Fiducia in Draghi a picco nei sondaggi: -12% da quando è al governo

Alessandro Cipolla

27 Maggio 2022 - 10:29

Per un sondaggio di Index Research la fiducia in Mario Draghi in questo momento sarebbe al 51,9%: a febbraio 2021 quando è nato il suo governo era al 63,9%, dodici punti percentuali in più.

Fiducia in Draghi a picco nei sondaggi: -12% da quando è al governo

Gli italiani avrebbero sempre meno fiducia in Mario Draghi e nel governo di larghe intese da lui presieduto. Questo è quanto emergerebbe da un sondaggio realizzato da Index Research e reso noto, durante la puntata di giovedì 26 maggio, dalla trasmissione televisiva di La7 Piazzapulita.

Fiducia in Draghi e nel governo Fiducia in Draghi e nel governo Sondaggio Index Research 25 maggio, fonte Piazzapulita

Come si può vedere dal sondaggio, il 18 febbraio 2021 la fiducia nell’operato di Draghi era attestata al 63,9%. Nell’ultima rilevazione invece fatta lo scorso 25 maggio, ci sarebbe stato un calo fino al 51,9%.

La situazione sarebbe peggiorata in particolare nell’ultimo mese, con la fiducia verso Mario Draghi calata del 4,6% rispetto a metà aprile. Una sorta di crisi che non avrebbe risparmiato anche l’opinione nei confronti del governo.

C’è da dire però che inizialmente gli italiani sembravano essere scettici riguardo l’esecutivo, visto che per il sondaggio del febbraio 2021 la fiducia verso il governo era indicata al 48%. Dopo un anno però la percentuale sarebbe salita fino al 53,1%, per poi calare all’attuale 47,1%.

Draghi male nei sondaggi

Anche se per il sondaggio la maggioranza degli italiani avrebbe ancora fiducia nell’operato di Mario Draghi, questo vistoso calo evidenziato dall’indagine di Index Research può essere un chiaro campanello d’allarme per Palazzo Chigi.

Da tempo infatti il sentore è che la luna di miele tra Draghi e i cittadini sia terminata, con la guerra in Ucraina che di certo non starebbe semplificando le cose all’attuale presidente del Consiglio, visto che quotidianamente deve fare i conti con una maggioranza riottosa e ormai proiettata non solo verso la campagna elettorale delle amministrative, ma anche in quella delle politiche del prossimo anno.

La decisione di mandare armi pesanti all’Ucraina, il caro-bollette, l’inflazione galoppante e le mancate riforme, sono tutti elementi che potrebbero aver inciso nel determinare il crollo nella fiducia verso Draghi indicato dal sondaggio.

Nonostante i media mainstream che in questi mesi si sono dimostrati poco ostili, per usare un eufemismo, nei confronti dell’ex numero uno della Bce, l’aurea di “migliore” che ha accompagnato Mario Draghi al momento del suo insediamento a Palazzo Chigi sembrerebbe essersi offuscata.

Non sarebbe un caso che, annusata l’aria, Dragi avrebbe sperato lo scorso gennaio in una sua elezione a presidente della Repubblica: finito anche lui nel tritacarne delle logiche di partito che tendono sempre all’autoconservazione, al presidente del Consiglio adesso non resterebbe che “resistere” per un altro anno, per poi sperare magari in una chiamato della Nato quando a settembre 2023 scadrà il mandato dell’attuale segretario generale Jens Stoltenberg.

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