Fase 2, si può uscire di casa e circolare con la febbre?

Mario D’Angelo

02/06/2020

La Regione Lazio ha vietato l’ingresso nel territorio a chiunque abbia la febbre. Vale per l’intera Penisola?

Fase 2, si può uscire di casa e circolare con la febbre?

È ancora vietato uscire di casa e spostarsi con la temperatura oltre i 37,5 gradi? Con l’arrivo della riapertura dei confini regionali a partire dal 3 giugno, rimangono alcuni dubbi su cosa si possa o non si possa fare in Italia, soprattutto quando si passano i confini regionali.

Il Decreto della Presidenza del Consiglio del 26 aprile vietava infatti di uscire di casa con sintomi da COVID-19, ovvero febbre e difficoltà respiratorie. Con la riapertura e il mancato arrivo di un nuovo Dpcm, le diverse Regioni italiane potrebbero avere regole leggermente diverse.

La Regione Lazio, in un’ordinanza del 2 giugno, ha infatti vietato l’ingresso nel territorio a tutti coloro abbiano la febbre. Il divieto di circolazione con temperatura superiore ai 37 gradi e mezzo vale anche per il resto del territorio nazionale?

Regione Lazio vieta ingresso a chi ha la febbre

Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, dopo il dissenso fra esecutivo nazionale e Governatori sulle riaperture, ha detto che le ordinanze regionali più restrittive delle disposizioni di Roma sarebbero state impugnate al Tar.

Per questa ragione ha sollevato un certo clamore l’ordinanza di Nicola Zingaretti, segretario del partito del ministro Boccia, in cui si vietava l’ingresso e la circolazione sul territorio laziale a chiunque avesse una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi.

Ma la Regione Lazio, nella serata del 2 giugno, è tornata sulla questione per precisare in una nota che “l’ordinanza regionale si limita a ribadire tale prescrizione stabilita dal governo, non a istituirla”.

Si può uscire e circolare con la febbre su territorio italiano?

Il divieto di circolare con sintomi di COVID-19 è infatti “già previsto dal Dpcm del 26 aprile 2020”. La misura, spiega la Regione Lazio, non ha perso motivo di essere, anzi, con l’arrivo dell’app Immuni è ancora più importante: “L’ordinanza regionale rafforza le misure di contact tracing prendendo in carico il cittadino qualora sia riscontrata una temperatura maggiore del 37,5 e avviando i controlli preposti”.

Se non è arrivato un nuovo Dpcm, ci sono comunque ancora le Faq del Governo in proposito. Sul sito di Palazzo Chigi si legge ancora che “i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante”.

In ogni caso, per rimanere in casa con la febbre, in tempo di coronavirus, non dovrebbe esserci bisogno di un decreto ministeriale o regionale, ma di un po’ di buona volontà.

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