Luc Montagnier è morto: chi era e cosa ne pensava del Covid e dei vaccini

Giorgia Bonamoneta

10/02/2022

Luc Montagnier, Premio Nobel per la scoperta dell’HIV e convinto no vax, è morto. Ecco chi era il biologo e virologo che sosteneva teorie antiscientifiche sul virus e sui vaccini.

Luc Montagnier è morto: chi era e cosa ne pensava del Covid e dei vaccini

Dopo molteplici annunci e conseguenti smentite arriva l’ufficialità della notizia: Luc Montagnier è deceduto all’età di 89 anni. Riserbo assoluto sulle circostanze del decesso; non si conoscono le cause e le condizioni di salute pregresse del noto virologo salito alla ribalta per le sue posizioni antiscientifiche sul Covid-19 e sui vaccini.

Delle sue recenti attività sappiamo solo che, come già accaduto nel corso di questi due anni, era stato avvistato tra la folla di manifestanti no vax e no Green pass scesi in piazza a Milano contro le norme e le restrizioni decise dal Governo.

La figura di Luc Montagnier, Premio Nobel nel 2008, aveva destato forte attenzione poiché, fin dall’inizio della pandemia, lo scienziato aveva sempre agito e parlato contro la comunità scientifica e i vaccini. Montagnier era il faro, il nome di punta dello “zoccolo duro” dei no vax.

Oltre alle comparsate del Premio Nobel nei cortei, celebri erano ormai le sue dichiarazioni scritte sui cartelloni dei manifestanti. Luc Montagnier non era il primo (e non sarà l’ultimo) dei premi nobel che, oltre alla scoperta per la quale hanno ricevuto il premio, si sono espressi con parole un po’ fuori dalle righe.

Luc Montagnier: biografia e carriera scientifica

Luc Montagnier era un noto biologo e virologo che dagli anni Ottanta ha scoperto, isolato e studiato il virus noto HIV. Dopo il Premio Nobel, ricevuto nel 2008 per la scoperta del retrovirus, la fama di Montagnier si è legata sempre più strettamente a quella della pseudoscienza, tra “memoria dell’acqua” e affermazioni controverse sull’autismo. Ma chi era Luc Montagnier?

Luc Montagnier, all’anagrafe Luc Antoine Montagnier, nasce a Chabris, il 18 agosto 1932. Nel 1953, dopo la laurea in scienze biologiche, la sua carriera universitaria subisce una svolta. Si avvicina allo studio della medicina dopo la morte per cancro del padre, che lo spinge a ricominciare a studiare nell’ambito dell’oncologia. Nel 1960 ottiene un dottorato di ricerca alla Sorbona e diventa ricercato anche presso il Centre national de la recherche scientifique (CNRS).

Nel 1982 collabora con il dottor Willy Rozenbaum nella ricerca sulla possibile causa della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Nel 1983 fu il gruppo guidato da Montagnier a isolare il virus che oggi conosciamo con il nome di HIV. Questa scoperta gli permise di vincere il Premio Nobel nel 2008. Da due anni a questa parte però Montagnier era invece diventato un nemico della comunità scientifica.

Luc Montagnier: il nemico della scienza

Tutte le affermazioni scientifiche sono accompagnate da dati, ricerche, studi. Nulla può essere detto tanto per dire. Contano i dati, non i Premi Nobel.

Non sono certo i meriti pregressi a giustificare la presenza di Luc Montagnier agli scorsi comizi no vax e no Green pass, accanto a personaggi come Marco Melandri, che da poco ha confessato di essersi contagiato volontariamente con SARS-CoV-2 per ottenere il Green pass.

Quando, in quell’occasione, il Premio Nobel è salito sul palco e ha detto che saranno i non vaccinati a salvare l’umanità in futuro, la folla era esplosa in un applauso. Ancora oggi, alla luce della sua dipartita, viene da domandarsi come sia stato possibile per un uomo di scienza credere e propagandare la non efficacia dei vaccini che, storicamente, ci hanno permesso di sopravvivere e debellare determinate malattie.

Eppure le teorie antiscientifiche o pseudoscientifiche di Montagnier sono ormai consolidate tra i suoi sostenitori. Dal consiglio di bere papaya dato a Papa Giovanni Paolo II per limitare gli effetti del Parkinson, al metodo per sconfiggere l’HIV casareccio: mangiare bene e non baciare appassionatamente nessuno positivo.

Le dichiarazioni sulla pandemia che hanno conquistato i no vax

La pandemia era il terreno perfetto per coltivare della disinformazione e da febbraio l’OMS aveva tentato di mettere in guardia i comunicatori e le persone del rischio di infodemia. Accanto a questo fenomeno, che parte dal basso, la disinformazione scientifica è ancora più facile ad attecchire. Basta essere un Premio Nobel per ottenere la spilla di “oratore autorizzato”.

Così Luc Montagnier, senza mai portare dati e studi come prova delle sue teorie, ha a suo tempo affermato che il virus era stato creato dall’uomo e che somigliava all’HIV; aveva sottolineato a più riprese correlazione tra virus e 5G, senza contare l’impegno costante contro la vaccinazione e l’uso dei vaccini nei minori.

Ora che però non potrà più farsi portavoce di questi ideali chissà chi gli succederà.

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