci lo vorrebbero in lizza insieme a Paolo Gentiloni ed Enrico Letta per il ruolo di segretario generale della Nato quando, a settembre 2023, scadrà il mandato di Jens Stoltenberg.

Se il trend del sondaggio dovesse confermarsi anche nei prossimi mesi, facile che l’ex presidente della Bce tra un anno possa decidere di cambiare aria.

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