Lavorare per Facebook: ecco cosa è richiesto davvero

Giulia Adonopoulos

18 Dicembre 2017 - 09:19

Sogni di lavorare per Facebook? Il capo delle risorse umane della compagnia svela i segreti per farsi assumere e una domanda da prepararsi al colloquio.

Lavorare per Facebook: ecco cosa è richiesto davvero

Lavorare per Facebook è il sogno di tantissimi giovani appassionati di tecnologia e nuovi media. La società di Palo Alto, che ha sedi in tutto il mondo, è al primo posto della classifica Glassdor 2018 dei migliori posti in cui lavorare secondo le opinioni degli stessi dipendenti.

Opportunità di costruire un prodotto utilizzato da miliardi di persone in tutto il mondo, molti benefit e bonus, ambiente multietnico e connesso con il globo, ampie opportunità di crescita e possibilità di bilanciare lavoro e vita privata fanno di Facebook una delle aziende più ambite da chi cerca lavoro nel settore.

Ma come fare per ottenere un lavoro da Facebook? Riuscire a fare colpo sulle risorse umane dell’azienda, è risaputo, è un’impresa ardua. Ci sono dei segreti che i candidati devono conoscere per poter sperare in un’assunzione e a svelarli è proprio il capo delle risorse umane Lori Goler. Interrogata dal Time, colei che assume ha snocciolato alcuni utili consigli per chi sogna di lavorare da Facebook (tra cui la sua domanda preferita).

1. Pensare sempre più in grande

Innanzitutto Goler ci tiene a specificare che per lavorare da Facebook non serve sempre e solo essere grandi esperti di tecnologia. “Siamo sempre alla ricerca di grandi ingegneri, data scientist, product manager. Ma non realtà, per molte funzioni tecniche, cerchiamo sempre anche altro”.

La prima caratteristica che bisogna avere per poter ambire a un posto di lavoro da Facebook è la motivazione unita alla proattività. Facebook premia le persone che amano affrontare le sfide piuttosto che evitarle. Quello che molti pensano, spiega Goler, è che Facebook funziona bene già così. In realtà il dipendente ideale guarda ciò che va bene oggi per sviluppare una visione che renda il prodotto ancora migliore, e per metterla in pratica. Qualcuno, per dirla con le parole della manager, che sia disposto a sporcarsi le mani e che guardi le cose non come se fossero già perfette così, ma come se si possa fare sempre meglio.

2. Essere (un po’) Mark Zuckerberg

Questo spirito, spiega Goler, deriva proprio dal CEO Mark Zuckerberg, che ogni settimana interagisce con lo staff in sessioni di domande e risposte in cui i dipendenti possono chiedere qualsiasi cosa al loro boss. Inoltre Zuck pone sempre delle continue sfide personali a se stesso, come viaggiare per incontrare persone in tutti gli stati USA o imparare il cinese mandarino. Il consiglio è di prendere esempio da lui: se tutto ciò sembra interessante allora si può essere un candidato ideale per Facebook.

3. Essere in disaccordo

Goler precisa, comunque, che non esiste “un solo tipo di persona per Facebook”. Una caratteristica ben accetta è la capacità di dire la propria anche se in disaccordo con l’azienda. “Il dipendente non deve essere timido o timoroso nel far sentire la propria voce perché una cosa che ci rende più forti è la diversità di prospettive. Anche essere critici nei confronti del pensiero principale aiuta a costruire prodotti migliori”.

Facebook è diventata grande anche per essersi impegnata seriamente a promuovere una comunicazione continua all’interno dei suoi ranghi, compresa una formazione per le conversazioni difficili e il suo strumento aziendale Workplace, che aiuta i team di lavoro a condividere progetti, idee e opinioni.

4. La domanda ricorrente

Ma la vera domanda è: come comportarsi una volta che si è riusciti a ottenere un colloquio con il responsabile delle risorse umane di Facebook? Goler incontra candidati tutti i giorni, e svela di avere una domanda preferita che chiede quasi sempre poiché la aiuta a capire se chi ha davanti è una risorsa potenzialmente valida.

“Nel tuo giorno migliore, quando torni a casa e pensi di avere il lavoro più bello del mondo, cosa hai fatto davvero?”.

Lori ha spiegato di voler essere sicura che, quando le persone riflettono su ciò che hanno fatto in quello che pensano essere il loro giorno migliore, siano nel ruolo a cui stanno puntando nel momento in cui parlano a Facebook, e devono essere oneste al riguardo.

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