Migranti dimezzati con il coronavirus. Quale impatto sull’economia?

Riccardo Lozzi

21/10/2020

I migranti sono diminuiti di circa la metà secondo l’analisi pubblicata dall’OCSE. Quale impatto sull’economia?

Migranti dimezzati con il coronavirus. Quale impatto sull’economia?

Il coronavirus sta mettendo in crisi un altro aspetto spesso non considerato dell’economia: la migrazione. Come riportato dall’OCSE, da quando è scoppiata la pandemia globale i flussi migratori si sono quasi dimezzati rispetto al trend degli ultimi anni.

L’analisi è stata condotta su 37 Paesi membri dell’organizzazione, tra cui anche l’Italia, i quali hanno regitrato nella prima metà del 2020 una diminuzione del 46% dei visti rilasciati rispetto al 2019.

Una notizia, secondo l’OCSE, tutt’altro che positiva per il suo impatto sull’economia, dato che spesso i migranti svolgono dei ruoli cruciali in diversi settori, come i trasporti, i servizi domestici, l’agricoltura, ma anche l’IT e il servizio sanitario.

Migranti dimezzati con il coronavirus

Come affermato dal segretario generale OCSE Angel Gurria, l’immigrazione ricopre un ruolo fondamentale per la crescita economica e l’innovazione, permettendo, tra i diversi aspetti, di rispondere in maniera immediata ai cambiamenti del mercato del lavoro.

Sempre secondo Gurria sarebbe un danno per tutti fare un passo indietro rispetto a questo tema, il quale dovrebbe essere accettato e sviluppato invece come parte integrante del nostro sistema.

Attualmente i migranti presenti nei Paesi sotto osservazione da parte dell’organizzazione di Parigi sono stati i più colpiti dalla pandemia rispetto ai cittadini locali, sia dal punto di vista sanitario che socio-economico.

Migranti i più colpiti dal Covid-19

Infatti, secondo il report, gli immigrati affrontano quotidianamente un rischio di contagio pari al doppio rispetto ai nativi, poiché in genere vivono in alloggi sovraffollati, sono costretti a spostarsi quasi-esclusivamente con i trasporti pubblici e non hanno la possibilità di effettuare il proprio lavoro in modalità smart working.

Tuttavia l’Italia ha rappresentato un’eccezione di questo trend, poiché durante la prima ondata, secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, solo il 5% dei contagi totali riguardava persone straniere.

I numeri potrebbero però essere alterati a causa dell’età giovane della maggior parte dei migranti presenti nel nostro Paese, i quali non presentando sintomi non sono stati registrati in questa fase.

Inoltre, a causa della crisi economica che i vari Stati attraversano, le maggiori percentuali di disoccupati si registrano proprio tra questi. Anche il proprio processo di integrazione sta subendo dei problemi a causa dell’interruzione delle lezioni di lingua rivolte agli adulti e ai bambini.

Quale impatto per l’economia?

Vista la situazione potrebbe essere difficile che si ritorni a percentuali pre-crisi, poiché sarebbe diventato meno attrattivo per molte persone spostarsi dalla propria nazione di origine.

Uno scenario che causerebbe una contrazione dell’economia delle nazioni analizzate, riguardante non solo per la manodopera ma anche i lavoratori più qualificati e gli studenti che si spostano da un Paese all’altro, attualmente meno propensi a trasferirsi in una situazione di pandemia.

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# OCSE

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