12 Paesi in Europa vogliono un muro contro i migranti: e l’Italia?

Giorgia Bonamoneta

08/10/2021

Giunge oggi alla Commissione europea la lettera redatta da 12 Paesi europei che chiedono la costruzione di muri (finanziati dall’Ue) per controllare i flussi migratori.

12 Paesi in Europa vogliono un muro contro i migranti: e l’Italia?

Si torna a parlare di muri per fronteggiare l’avanzata dei migranti in Europa. Oggi in Lussemburgo si incontreranno i ministri degli Affari Interni per discutere della questione migratoria.

12 Paesi hanno colto l’occasione per firmare una lettera diretta alla Commissione europea e non solo - ovviamente è una lettera di ampia risonanza - per chiedere un maggior controllo alle frontiere. La richiesta è semplice: finanziamenti per costruire muri.

Iniziano ad arrivare i primi commenti a una simile presa di posizione, soprattutto dopo che ieri (ma ormai di indagini simili è piena la cronaca) è stato pubblicato il resoconto del lavoro congiunto di Italia e Olanda sulle violenze ai danni dei migranti ai confini greci, croati e non solo.

L’Europa dei muri contro i migranti

Per quanto la narrazione dei muri contro i migranti sembra essere lontana dai principi europei - ed è effettivamente così a parole - anche se nella nostra Unione non mancano muri per fermare le persone.

Facciamo qualche esempio, così da contestualizzare la richiesta e la firma della lettera da parte dei 12 Paesi europei. Come annunciato, in Europa di muri non mancano, ma sono prima di tutto un’opera voluta, finanziata e gestita a livello locale.

Esiste la frontiera tra Bulgaria e Turchia, lunga ben 235 chilometri, quella tra la Grecia e la Turchia di altri 40 chilometri, ma anche ai confini tra la Slovenia e la Crozia, Serbia e Ungheria etc.

Paesi che, tranne Francia e Spagna (che hanno muri o stanno per costruirli), hanno tutti firmato la lettera di 4 pagine indirizzata alla Commissione europea e alla presidenza del Consiglio europeo. La lettera andrà ad alimentare il dibattito sulle tematiche già all’ordine del giorno, tra cui: il rafforzamento delle frontiere esterne dell’Unione, lo screening e la detenzione dei migranti.

Una lettera per chiedere più muri

Sono 12 i Paesi che hanno voluto firmare la lettera a favore della costruzione, finanziata dall’Europa, di muri per il contenimento della “crisi migratoria”.

Questi Paesi (Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) chiedono all’Europa di “adeguarsi alle nuove realtà” e di salvaguardare gli Stati membri e la sicurezza interna dell’Ue stessa.

In che modo? Nella lettera si legge che l’Unione ha bisogno di nuovi strumenti per evitare le gravi conseguenze dei sistemi migratori, come per esempio il sovraccarico delle strutture di accoglienza. La soluzione pensata però non è proprio un “nuovo strumento”, anzi.

La costruzione di muri, si legge ancora nella lettera, “dovrebbe essere adeguatamente finanziata dal bilancio dell’Ue, in via prioritaria”.

Indagini in corso in Croazia e Grecia

La costruzione di un muro non è mai stata la soluzione per fermare i flussi migratori. Dove si fermano gli ingressi aumenta la pressione e la violenza ai confini ai danni di uomini, donne e bambini.

È il caso dell’inchiesta Lighthouse Report pubblicata ieri grazie a una collaborazione tra giornali italiani e olandesi. In questo report, con molte ore di materiale video a supporto, è visibile tutta la violenza di “guardie” di confine finanziate dall’Unione europea in Croazia, Grecia e Romania.

Queste operazioni sarebbero state finanziate in modo illecito e la Croazia ha iniziato le indagini sul sistema scoperto dai giornalisti. Anche alla Grecia è stata fatta richiesta di iniziare un’indagine in merito.

Muri contro i migranti: cosa ne pensa l’Italia?

Sappiamo già che una parte dei partiti politici è propensa all’utilizzo di questo e altri strumenti per tenere fuori dai confini italiani i migranti, ma non sono mancate le critiche all’operazione dei 12 Paesi europei.

Tra i primi a commentare Luigi Di Maio che ha voluto ricordare come l’Italia si sta spendendo da diversi anni in un progetto di cooperazione con i Paesi di provenienza dei flussi migratori come soluzione diplomatica.

Anche Giuseppe Conte ha fatto sentire la propria voce a riguardo, e rimanendo sulla stessa lunghezza d’onda di Di Maio, ha dichiarato che:

Bisogna lavorare con i Paesi di origine e con la comunità internazionale. Fili spinati e barriere varie non servono. Cosa dobbiamo fare? Militarizzare l’Unione europea?

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato la lettera, volendo sottolineare come la migrazione può essere vista anche sotto un aspetto positivo e sta a noi europei cogliere tale opportunità. “Diversamente - ha sottolineato - ne saranno travolte insieme le ragioni dell’umanità e gli ordinamenti statali”.

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