Investire nell’arte: come si valuta la quotazione di un artista?

Giampiero Valenza

5 Maggio 2021 - 08:55

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Acquistare un quadro può essere una formula di investimento alternativo. Nel solo 2019 il report The Art Market sono stati investiti 13,3 miliardi di dollari in arte. Ma non deve spaventare: buona parte degli investimenti arrivano a cifre intorno a 20mila euro. Somme di gran lunga inferiori al quadro Salvator Mundi attribuito a Leonardo e venduto per 450 milioni di dollari. Ma ecco come si valuta la quotazione di un artista.

Investire nell’arte: come si valuta la quotazione di un artista?

Investire in arte, in un quadro in particolare, può essere una formula per far fruttare i propri risparmi. Nell’immaginario collettivo chi li acquista e li rivende è una persona con alta spendibilità economica. Ma si tratta di uno stereotipo da sfatare: oggi lo si può fare anche con formule più “low cost”. Da dove si può iniziare ad investire in arte?

Il mercato dell’arte è di peso: secondo il report The Art Market, infatti, nel 2019 sono stati venduti nel mondo 550.000 lotti tramite aste, per un totale di 13,3 miliardi di dollari investiti. Non è tutto frutto di investimenti milionari: larga parte delle spese per un quadro d’asta arriva a una media di poco meno di 20.000 euro. Cifre ben lontane dal quadro Salvator Mundi, attribuito a Leonardo da Vinci, che il principe saudita Mohamed bin Salman acquistò per 450 milioni di dollari.

Nel 1958 era valutata come opera di Giovanni Antonio Boltraffio, allievo di Leonardo, e all’epoca, all’asta, venne venduta per 45 sterline. Solo nel 2011 venne attribuito all’autore della Gioconda e così la valutazione ha avuto un boom. Il dubbio sulla valutazione, dunque, può essere sempre dietro l’angolo. Può capitare, proprio per questa ragione, che un quadro possa essere ritirato all’ultimo momento da una Casa d’asta. È avvenuto qualche settimana fa per “La coronaciòn de espinas”, attribuito al circolo di José de Ribera, noto come lo Spagnoletto, pittore del XVII secolo. La Casa Ansorena lo stava per battere, a Madrid, a partire da una base 1.500 euro. C’è stato un dubbio sulla sua paternità: potrebbe essere un Caravaggio. Così è stato dato lo stop.

Dove è possibile comprare un quadro

Si può acquistare un quadro ricercando le opere direttamente nelle gallerie d’arte, nelle case d’asta o tra i mercanti d’arte. Molto raro, ma quando avviene solitamente fa notizia, è l’acquisto di quadri o sculture nei mercatini che poi si scoprono capolavori. Quando un’opera viene valutata poco e poi si scopre che è tutt’altro, ci si trova davanti a un affare.

Il valore di un artista

Il valore che può avere un artista moderno ruota attorno a un concetto, quello del coefficiente. È una sorta di punteggio che viene dato all’attività dell’autore ed è uno dei caratteri che incidono di più proprio su una valutazione. Il coefficiente vale per tutti ma non per i “top” della storia dell’arte (Leonardo, De Chirico, Caravaggio, Monet, giusto per fare qualche esempio).

Chi lo definisce? A darlo sono le gallerie d’arte, che lo assegnano sulla base di diverse variabili:

  • l’esposizione a mostre, musei e gallerie,
  • le recensioni dei critici,
  • il curriculum vitae,
  • i premi e qualità dei riconoscimenti ricevuti.

Ma quanto vale il coefficiente? Si parte dai punteggi molto bassi (uno 0,3 può essere assegnato per chi è agli esordi), fino a numeri molto più alti (1,5 o 2, per esempio). Questo calcolo viene scritto all’interno di un certificato e diventa un moltiplicatore sulla base della grandezza dell’opera d’arte.

Il valore di un’opera

Anche nel mercato dell’arte ciò che incide sono le regole basilari della domanda e dell’offerta. Il ruolo del gallerista è fondamentale perché riesce a comprendere quale sia l’eventuale interesse attorno a un’opera. Se questo è alto anche la quotazione del suo quadro aumenterà di gran lunga.

Il catalogo

L’artista firma e cataloga le sue opere. Lo fa mettendo il classico nome e cognome o un’immagine o un disegno che lo rappresentano e che magari contraddistinguono un suo periodo artistico. Oggi gli autori catalogano le opere: questo permette con maggiore facilità di poter conoscere dettagli sulla loro paternità. Essenziale, infatti, è il certificato di autenticità.

Il ruolo della provocazione nell’arte

È un classico della storia dell’arte: provocare crea una sorta di rottura. In sostanza, “fa notizia”. Caravaggio, per esempio, fu rivoluzionario anche per il modo con cui inseriva nei quadri persone del popolo, poveri, sporchi. Dal Novecento in poi se ne sono viste però davvero delle belle. Con “Merda d’artista”, Piero Manzoni negli anni Sessanta creò barattoli di latta mettendoci dentro le sue feci. Fu lui a stabilirne il prezzo: 300 grammi di oro zecchino. Oggi le sue latte (in esemplari numerati) sono esposti in tutto il mondo. Nel 2016 a Milano ne andò all’asta una per 275.000 euro.

Nel 2019 Maurizio Cattelan ha creato Comedian, un’opera nota per essere una banana attaccata al un muro con il nastro adesivo. La banana è stata acquistata da un fruttivendolo per 30 centesimi di dollaro ed esposta su una parete dell’Art Basel Miami. Pochi giorni dopo essere stata acquistata da Billy e Beatrix Cox per 120.000 dollari, Comedian è stata mangiata da un altro artista, David Datuna, che davanti alle telecamere e ai visitatori, ha dato vita alla performance artistica “Hungry artist”, artista affamato. L’opera venne subito rimpiazzata perché, proprio secondo le intenzioni di Cattelan, la banana poteva essere sempre sostituita con una nuova.

Anche il possessore può fare la differenza

Ma non c’è solo l’artista a rendere stuzzicante l’asta. Può capitare anche che chi abbia posseduto l’opera riesca a far lievitare il prezzo. È accaduto al quadro “La torre della moschea di Koutoubia”, battuto da Christie’s a Londra per 7 milioni di sterline, circa 8 milioni di euro. L’opera ha una firma speciale: quella dell’ex primo ministro del Regno Unito, Winston Churchill e rappresenta una veduta di Marrachech. Più che la qualità dell’artista, in questo caso ad aver fatto lievitare il prezzo è stato il nome della proprietaria: l’attrice Angelina Jolie. Stimato tra 1,5 e 2,5 milioni di sterline il rilancio ha raggiunto le stelle.

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