I costi dell’ennesima crisi di Governo in Italia

Riccardo Lozzi

18 Gennaio 2021 - 12:44

Tra spread, asta dei BTP e ritardi sul Recovery Plan: ecco quali potrebbero essere i costi dell’ennesima crisi di Governo in Italia.

I costi dell’ennesima crisi di Governo in Italia

In attesa del discorso di Giuseppe Conte per il voto di fiducia alla Camera e al Senato, rispettivamente il 18 e il 19 gennaio, ci si interroga su quali potrebbero essere i costi dell’ennesima crisi di Governo in Italia.

La maggiore preoccupazione sullo scontro tra Conte e Renzi possa avere un forte impatto sulla situazione economica del Paese che si trova a vivere una stagione di crisi finanziaria senza precedenti a causa della pandemia da Covid-19.

Sono molte le contromisure che il Governo deve prendere nei prossimi giorni per evitare l’ulteriore aggravarsi dei conti per le famiglie e le imprese, tra cui il quinto scostamento di bilancio in un anno da 32 miliardi di euro, contenente anche lo stanziamento di ulteriori fondi per il nuovo Decreto Ristori.

Queste norme non sembrano rischiare un voto contrario in Parlamento, con l’annuncio dello stesso Renzi di sostenere la maggioranza in questo caso, mettendo almeno per il momento al riparo le tasche dei cittadini. A essere in pericolo sono invece le casse dello Stato, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che rivela come con la crisi di Governo siano stati persi già circa 7,6 milioni di euro.

I costi dell’ennesima crisi di Governo in Italia

Il deficit dichiarato da Gualtieri fa riferimento allo spread tra BTP e Bund tedeschi, aumentato a 120 punti base. L’ultima asta dei Buoni del Tesoro italiani è quindi andata peggio del previsto, con un tasso di rendimento arrivato a toccare quota 0,68%.

Tuttavia, nonostante la perdita registrata, i mercati non sono apparsi troppo spaventati dalla situazione politica del Belpaese. Secondo alcuni osservatori, questo è legato al fatto che Conte è ancora in carica, ma la situazione rischierebbe di precipitare se l’epilogo della crisi fosse quello di andare a elezioni anticipate.

Inoltre, l’Europa e gli investitori internazionali sono abituati agli scossoni nella politica italiana, poiché solamente negli ultimi 26 anni si sono succeduti 16 governi e 10 diversi presidenti del Consiglio, con una durata media di 617 giorni.

Rischio aumento spread e ritardi sul Recovery Plan

Come si è osservato nel 2018, tra la data delle elezioni e l’insediamento del Conte I costituito dalla maggioranza giallo-verde (Lega e Movimento 5 Stelle), lo spread era salito a 100 punti, con un costo per la nostra economia di circa 10 miliardi di euro.

Una situazione pronta a ripetersi in uno scenario in cui non si riuscisse a trovare un accordo tra le forze parlamentari, prevedendo un aumento significativo dei rendimenti sul debito pubblico, tra cui c’è chi ipotizza un differenziale fino a 200 punti.

A questo si deve aggiungere anche il prezzo da pagare per il passaggio di consegne tra un esecutivo e l’altro e il blocco delle decisioni sui dossier principali. In caso di cambio di Governo senza nuove votazioni il tempo medio stimato è di 10 giorni, mentre passando per le urne potrebbe allungarsi a un mese.

Il rischio, quindi, sarebbe di trovarsi in un vicolo cieco per l’approvazione di possibili nuovi ristori e della cassa integrazione in deroga, ma soprattutto di essere in ritardo per la redazione del Recovery Plan, mettendo in pericolo l’accesso ai 209 miliardi di euro di fondi europei.

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